Requiescat in pace, quella sigla “RIP”, che spesso vediamo incisa sulle lapidi dei defunti, sembra non potere appartenere ai defunti modicani che speriamo, abbiano di meglio da godere. La rabbia ed il dispiacere interessano però sicuramente i loro cari.
Senza volere scomodare concetti di foscoliana memoria, è vero che le tombe sono forse più utili ai vivi che ai morti, e se il Comune di Modica poca attenzione intende prestare ai primi, prenda seri provvedimenti almeno per il rispetto della memoria dei secondi.
Il problema è ormai vecchio di anni, legato da cavilli burocratici che sembrano insormontabili, ma con l’approssimarsi della commemorazione dei defunti si ripropone in tutta la sua drammaticità. A farsi portavoce dell’amarezza e del dolore è un lettore che ha voluto rivolgere una lettera proprio al caro defunto che ormai da diversi anni non riceve un fiore o una visita a causa della chiusura del lotto in cui riposa.
“E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrati” scrive il lettore “Ormai riposi in quel luogo da anni, e non sono riuscito a passare a trovarti. Non è colpa mia, ma di quei maledetti luoghi che sono inagibili da anni oramai”.
“Da anni, tanti cittadini modicani con parenti sepolti nei lotti inagibili fanno appello alle istituzioni per riaprire quello spazio. Sicuramente quando hai acquistato quei loculi, eri convinto di aver fatto un acquisto sicuro, immaginando che un giorno i tuoi cari, amici e nipotini, sarebbero passati a portarti un fiore, a recitare una preghiera, a raccontare le tue storie ai posteri. Ma ora tutto è cambiato” scrive ancora il lettore. Si tutto è cambiato una fredda ringhiera da cantiere è divenuto il sacrario in cui depositare fiori e candele.
La chiusura di interi settori del cimitero vecchio ha lasciato tanti modicani senza la possibilità di visitare i propri cari. Scrive ancora nella lettera: “Ogni anno, con l’arrivo di ottobre e novembre, si ripete la stessa amarezza: non è possibile accedere alla tua tomba. Di eterno, ormai, c’è solo la transenna che impedisce l’accesso, mentre le battaglie per la riapertura restano inutili”.
Nelle lettera però emerge un ulteriore problema, visto che anche nei lotti 1-2-3 del cimitero nuovo iniziano ad esserci problemi strutturali proprio ai livelli più alti con solai danneggiati dalle intemperie.
“Non si tratta solo del cimitero vecchio. Anche il cimitero nuovo, costruito da meno di 25 anni, presenta problemi di manutenzione. Loculi che cadono a pezzi, soffitti vittime di umidità e incuria… Eppure la morte a Modica è diventata cara, e non in senso affettuoso come diceva San Francesco, ma cara economicamente” sottolinea il nostro lettore.
“Il “Caronte modicano” – scrive – chiede cifre esorbitanti per i loculi, anche quelli costruiti oltre 20 anni fa, venduti a prezzi di mercato come fossero nuovi. I problemi burocratici del cimitero vecchio sono ormai noti, ma i politici sembrano prenderli sottogamba. I modicani non vengono rispettati nemmeno da defunti”
A chiusura delle lettera c’è un appello al gestore dei servizi cimiteriali della Città di Modica, che riportiamo per intero. “Al gestore dei servizi cimiteriali chiedo almeno una manutenzione adeguata nel cimitero nuovo. È inaccettabile pagare cifre elevate per poi trovare solai lasciati all’incuria, sporco e abbandono. I defunti meritano rispetto anche nella morte, e le somme incassate devono essere utilizzate per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Mi auguro che il cimitero di Modica venga mantenuto pulito non solo in vista del 2 novembre, ma tutto l’anno. È una questione di rispetto per la memoria dei defunti e per la dignità dei vivi”.