Questa volta l’impatto della “ manovra” 2024-2025 sarà di 25 miliardi di euro, almeno, all’incirca come quella di un anno fa, per confermare le misure dell’anno scorso e coprire le nuove.
Prima della manovra, nel suo insieme, sarà approvato il piano strutturale di bilancio, il quale documento deve essere presentatoalla Commissione europea entro il 20 di questo mese.
Naturalmente tale piano deve prima passare dall’approvazione del Consiglio dei Ministri e poi naturalmente dal Parlamento, che è sovrano.
A questo punto il governo dovrà fare scelte restrittive che si aggiungono al venire meno di sussidi e superbonus.
Inoltre va messo nel giusto conto che l’Italia nel 2024-25 cresca meno dell’area euro, almeno questo è il parere di alcuni economisti, come ad esempio Fedele De Novellis.
Poi da studi statistici e monetari si evince che non andremo in recessione, ma il governo si deve districare nel pantano dello zero virgola, e tutto questo malgrado le previsioni ottimistiche.
Ci chiediamo , a questo punto, se il governo Meloni sarà capace di affrontare questa responsabilità?
Anche per questa ragione il Governo Meloni tenta di acquisire le simpatie del ceto medio abbassandogli le aliquote delle imposte dirette, per ora solo promesse, in modo di fare aumentare la somma netta incassata ogni mese.
Ma il ministro dell’economia Giorgetti sa bene ( almeno ) che abbassando le aliquote si abbassano le entrate nel bilancio dello Stato, cui non corrisponde un abbassamento delle uscite, con la conseguenza che aumenta il debito pubblico, già elefantioco ( 2948 mld a giugno 2024).
Purtroppo questo non va detto sui mezzi di comunicazione, lasciando i non addetti ai lavori allo scuro.
In sostanza tutto gira intorno al fatto che il debito pubblico aumenta nel nostro Paese in modo esponenziale mentre il Pil non aumenta in modo esponenziale, per cui il rapporto fra i due dati peggiora di anno in anno.
Allora come si fa?
Occorre ridurre – a mio modesto avviso – la spesa della pubblica amministrazione.
Certo occorre coraggio, senza guardare alla perdita di consenso.
Quindi fare attenzione a scelte sbagliate. Inoltre occorre mettere mano alle riforme in tanti settori dell’economia e all’apparato burocratico centrale e periferico,altrimenti andiamo incontro al baratro.
Ecco i dati che qui di seguito parlano chiaro:
Spesa della Pa nel 2023 pari a 1.146.067mld
Entrate della Pa del 2024 pari a 996.592 mld.
Saldo primario -70,8 mld
Interessi passivi sul debito pubblico 78,611 mld.
Detto ciò a condizione anche che il Governo riesca, con apposite manovre, a bloccare l’aumento dei prezzi, per non aggravare ancora di più il potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni.
Mi chiedo, Il Governo Meloni sarà in grado di gestire questa contraddittoria?
O si apriranno contorcimenti tarantolati nella coalizione , magari caricando la manovra di nuovi provvedimenti di bandiera, col risultato di peggiorare la realtà.
Inoltre ribadisco ancora una volta che occorre non perdere di vista il rapporto debito/Pil che attualmente viaggia intorno a 137,3%.
Un’ ultima considerazione: Correggere la politica di bilancio è necessario e la congiuntura europea non aiuta.
Ma, in ultimo, penso che il Governo Meloni sia in grado di gestire la sofferenza dello sfasamento di cui abbiamo parlato.
S.G.B
Foto di copertina, fonte Ansa