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Chiusura Eni Versalis a Ragusa: nuove adesioni aspettando la protesta del 12 novembre

Mentre si attende il 12 novembre per scendere in piazza contro la chiusura dell’impianto Eni Versalis a Ragusa, già fissata per il 31 dicembre, si continuano a registrare interventi a fianco dei lavoratori che stanno vivendo giorni di grande apprensione.

“Eni prima ha avvelenato mare, terra e l’aria, ora scappa con la cassa. Noi diciamo no!” dichiara l’avvocato Marcella Borrometi, segretaria provinciale di Sinistra Italiana che annuncia anche l’adesione di Alleanza Verdi Sinistra allo sciopero indetto da CGIL e UIL per giorno 12.
“Anche a Ragusa saremo in piazza per dire no alla perdita di posti di lavoro e chiediamo con forza che venga finalmente dato avvio a un progetto di risanamento e di riconversione del polo industriale per un rilancio sostenibile sul piano ambientale, della salute, ma anche sul piano economico e occupazionale.

L’abbandono del territorio da parte di Eni ha inoltre un significato politico chiarissimo: lo Stato,
proprietario di Eni per il 30%, ha deciso di abbandonare Siracusa, Ragusa e i 10 mila lavoratori e lavoratrici, al loro destino” continua la Borrometi.
In un comunicato congiunto dei vertici regionali, sottoscritto anche dall europarlamentare Leoluca Orlando, si sottolinea che non  si può e non si deve infatti accettare la decisione unilaterale di Eni-Versalis di dismettere gli asset industriali senza una contestuale implementazione di un modello produttivo alternativo.
Un modello  che possa conquistare uno spazio economico importante nel contesto internazionale e che sia anche capace di garantire gli attuali livelli occupazionali .    
I grandi assenti in una vicenda che rischia di dare il colpo di grazia all’economia siciliana, sono
infatti il governo nazionale e quello regionale, assolutamente inermi nonostante la crisi che ha
investito il polo industriale sia ormai drammatica.
Il Governo deve bloccare immediatamente il processo di smobilitazione di Eni e, contestualmente,
impegnare risorse economiche adeguate per guidare un processo di risanamento del territorio e di riconversione degli asset industriali.
“La Sicilia ha già pagato un prezzo salatissimo sul piano dell’ambiente, della salute e della perdita di posti di lavoro. Non siamo disposti a pagare ancora e ci batteremo con tutte le nostre forze perché nessuno sia costretto a scegliere tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro” conclude la Segreteria di Sinistra Italiana Ragusa.

Published by
Cinzia Vernuccio