Il segretario della Camera del Lavoro di Modica Salvatore Terranova a seguito delle ultime vicende finanziarie del Comune di Modica a rischio dissesto fa una disamina sulla situazione dal passato ad oggi.
“Il Comune di Modica-scrive Terranova- vive da decenni una condizione di sofferenza finanziaria, che si cela in alcuni momenti come se persistesse soltanto in latenza e si manifesta acutamente e virulentemente in altri periodi.
Quello che l’ente sta attraversando attualmente è un frangente piuttosto lungo in cui è evidente che la sua crisi finanziaria sta esplodendo in maniera pervasiva e sta assumendo il volto della cronicità; essa sta emergendo solo perché un soggetto terzo ne sta mettendo in luce le contraddizioni annidatesi nella sua gestione tecnico-finanziaria da un decennio e passa.
È evidente-sottolinea Terranova-che in questi ultimi anni lo scompenso finanziario si è pericolosamente aggravato; l’ultima relazione della Corte dei conti sullo stato del piano di riequilibrio ne attesta eclatantemente le tantissime e pesanti sfasature, frutto di una politica che ha pensato più a sé stessa che al bene dell’ente; ne attesta il peggioramento che ora sembra non lasciare scampo.
La Cgil di Modica volle e propose nel 2013 all’Amministratore Buscema di ricorrere, in alternativa al dissesto, allo strumento del Piano di riequilibrio. Un piano di riequilibrio rimodulato diverse volte negli anni e che nel corso degli anni ha visto registrare, purtroppo, un grave peggioramento del quadro economico-finanziario. È stato presentato, ma è come se non fosse mai esistito: la gestione finanziaria quotidiana ha percorso un sentiero diverso da quello tracciato in seno allo strumento di riequilibrio. Un sentiero molto spesso e in maniera prevalente parallelo alle misure delineate nel piano, e se ne può comprendere il perché: seguire pedissequamente le misure appostate in esso avrebbe significato bloccare le ambizione carrieriste di qualcuno.
Dopo 11 anni di vigenza del piano è come se si fosse al punto zero. Nessun progresso ne miglioramenti della tenuta econonico-finanziaria dell’ente territoriale, che ora sembra avere una presenza solo spettrale.
Ora-evidenzia Terranova-‘attuale Amministrazione, che presenta elementi di continuità col passato e altri, peraltro minoritari, di diverso orientamento, si trova sul tavolo la gestione di una emergenza che non lascia molta manovra sul piano tecnico; può lasciarne una tutta politica, quella di continuare a dissimulare i fatti per prendere tempo, per allungare i tempi col rischio di ritrovarsi tra qualche mese al punto di oggi. Essa pensiamo si era prefisso da tempo l’obiettivo di approvare i consuntivi 2022 e 2023 e i rispettivi consolidati, per ottenere lo sblocco di una parte dei trasferimenti statali per appianare qualche debito maturato con lavoratori diretti ed indiretti e qualche impresa, ma sta impiegando troppo tempo per raggiungere tale obiettivo e nel frattempo però è arrivata la relazione del corte citata prima, che qualcosa condiziona. Un obiettivo che può essere ancora realizzato per attutire i colpi delle richieste dei creditori, ma poi l’Amministrazione dovrà confrontarsi con la scelta più complicata: decidere che fare.
Di una cosa siamo certi-conclude Terranova-qualunque scelta sarà fatta dovrà essere tutelata e messa al sicuro tutta la base dei lavoratori che direttamente o indirettamente hanno lavorato con il Comune: dai lavoratori delle cooperative ai dipendenti comunali, passando per i lavoratori della Spm, oggi Gesco. Tutti i loro crediti dovranno essere messi in sicurezza e salvaguardati. Questo è in primo luogo ciò che chiediamo al Governo Monisteri e a coloro che al suo interno hanno a cuore le sorti della città e delle persone.