Il dito nell'occhio

Modica: l’ombra del dissesto e il colloquio ‘segreto’ tra il sindaco e l’on Abbate

Ricostruzione vera, ma che potrebbe essere falsa dell’avv. Salvatore Poidomani segretario del Pd di Modica

Il segretario del Partito Democratico di Modica Salvatore Poidomani dopo i vari interventi di questi giorni sul rischio dissesto del Comune di Modica torna ad occuparsi della questione in maniera diciamo insolita. Riportando un colloquio che il sindaco Maria Monisteri ha avuto con l’on Ignazio Abbate. 

Ma andiamo per ordine. Innanzitutto sappiamo che il sindaco Maria Monisteri in questi giorni si è chiusa nel silenzio più totale continuando a nascondere ai cittadini la reale situazione finanziaria. Un comportamento che il segretario del Pd definisce “anomalo”.

“Non solo-prosegue Poidomani- molti continuano ad accusare la sindaca di non aver idee chiare sul da farsi, di non essersi resa conto, in questo anno e mezzo, della serietà della situazione, di non essere intervenuta tempestivamente per tentare di raddrizzare le sorti del Comune e per evitare il dissesto, che come sappiamo ha conseguenza disastrose per lavoratori, cooperative dei servizi, imprese, creditori e cittadini tutti.

Eppure-specifica-noi sappiamo che non è così e che Maria Monisteri negli ultimi giorni è stata molto attiva e in stretto contatto con l’on.le Abbate, per cercare congiuntamente le strategie in vista del contraddittorio con i giudici contabili.

Ci è stato riferito di un colloquio tra i due politici che, pur trattandosi di una conversazione privata, riteniamo giusto diffondere, perché c’è un evidente interesse pubblico alla conoscenza.

Il segretario Poidomani racconta che nei giorni antecedenti all’arrivo della nota della Corte dei Conti, i due si siano incontrati davanti a palazzo San Domenico.

E il segretario riporta letteralmente quello che gli è stata riferito.

È una mattina di questo mese di ottobre. La temperatura è mite e il cielo di un azzurro struggente, che dà sul bianco.

Abbate aspetta, di buonora, nella zona di parcheggio sotto il Municipio. Volutamente solo, senza la schiera dei suoi ex e attuali assessori, che a quell’ora dormono saporitamente, senza sospettare cosa stia per accadere. È leggermente ansioso.

La sindaca arriva, puntuale, come tutte le mattine. Mentre sta per scendere lo vede. La vista del suo maestro la turba un po’. Cosa vorrà a quest’ora, pensa. In un anno e passa di sindacatura, ha capito che quando lui viene ha bisogno di qualcosa. Ma lo giustifica, è fatto così. Chi non ha difetti!

I due si salutano calorosamente.

-Come stai? 

Ca siemu!

L’onorevole non si attarda nei convenevoli e va subito al motivo della sua presenza.

-Maria, fra qualche giorno riceverai una nota della Corte dei Conti. Stai tranquilla non è niente di grave, hanno preso un abbaglio.

-Non capisco!

– Ti chiederanno di trovare 96 milioni di euro entro la fine dell’anno. 

-Dici sul serio? Ma come si possono fare questi errori così grossolani?

-Maria può capitare; ormai con queste tastiere ultra sensibili basta toccare inavvertitamente un tasto e, senza accorgertene, ti trovi battuti tre zeri in più, e il danno è fatto. Stai serena.

-Ma io sono serena. Ho ancora impresse nella mente le parole che mi hai detto quando ti sei dimesso: “i conti sono in ordine, vai tranquilla”. Senti ma glielo segnali tu l’errore alla Corte?

-Sì, sì, ci penso io. Tu, invece, non dire nulla ai ragazzi.

-Ai ragazzi?

-Sì, ai consiglieri comunali. Sai, quelli sa piggiunu, sono tutti sensibili alla questione finanziaria. È inutile farli angustiare.

-Stai tranquillo, rimarrà un segreto tra noi due. 

I due si salutano. La sindaca si avvia verso il suo ufficio e mentre sale le scale, riflette tra sé: di questi tempi non ci si può fidare neanche della Corte dei Conti. Meno male che ci pensa Ignazio.

Dopo qualche giorno, come tutti sanno, quattro scombinati del Partito Democratico, informano la città dell’esistenza della nota della Corte dei Conti e della drammatica situazione in cui versa la città.

La sindaca segue la conferenza stampa e ascolta le interviste. Decide di chiamare l’onorevole.

-Ignazio, hai visto la conferenza stampa del Pd?

-Secondo te, io potrei perdere tempo a seguire le stupidaggini di questi quattro cani sciolti?

-In effetti avrei dovuto pensarci, scusami. Io l’ho seguita, per dovere istituzionale. Questi non sanno neanche leggere le carte.

-Sì, la questione degli zeri. Si sono fissati con gli ultimi tre zeri. Non vogliono capire che lo zero rappresenta il nulla, il vuoto. Perché anche loro sono così: il vuoto. I greci e i romani non utilizzavano lo zero, proprio per evitare che certi cretini gli dessero importanza.

-Mi hai convinta. Senti Ignazio, hai sentito cosa ha detto Poidomani?

-Chi?

-Poidomani.

-Boh!

-Praticamente sostiene che nell’anno 2021 e fino alle tue dimissioni nel 2022 hai gestito le finanze comunali in vista della campagna elettorale delle regionali.

-Chi lo dice?

-Poidomani.

-Chi?

-Il segretario del Pd.

-Ah! E che dice?

-Quello che ti ho detto. L’ha pure scritto. 

-L’ha scritto?

-Sì. Si deve avere una mente contorta per partorire un’idea del genere.

-Ah, quindi l’ha scritto?

-Cosa pensi di fare?

Nun putiemu tirare na petra pi ogni cani ch’abbaia. Sono un animalista convinto.

-Mi dispiace constatare che io sono più arrabbiata di te. Ero con te in quegli anni, assieme e Saro Viola e Giorgio Belluardo, e so come hai gestito le cose. Ti abbiamo sostenuto e abbiamo votato tutto con convinzione. Secondo me, noi quattro dovremmo dire alla città come stanno le cose. È una questione di giustizia.

-Maria, ma tutta sta valia ri unni ti veni? cu ni cci potta!

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Redazione