Il consigliere comunale Federico Bennardo continua a raccogliere rimostranze di cittadini nel confronti della gestione della piscina comunale. Questa volta a scrivere è una mamma ragusana che titola la sua lettera “Come è difficile fare nuoto a Ragusa”.
“In effetti per aver chiara la situazione-dichiara il consigliere Bennardo- non sono stati sufficienti i documenti che provano il raddoppio delle tariffe, l’introduzione del pagamento per i diversamente abili per i corsi di nuoto (120 euro per 8 lezioni), la riduzione dei tempi di utilizzo e la cancellazione dei corsi di acquaticità da dicembre a marzo.
Così come non sono stati sufficienti i lavori di efficientamento tecnico che dovevano ridurre le spese delle bollette energetiche del 30%, costati con fondi pubblici oltre 1 milione e mezzo di euro, come regalia ad un privato, a frenare il rincaro delle tariffe che ad oggi ha come alibi, come ha peraltro dichiarato lo stesso assessore, la sola “inclusione del phon”.
Come se asciugarsi i capelli valesse pagare le tariffe il doppio. O peggio rinunciare al nuoto. Rincari chiesti dal gestore ed accordati dalla giunta comunale poche ore dopo la richiesta senza alcuna fase istruttoria. Ma voi accordereste di pagare il doppio una tariffa senza sincerarvi che chi lo chiede abbia delle motivazioni valide?
La gestione comunale-prosegue Bennardo- costava poco meno di 400.000 euro ma se sottraiamo il contributo che oggi versiamo al privato per circa 80.000 euro e che gli introiti al 2019 (ultimo dato disponibile prima del Covid e della chiusura per lavori) erano di circa 120mila euro, seppur calcolati con tariffe dimezzate (quindi 240.000 ad oggi) e prima dei lavori di efficientamento energetico che avrebbero dovuto ridurre le spese energetiche del 30%, non serve una laurea in matematica per capire che ci sarebbe pressoché un pareggio di bilancio.
Con la differenza-conclude il consigliere- che, come peraltro auspicato nel programma elettorale del sindaco che ho condiviso, tutti avrebbero accesso al nuoto”