Il progetto è tornato da dove era partito: Modica. Ha fatto un lungo giro, con qualche fermata, stop tecnici, imprevisti, difficoltà, ma poi alla fine, eccolo. Si presenta. Dove? Ma a Modica, ovvio no?
Stiamo parlando della rivista letteraria Sciuscia (non c’è bisogno di traduzione, nè di consigli per la pronuncia), come lo leggi lo pronunci, insomma Ciuscia, se ci tenete proprio in italiano: soffia!
Sciuscia, infatti, la sera, dopo una giornata di afa, il venticello, quel ponentino – “vento cavaliere come lo chiamano a Messina- (etmologia araba a parte). Ed è proprio questa ciusciata debole e gradevole che ha scatenato la vena creativa e letteraria di Antonio Migliore, siciliano di Modica, classe 1984. Da dieci anni fa il libraio a Milano ( prima a Roma), mancato giornalista malgrado gli studi e le esperienze accumulate a partire dal periodico “Il Clandestino”, che quando usciva, proprio a Modica, faceva tremare le vene alla classe politica modicana, purtropo, tanti anni fa non abituata al giornalismo di rottura, d’inchiesta, capace di dire pane al pane e vino al vino.
Antonio Migliore, ha un solo rammarico, quello di essersi allontanato per tanti anni da Modica. Non lo pensava. Questo scrive nella sua breve biografia, ma non ci crede fino in fondo.
“Cu nesci arrinesci” si dice e di quella pattuglia uscita dal Clandestino, molti non si sono pentiti di aver averlo fatto. Ecco perchè Antonio Migliore, poi tutto sommato è soddisfatto delle sue scelte e dei suoi progetti e della sua creatura, appunto il magazine Ciuscia.
Si vedeva l’altra sera alla società Operaia di Modica bassa, nei suoi occhi, nelle sue parole, incalzato dalle domande di Paola Contino, libraia di avanguardia, scopritrice di talenti, capace di intercettare il nuovo e l’originale. E’ Ciuscia è una iniziativa editoriale oltre che letteraria che rompe gli schemi: il formato, la veste grafica, l’impaginazione esasperata, troppo “ammattonata” (ma è un nostro giudizio), l’originalità degli insert. Non è un giornale diocesano, per intenderci. C’è alta scuola, ricercatezza, originalità ed innovazione.
E’ poi c’è la scelta dei contenuti e l’originalità del progetto, che, ha detto Antonio Migliore, nasce da una considerazione: l’assenza totale nel sudest della Sicilia, di una rivista letteraria in grado di valorizzare, portare alla ribalta, fare conoscere questo territorio; invidiato, meta di turisti, ma poco promosso da un punto di vista letterario. Sostanzialmente non c’è niente, qualche libro qua e là che racconta di saghe famialiari, poi “calmaria”, mare piatto.
Per questo il progetto smuove l’acqua in questo sudest, tanto chiaccherato e richiamato, ma poi solo citazioni.
Antonio Migliore, ha pensato ad un viaggio in treno da Siracusa a Modica, ( il sudest) recuperando un vecchio ricordo; un’intervista con un ex ferroviere Carlo Galazzo, che di rotaie e di treni ne capisce, per esserci nato al di là delle rotaie, nel vecchio casello e per essere figlio d’arte.
La rivista contiene, in questo viaggio, sei contributi, quattro affidati ad autori poco noti (Serena Carpinteri, Gaetano M.Celestre, Giarcarlo M.Costa), uno Orazio Labbate, autore noto, al grande pubblico, e uno scritto proprio da Antonio Migliore.
Il risultato è una miscela esplosiva, di “nuovo”, di originale, di fresco, di inedito. Un vento nuovo che soffia nel sudest. Una vera e propria “ciusciata” . E’ cambiato il vento? Si spera.