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Le tele di San Giovanni a Modica: ancora in attesa di restauro, un flop turistico

La storia che stiamo per raccontare va avanti da circa un anno e ha orami del clamoroso e dell’inverosimile. Da un anno, le quattro tele settecentesche della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Modica Alta attendono un restauro annunciato ma mai avviato.

Impacchettate e riposte in attesa di un viaggio mai iniziato, rappresentano l’emblema di un sistema burocratico lento e inefficiente.

Andiamo con ordine e cerchiamo di fare luce su una situazione che in sintesi è la classica storia italiana dove la burocrazia e i loro funzionari fagocitano per intero un sistema chiamato Paese.

Il finanziamento e le promesse disattese

Nel novembre 2023, l’onorevole Ignazio Abbate, presidente della prima commissione ARS, riuscì a ottenere uno stanziamento di 70.000 euro per il recupero delle tele grazie a un emendamento alla finanziaria 2023. Un traguardo storico per la parrocchia, che accese le speranze per il recupero di un patrimonio artistico unico: le tele di San Francesco da PaolaSan Giuseppe MorenteSanta Margherita da Cortona e Santa Maddalena.

Un percorso a ostacoli burocratici

L’emendamento proposto dall’on. Ignazio Abbate è stato lungimirante, un sostegno corposo alla conservazione del meraviglioso patrimonio artistico contenuto all’interno di una delle più belle chiese modicane.

Un intervento che si è reso necessario per riportare all’antico splendore tele che nel 2002 sono state incartate e riposte in una stanza del salone di San Giovanni per favorire i lavori di recupero e restauro della Chiesa.

L’arrivo del nuovo parroco, don Roberto Avola, ha fatto si che tele tornassero alla loro collocazione naturale. Obiettivo far sì che non andassero perdute all’interno di uno sgabuzzino.

Un annuncio storico che fa ben sperare

L’annuncio del finanziamento il 18 novembre 2023, è qualcosa di storico per questa parrocchia. Finalmente qualcuno si è interessato e sembra l’inizio della nuova vita per le tele di S.Francesco da Paola, S.Giuseppe Morente, S.Margherita da Cortona e S.Maddalena.

La macchina amministrativa si muove e sembra tutto andare per il verso giusto, ma sul finire del 2023 forse qualcosa non va a buon fine ai Beni Culturali di Ragusa, si rischia di perdere il finanziamento. I ritardi amministrativi vengono risolti, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, il finanziamento viene accolto e quindi la macchina burocratica si mette in moto.

Il finanziamento fu approvato dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e, il 19 febbraio 2024, venne celebrata la consegna ufficiale dei lavori, 93 giorni dopo dall’annuncio di novembre.

Una nutrita squadra di tecnici, burocratici, politici e clero si ritrova nella Chiesa di San Giovanni per la consegna ufficiale dei lavori di restauro, obiettivo sarebbe stato quello di riaverli allocati nelle rispettive cappelle già per l’estate 2024. Ma a quanto pare così non è stato, forse qualcosa alla Sovrintendenza è andato storto, visto che era compito loro gestire le somme provenienti dall’emendamento.

Nonostante i proclami e l’affidamento diretto alla COO.BE.C. di Spoleto, i ritardi accumulati da uffici e funzionari hanno fatto slittare ogni operazione.

Tempi biblici e pessime figure

Certamente nessuno vuole mettersi contro i tempi biblici della burocrazia italiana. Però viene da domandare se l’azienda era stata già individuata il 28 dicembre 2023 attraverso i criteri dell’affidamento diretto come mai non si è partito subito a gennaio?

Infatti il Soprintendente di Ragusa, avendo preso atto dei requisiti e verificato le procedure ha dato esito positivo in data 29-12-2023. Invece si è è arrivati al 19 febbraio, tutto sembra pronto a partire, questione di settimana e le tele spiccheranno il volo, ma ancora una volta inizia una lunga trafila che di settimana in settimana si allunga.

L’estate 2024, con il successo del percorso mariano nelle chiese di Modica, ha rivelato la contraddizione: turisti e fedeli hanno trovato le tele ancora impacchettate. Un’immagine di inefficienza che ha offuscato l’immagine della città e di questo piccolo scrigno che è la Chiesa di San Giovanni.

Una pessima cartolina di Modica Alta perché da mesi queste tele necessitano di un intervento e ancora una volta i tempi biblici della burocrazia rallentano la crescita e lo sviluppo di una città come Modica.

Un cronoprogramma infinito

Per questo procedimento sono stati coinvolti ben 4 operatori: un progettista, un direttore lavori e due supporti al RUP. Giustamente uno per tela, manca solo quello dei portoni, visto che l’on. Ignazio Abbate nel giorno della consegna lavori a febbraio si è accorto dello stato ammalorato delle porte di ingresso, premurandosi di far inserire sempre anche il recupero funzionale del portone principale.

L’importo totale dei lavori è di 65.967,19 e servirà per le tele, quattro dipinti del settecento e per il ripristino funzionale del portone principale.

Numerose lungaggini solo per completare documenti di normale amministrazione per questo ambito. Solo per far capire i lettori: l’affidamento diretto è stato completato il 15 luglio 2024, dopo che l’azienda è stata rintracciata il 28 dicembre 2023. Il contratto però è stato firmato il 5 agosto dalla titolare dell’azienda, mentre solo il 13 settembre 2024 dal sovrintendente De Marco.

Inoltre, il 19 settembre l’azienda comunica l’IBAN per l’assolvimento degli obblighi sulla tracciabilità dei flussi finanziari, cosa che avrebbe potuto fare già nell’immediato.

Tuttavia, la Regione dopo aver ricevuto gli incartamenti, secondo il crono programma inviato dai Beni Culturali di Ragusa stilato il data 3 giugno 2024, ha proceduto ad emanare il decreto il 7 novembre 2024 secondo cui stabiliva l’impegno definitivo delle somme già prenotate.

Habemus restauro?

Sembra oramai tutto pronto il decreto regionale è il segnale di partenza. Ora occorrerà capire come intende procedere la Sovrintendenza, visto che l’importo è stato diviso su due tranche, 25.231,98 euro imputabile all’esercizio finanziario 2024, la restante parte ben 40.040,00 relativi all’esercizio finanziario 2025.

Nella speranza che queste tele possano tornare a splendere ci auguriamo che altri lavori, curati dalla Sovrintendenza nelle chiese modicane possano trovare una soluzione.

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Redazione