Studenti pendolari vittime di disservizi. Genitori perdono il lavoro per portare i figli a scuola

Le proteste di un genitore. Sulla questione interviene il coordinamento provinciale di Sud chiama Nord.

La situazione degli studenti pendolari continua a destare enormi preoccupazioni soprattutto per le famiglie che devono affrontare ogni giorno i disagi che questo disservizio sta provocando.

Nonostante, infatti, le rassicurazioni dei sindaci e degli assessori di riferimento e la soluzione di affidare il trasporto a ditte private per sopperire alle mancanze del servizio pubblico non ha provocato gli effetti sperati anzi la situazione è peggiorata.

Come ci racconta il papà di uno studente che questa mattina ci ha mandato un messaggio di sfogo per raccontarci che è  stato costretto a prendersi un giorno di permesso dal lavoro per accompagnare il figlio a scuola a Ragusa visto che il pullman da Pozzallo non solo è passato in ritardo ma era pieno.

Alle 6:40 di questa mattina– ci racconta questo papà- circa 20 alunni fra cui mio figlio attendevano il passaggio del pullman per raggiungere prima Modica e poi Ragusa ma alle 7:30 quando sono arrivati i pullman erano stracolmi e non c’era più possibilità di prendere altri studenti. E così mi sono messo in macchina per accompagnare mio figlio. La cosa che mi fa arrabbiare e che i sindaci dei vari comuni, gli assessori, i dirigenti hanno fatto comunicati per spiegare la situazione giustificando che sono i primi giorni e che poi le cose si sistemeranno ma non è così. Avrei voluto che questa mattina qualcuno fosse stato presente li per vedere quello che succede soprattutto in questa fase di passaggio di consegne. Nessuno li controlla e fanno quello che vogliono. Addirittura, ascoltavo chiamate fra gli addetti ai lavori, in cui dicevano che si erano dimenticati di mandare il pullman. Ma qui si va non si rispetta il diritto allo studio di questi ragazzi. Ormai sono quindici giorni che va avanti questa storia, i ragazzi arrivano in ritardo e alcuni impossibilitati ad essere accompagnati nemmeno ci vanno. Siamo amareggiati sia come cittadini che come genitori”

Una situazione insostenibile e vergognosa per un Paese che si definisce civile ma che non sa garantire ai propri cittadini i diritti fondamentali. Ogni anno vengono affrontate le situazioni come se fossero emergenze perché questo rende tutti meno colpevoli ma in realtà ci sono delle responsabilità della politica.

Sulla questione è intervenuto in queste ore il coordinamento provinciale di Sud chiama Nord. “Più volte i nostri parlamentari regionali- spiega Il coordinatore Paolo Monaca- hanno provato ad affrontare la questione in aula ed hanno denunciato le azioni di depotenziamento dell’Ast fino ad arrivare a sabato scorso, 21 settembre, quando agli studenti siciliani è stato impedito di andare a scuola. L’assessorato regionale con il Ddg n. 2031 del 18 settembre 2024 ha esonerato l’Ast dall’obbligo di svolgere il servizio pubblico di trasporto a favore di Etna Trasporti obbligata a subentrare a partire dal 19 settembre scorso. Il risultato di questa incapacità gestionale dell’assessorato è stato la totale assenza del servizio di trasporto per gli studenti di tutta la provincia di Ragusa. A questo si è aggiunta la totale assenza di comunicazioni da parte di Ast e dei Comuni di tutta la provincia. Se da una parte è inaccettabile che a distanza di cinque giorni dall’entrata in vigore del decreto assessoriale, l’Etna Trasporti, che aveva dato la disponibilità a subentrare al posto di Ast il 17 settembre, non riesca a garantire il servizio, dall’altra non ci sono giustificazioni allo stato di incertezza per il futuro occupazionale dei dipendenti dell’azienda regionale, anche loro vittime del piano dei partiti che governano la Regione. La segreteria provinciale di Sud chiama Nord Ragusa si unisce alla protesta dei cittadini, degli studenti e dei lavoratori e chiede ai parlamentari regionali ragusani, soprattutto a quelli che fanno riferimento ai partiti di governo, che si impegnino per impedire la svendita dell’Ast e per garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi che giornalmente usano i mezzi pubblici per recarsi a scuola”

Inoltre, il coordinatore provinciale di Sud chiama Nord e consigliere comunale a Ispica, Paolo Monaca denuncia una cosa gravissima da informazioni apprese per le vie brevi che durante la riunione tenutasi in Prefettura a Ragusa, lunedì pomeriggio scorso, il rappresentante della sede Ast di Modica, Dimitri Roccaro, abbia dichiarato a chiare lettere che l’Ast territoriale sarebbe stata in grado di assicurare il servizio scolastico, quindi la mattina presto e il rientro nelle varie sedi, soprattutto con riferimento alla linea Pozzallo-Ispica-Modica-Ragusa.

Sempre il rappresentante Ast della sede di Modica, poi, avrebbe affermato che il parco mezzi, seppur vetusto, è tuttora autosufficiente e che l’unica richiesta può essere, in attesa di ricevere gli autobus nuovi, quella di potere contare su 6-7 mezzi a noleggio con cui garantire una copertura del servizio nel caso in cui i veicoli attualmente a disposizione dovessero guastarsi, circostanza che, considerata la vetustà dei mezzi, può anche verificarsi. Un’altra considerazione comunque s’impone: non è che per caso, alla luce di quanto sta accadendo, la linea Pozzallo-Ispica-Modica-Ragusa, essendo molto redditizia e non certo una linea sociale, faccia gola a qualcuno? E fa così gola da avere attirato le attenzioni di qualche gestore privato?”.

L’AST quindi dichiara che è in grado di garantire il servizio ma ha chiesto mezzi a supporto per le emergenze perché comunque tutti siamo consapevoli che mezzi a sua disposizione dell’AST sono vetusti ma questo non vuol dire che era necessario sostituire in toto i mezzi dell’Ast con quelli privati allora perché tutto questo caos? Di chi sono le responsabilità?

Davvero si vuole speculare sui giovani studenti e sulle loro famiglie? Crediamo che sia arrivato il momento di andare in fondo a questa vicenda, anche se e quando le cose si sistemeranno, perché a questo punto è necessario capire di chi sono le responsabilità ed evitare che queste persone continuino ad utilizzare per i propri scopi il ruolo che ricoprono.

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