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Il lato oscuro dell’economia, dopo la manovra: i poveri rimangono poveri, la sanità resta al palo

(di Salvatore G. BLASCO)Con la manovra in atto 2024-2025 sotto la direzione del duo Georgetti-Meloni, a mio avviso, la teoria economica sembra essersi irrigidita in una ortodossia che pochi vogliono  mettere in questione. E’ tutto nebuloso e improntato in dispute ideologiche.


di Salvatore G. BLASCO

Non vedo nulla nelle loro scelte di sviluppo e qualità. Scelte che non soddisfano i bisogni ( pochi centesimi al giorno per le pensioni minime) e niente per i meriti e le competenze.

Partire dal merito e dai bisogni reclama ( si, proprio così, reclama ) una idea sia pure larvata che io non vedo in questa manovra che è a mio avviso un ,insieme di scelte fatte al solo scopo di soddisfare i propri orticelli.

    Restare fermi nei sovranismi impedisce di certo di rappresentare l’intera società, a maggior ragione quando i poveri crescono arrivando a 6 milioni ,il ceto medio dai 28 a 50 mila lordi annui viene trascurato o accontentato con delle mance e  più ancora la classe operaia che si sta contraendo sempre di più, riducendosi di numero e di peso.

     Ma tutto avviene nel silenzio politico mentre si lavora per altri orticelli come quello scandaloso di aumentare la paga di ministri e sottosegretari di  oltre 7000 euro al mese. Emendamento ritirato dopo tanto frastuono. Ma aggirando l’ostacolo riconoscendo ai suddetti rimborso spese per la stessa cifra.

     Stendo un velo pietoso in cui versa il settore sanitario nel suo insieme. Eppure questo settore rappresenta un punto fondamentale per qualunque Paese che vuole essere annoverato tra le Nazione democratiche di primo livello.

Il mio pensiero, visto le politiche monetarie e fiscale di cui sopra mi porta a rimpiangere le capacità economiche e al senso profondo dello Stato di Keynes o di Sraffa, per fare solo degli esempi costruttivi.

Per restare nell’analisi dei fatti, circa i rapporti della Meloni con Elon Musk, l’ex premier Mario Monti ha attaccato: c’è una perdita  di dignità  dello Stato, al quale la premier signora Meloni ha replicato: < ho buoni rapporti con un sacco di gente e non prendo ordini da nessuno>.

     Io auspico che la premier si comporti da capo del governo e non da arruffapopoli. Perché così divide e confonde il popolo.

     Lascio da parte i numeri della manovra , che mutano in continuazione, per non rendere pesante la lettura a chi si avvicina a questo contributo.

     La crisi della scienza economica, la sua durata, gli ininterrotti litigi e soprattutto l’incapacità di un rimedio costringono all’aforisma.

     Altri modi d’espressione sono stati ormai ( e da tempo) consumati e, a ripeterli, si rischia solo  e solo di sciupare il nuovo che da questa crisi ( almeno lo spero ) ha da nascere.

     Le ripetizioni continue hanno del resto almeno creato immagini esemplari adatte al giudizio apolitico, e quindi coerenti con l’aforisma.

Insomma qui è un compito dal quale le  naturale scienze economiche  di un Quesnay e dei suoi successori sono per scelta, lontane.

     S.G.B

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Redazione