Attraverso una lapide e una targa riposta a Modica e a Noto si è ricordato l’eccidio degli ebrei venuto nel 1474. Un ricordo lungo 550 anni fa, che si lega molto all’attualità tra cui l’orrore del 7 ottobre 2023.
Quasi 400 persone furono uccise il 15 agosto del 1474 nelle due città siciliane. Una storia a lungo dimenticata, ma di cui ora simbolicamente una targa e una lapide ricordano alla cittadinanza quei tragici eventi.
A presenziare ai momenti commemorativi anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Il ricordo di quanto avvenuto 550 anni fa aiuta ad affermare verità e a comprendere le radici dell’odio antisemita culminato poi con la cacciata degli ebrei anche in Sicilia a seguito degli editti di espulsione del 1492. Proprio perché lo abbiamo rivissuto il 7 ottobre del 2023, riusciamo a capire benissimo la portata di orrore e violenza dei tragici eccidi del 1474” ha spiegato la presidente Noemi Di Segni.
L’Unione delle Comunità ebraiche italiane è grata al sindaco Corrado Figura (Noto) e alla sindaca Maria Monistieri Caschetto (Modica) per il loro impegno e la loro dedizione nel perpetuare il ricordo alla cittadinanza.
“Non diamo affatto per scontato che il nostro invito ad attivarci per questo percorso di memoria – strettamente connesso all’attualità – sia stato accolto. Oggi diamo al quel massacro voce e conoscenza, recuperando parte di quel che si è perduto nei secoli con la cacciata degli ebrei dal tessuto socio-economico culturale dell’intero Meridione. La presenza ebraica e il contributo allo sviluppo allora come oggi – prosegue – sono la sfida della convivenza” aggiunge ancora Noemi Di Segni.
Questo evento, preceduto da due importanti convegni storici sulla presenza ebraica nel Val di Noto ha ricordato come lo stare assieme passa dalla conoscenza e dalla condivisione culturale. Per questo la memoria è responsabilità e impegno ad agire con coerenza anche oggi.
“A tutti coloro che continuano a legittimare con le proprie affermazioni aprioristiche l’odio e il terrorismo ricordiamo ancora una volta che l’abuso della religione e del potere statale – allora da parte della Chiesa e oggi da parte della leadership palestinese e altre teocrazie – è il male che genera distruzione ed è l’ora di rendersene conto prima che trascini anche una certa politica assieme a una certa accademia che stenta a comprendere la deriva di questi abusi” conclude Noemi Di Segni.