Applausi convinti al Teatro Duemila di Ragusa per il secondo appuntamento della stagione teatrale, che ha visto in scena Sergio Rubini e Daniele Russo in “Il Caso Jekyll”, una rilettura del celebre romanzo di Robert Louis Stevenson.
La rappresentazione, applaudita a scena aperta, ha saputo coniugare atmosfere gotiche e riflessioni psicanalitiche, regalando al pubblico due ore di spettacolo intenso e coinvolgente.
Rubini, nel doppio ruolo di interprete e narratore, ha adattato il racconto alle paure contemporanee, dando vita a un dottor Jekyll che, nella sua ricerca sui disturbi della mente, anticipa intuizioni freudiane. L’Io e la sua controparte oscura, l’Inconscio, diventano protagonisti di un dramma psicologico: Jekyll, blasonato scienziato di fine Ottocento, sperimenta su se stesso, liberando il suo doppio, Edward Hyde. Ma l’esperimento sfugge al controllo, e Hyde prende il sopravvento, portando caos e distruzione nella vita del protagonista.
La messa in scena si distingue per un uso sapiente di luci e scenografie, che trasportano lo spettatore in un’epoca lontana, dove costumi e dettagli scenici si fondono con un’atmosfera cupa e inquietante. La struttura scenica – con livelli rialzati, velature e giochi di ombre – amplifica la tensione drammatica, rendendo il conflitto tra Jekyll e Hyde tangibile e visivamente potente.
Daniele Russo si distingue per un’interpretazione intensa e trasformista, alternandosi tra la razionalità tormentata di Jekyll e la violenza primitiva di Hyde, sottolineata anche da dettagli fisici, come l’uso della parrucca. Rubini, dal canto suo, aggiunge profondità al testo, guidando il pubblico con la sua voce e la sua presenza scenica, enfatizzando il tema del conflitto interiore che attraversa l’intera rappresentazione.
Lo spettacolo si concentra sul cuore psicanalitico del romanzo, sfrondandolo dagli elementi più fantasiosi per esplorare il sottile equilibrio tra Bene e Male. L’amico avvocato di Jekyll e l’ispettore che indaga sugli atti efferati di Hyde completano un intreccio che avvince e stimola la riflessione, portando il pubblico a interrogarsi sulle sfumature dell’animo umano.
La rappresentazione ha conquistato gli spettatori, dimostrando ancora una volta la capacità del teatro di attualizzare i classici, rendendoli strumenti per esplorare le complessità del presente. Un successo meritato per un’opera che lascia il segno.