Il caso del bando sull’affidamento della gestione del “castello di Donnafugata” con un partenariato pubblico-privato si arricchisce di nuovi capitoli e diventa sempre più avvincente, tanto che oggi è stato convocato perfino un apposito vertice in prefettura, presenti le forze di polizia.
A dare manforte ai numerosi interventi di Fratelli d’Italia in queste ore è arrivato anche il senatore Salvo Sallemi che ha auspicato il coinvolgimento del Libero Consorzio dei Comuni ed una valutazione più approfondita sul futuro del castello che deve contemperare il rispetto di un bene pubblico.
In merito alle obiezioni sollevate il sindaco Peppe Cassì ha nuovamente provato a chiarire rispondendo punto per punto alle questioni. In primis, il partenariato speciale pubblico-privato prevede che “il partner privato non esercita un diritto esclusivo di sfruttamento economico del bene ma è referente dell’ente pubblico territoriale nel processo di valorizzazione a cui concorre” inoltre, spiega ancora il Sindaco che “l’accordo di PSPP è un contratto a formazione progressiva che verifica di volta in volta i contenuti operativi degli investimenti e della valorizzazione”.
Infatti, il procedimento spiega ancora il primo cittadino non si esaurisce con la stipula del contratto ma in un dialogo continuo tra le parti, il cui unico obiettivo è la valorizzazione dei siti culturali.
In questi giorni si è anche discusso in merito ai guadagni che il comune riceverà da questo partenariato, in merito il primo cittadino sottolinea come chi critica parla solamente degli incassi, circa 30mila euro all’anno per il Comune, ma si dimentica delle spese che rimaranno a carico del partner privato. Tra queste il sindaco ricorda i costi di manutenzione ordinaria, manutenzione del Parco, spese per il personale, per la pulizia e le varie utenze. Queste spese, un tempo a carico del Comune, stando al chiarimento del Sindaco, dovrebbero traghettare al gestore privato con una diminuzione considerevole per l’ente ragusano.
Un altro punto in cui l’amministrazione Cassì è stata attaccata in merito alla gestione del Castello è la questione del bando. Anche qui il primo cittadino spiega: “Un soggetto privato con specifica competenza in materia avanza all’Ente pubblico proprietario una proposta di co-gestione per un sito culturale. Chiunque avrebbe potuto farlo negli scorsi mesi o anni”. In questi mesi la proposta, che è risultata in linea con l’amministrazione, è stata messa a bando al fine di verificare la presenza di altri soggetti e così garantire a tutti la possibilità di un’offerta economica.
Inoltre, Peppe Cassì dal canto suo, specifica che il soggetto privato che ha formulato la proposta non ha avuto più tempo rispetto ad altri soggetti. In quanto il bando scadrà il 12 settembre, oltre al fatto che per formalizzare una proposta concreta c’è bisogno di interloquire con gli uffici tecnici comunali.
“È altrettanto ovvio che qualsiasi altro candidato potrà formulare una eventuale proposta migliorativa basandosi proprio sui dati contenuti in quella già pubblicata. Non proporrei comunque alcuna obiezione se il dirigente di settore ed il responsabile del procedimento disponessero una proroga di alcune settimane, purché ciò non rappresenti un ostacolo all’obiettivo di avviare il nuovo modello gestionale sin dalla prossima primavera” aggiunge ancora Peppe Cassì.
Certo in tutto questo non va dimenticato che la procedura si concluderà con i passaggi in Commissione e in Consiglio comunale, cui spetta la parola definitiva sull’accordo di partenariato.
Il primo cittadino alle accuse di mancanza di trasparenza ricorda che tutti gli step sono stati fatti nella norma e sono certificati dai sistemi informatici in uso all’Ente.
Nelle ultime ore anche il Partito Democratico di Ragusa si è inserito nella querelle sul Castello di Donnafugata. “Bene ha fatto il Prefetto di Ragusa, a convocare una riunione sul tema, anche se andrebbero coinvolti tutti i parlamentari regionali del territorio e non l’ex Provincia di Ragusa, che in questo momento è un ente commissariato”.
“Sull’iniziativa da parte del Palazzo di Governo – aggiungono ancora i democratici di Ragusa – esprimiamo perplessità sulla decisione di convocare la ex Provincia regionale di Ragusa. Non capiamo, in questa specifica vicenda, quale potrebbe essere il ruolo di un ente commissariato, soprattutto se si parla di partenariato pubbico-privato, trattandosi il Libero Consorzio dei Comuni di Ragusa di un ente pubblico. Se è volontà della Prefettura rendere la questione della gestione del Castello di Donnafugata un affare di valenza provinciale che ben venga, ma allora è nostro parere che il coinvolgimento istituzionale consono riguardi la deputazione regionale”.
“I parlamentari regionali della provincia di Ragusa siano coinvolti nell’iniziativa – concludono dalla segreteria del PD ragusano – altrimenti la questione rimanga oggetto di confronto politico all’interno dell’Amministrazione e del Consiglio comunale, senza coinvolgere enti commissariati come la ex Provincia dove, tra l’altro, il nuovo direttore generale è risaputo essere espressione politica di un singolo parlamentare regionale”.