Lettere al Direttore

Modica, lettera aperta del consigliere Borrometi: “Il mio voto contrario espressione di democrazia”

L’ultimo consiglio comunale di Modica, sulla votazione dei bilanci consolidati ha visto la maggioranza spaccarsi con numerose defezioni e con il voto contrario del consigliere di Modica Al Centro, Fabio Borrometi.

Quest’ultimo, che era stato dai noi contattato e che aveva spiegato le motivazioni del suo voto contrario, oggi ha inviato una lettera aperta per chiarire ulteriormente quello che è accaduto al consiglio alla luce soprattutto di alcune illazioni che sono state fatte proprio sulla sua scelta e su quella dei componenti del suo gruppo assenti in aula.

“La congerie di parole e opinioni profuse in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale, mi induce a fare qualche riflessione che, spero, possa servire a sopperire la mancanza di quel tanto auspicato sistema di trasmissione che permetta, quanto prima, la visione in streaming dei lavori del Consiglio. Anche perché, la mediazione operata dagli organi di informazione restituisce all’esterno una visione pur sempre filtrata da quelle che sono le personali impressioni\convinzioni di chi, comunque, deve “relazionare” un evento al quale non ha personalmente preso parte ma che ha appreso “per sentito dire”, per cui lasciate che questo “esercizio” interpretativo lo faccia chi, a quei lavori, era personalmente presente.

La votazione di giovedì era, sicuramente, molto importante perché la Giunta ha sottoposto al vaglio e all’approvazione del Consiglio due strumenti finanziari di tutto rispetto, come i bilanci consolidati degli anni 2021 e 2022, e la partenza non era per nulla semplice, visti gli interventi preventivi del Collegio dei Revisori costituiti da un lungo e articolato parere negativo per il consolidato 2021 e un “non parere” per il consolidato 2022.

Or bene, non voglio dilungarmi sugli aspetti di merito di questi atti e sulla opportunità o meno di approvarli, quanto sulle dinamiche “politiche” che hanno fatto da corollario, come per la verità sempre avviene, a questa votazione.

Il dato di cronaca è noto a tutti: su 21 consiglieri di maggioranza ne erano presenti solo 13, e di essi uno ha votato in senso contrario, io.

In effetti, come qualcuno ha avuto modo di dire, il dato saliente è che gli atti in questione, ancorché a maggioranza, sono stati approvati.

Ma l’esiguo numero di presenze (o, per meglio dire) l’alto numero di assenti tra i consiglieri di maggioranza, in uno al voto contrario di uno di essi, ha sollevato una ridda di commenti e polemiche che hanno destato in me l’interesse, più che verso il dato concreto vero e proprio, ad approfondire questo aspetto che mi incuriosisce più di ogni altro: l’esercizio concreto della Democrazia.

Non voglio certo addentrarmi in sofisticate disquisizioni per le quali mi mancherebbero le capacità, ma limitarmi a ragionare intorno ad un concetto, quello di Democrazia appunto, sul quale “temo” di avere una visione alquanto differente da quella dei più.

Confesso a me stesso che la mia idea affonda le radici in concetti ben più elementari di quelli elaborati nel corso dei millenni; non mi permetto neppure di divagare sulle sue origini greche o latine, ma mi fermo all’elaborazione che di questo sistema di governo ne fece Jacques Rousseau secondo il quale, con una visione più semplice, romantica o, se si preferisce, elementare, ebbe modo di dire che la democrazia “o è diretta o non è”. E quale maggiore espressione di democrazia diretta vi può essere nell’esprimere liberamente la propria idea ed essere pronti a confrontarla con quella degli altri?

E se è così, può un semplice, “modesto” Consiglio Comunale di un “piccolo” comune facente parte di una “piccola” provincia, essere il luogo in cui, pur nella sua forma più semplice, romantica o, se si preferisce, elementare, l’idea concreta di Democrazia trova la sua più alta esplicazione?

La risposta, per me, non può che essere positiva.

Perché vedete, quello che si è “consumato” giovedì sera al Consiglio Comunale di Modica non è lo “sbrandellamento” di una maggioranza o il risultato della sua “crisi profonda”, come con evidente “soddisfazione cinica” (quella che i tedeschi mirabilmente chiamano “shadenfreude”) l’opposizione si è subito sperticata di definire, ma l’esercizio concreto, effettivo di Democrazia in cui, in un libero confronto di idee, alla fine è prevalsa la volontà della maggioranza che, nei sistemi democratici, è quella che prevale su tutte le altre.

Perché, probabilmente in maniera ingenua ma sicuramente in assoluta buona fede, io rifuggo l’idea di maggioranze pre-costituire o, peggio, pre-imposte, prediligendo piuttosto l’importanza del confronto, dello scontro se necessario, ma pur sempre del rispetto delle opinioni altrui e delle maggioranze che, in questo sano e libero confronto, ne fuoriescono.

Non partecipare al Consiglio di giovedì sera o votare in maniera contraria alla proposta di deliberazione avanzata dalla Giunta, ha significato manifestare liberamente, in modo diretto o indiretto, il proprio pensiero.

Chi, da qualunque parte politica, di questa libera espressione ne ha tratto o ne trarrà argomenti diversi o strumentali, lo farà pur sempre nel suo legittimo esercizio di opinione, ma stravolgendo quello che per me è il concetto semplice, romantico o, se si preferisce, elementare di Democrazia.”


Fabio Borrometi

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Redazione