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Forum del Terzo Settore di Ragusa preoccupato sul futuro incerto dei servizi socio sanitari iblei

Il Forum del Terzo Settore di Ragusa esprime solidarietà alle preoccupazioni avanzate da Luca Campisi, Presidente di Confcooperative Ragusa, sul futuro incerto dei servizi socio-sanitari e assistenziali nella provincia.

Infatti Campisi ha sottolineato come la sostenibilità delle cooperative sociali sia messa a dura prova dall’aumento dei costi del lavoro, senza adeguamenti normativi che ne tengano conto. In particolare, la Legge 22/86 e i modelli di convenzione richiederebbero una revisione per rispondere efficacemente alle mutate esigenze del settore.

I nodi critici: incremento del costo del lavoro e linee guida inadeguate

Uno dei nodi critici è rappresentato dagli incrementi dei costi del lavoro, che già da ottobre di quest’anno mostrano una tendenza al rialzo destinata a proseguire nei prossimi anni. Inoltre, come osserva Campisi, le attuali linee guida per gli assistenti alla comunicazione (Asacom) si rivelano ormai inadeguate.

La Regione Siciliana riconosce ai Comuni un costo orario massimo di 21 euro (IVA inclusa), mentre il mantenimento del servizio richiederebbe almeno 24 euro (più IVA), cifra che al momento non è supportata.

Gli enti non godono di una situazione economica florida

La mancanza di risorse finanziarie è un problema costante per molti Comuni della provincia, alcuni dei quali in situazioni di dissesto o pre-dissesto, con conseguenti tagli ai servizi essenziali per le categorie più vulnerabili, come anziani, immigrati e persone con disabilità.

Questa carenza di fondi si riflette nei bilanci comunali, dove le risorse per i servizi sociali sono spesso insufficienti e inadeguate. È sempre più frequente, inoltre, che prestazioni essenziali (inclusi i Liveas) siano coperte con fondi destinati ad altre finalità, compromettendo lo sviluppo stabile dei servizi.

Anche a livello nazionale si chiedono misure efficaci

Vanessa Pallucchi, portavoce nazionale del Forum, ha recentemente sottolineato l’importanza di un maggiore coinvolgimento del Terzo Settore nella definizione delle politiche pubbliche, evidenziando la necessità di misure efficaci per contrastare l’aumento delle disuguaglianze, il peggioramento della sanità e il disagio giovanile. Pallucchi ha anche messo in discussione l’assegno di inclusione come strumento contro la povertà, considerandolo ormai insufficiente per rispondere ai bisogni attuali.

È auspicabile, dunque, che tutte le istituzioni a livello locale e nazionale intraprendano azioni concrete per invertire questa tendenza e garantire la tenuta del tessuto sociale e del sistema dei servizi socio-assistenziali, per tutelare soprattutto le fasce più fragili della comunità.

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Redazione