Palazzo dei Mercedari, Lucifora (LAP) propone di realizzare il polo Museale
Nel 2014, un gruppo di lavoro appositamente costituito si occupò di svolgere una progettazione specifica per la sede, appunto, di un polo museale sull’identità iblea.
Modica – Anche il Dott. Francesco Lucifora, presidente dell’Associazione Laboratorio Autonomo Potenziale (LAP), che gestisce e valorizza il complesso monumentale di Santa Maria del Gesù e direttore del CoCA, archivio biblioteca arti contemporanee di Modica interviene riguardo la gestione del Museo intestato a Serafino Amabile Guastella.
La visione propositiva e la posizione di dialogo con l’amministrazione da parte dell’associazione LAP continua ad esserci, anche se è di poco tempo fa la presa di distanza dall’esecuzione di un video, annesso allo svolgimento di un evento musicale, svoltosi all’interno del Chiostro di Santa Maria del Gesù.
Evento per il quale è stata richiesta la location della struttura quattrocentesca, con arroganza e presunzione di gratuità da parte di componenti dell’amministrazione.
Lucifora dichiara infatti: – “La città di Modica ha i professionisti adeguati e molti operatori e artisti e gli amministratori non devono far altro che coinvolgerli nella definizione di un percorso che può far diventare la nostra città protagonista assoluta del panorama culturale Sicilia -.
Lucifora sottolinea:- Non è mio interesse entrare nel merito delle polemiche riguardanti la legittimità di atti amministrativi sulla direzione del fondo demo-etnoantropologico collocato al primo piano del Palazzo dei Mercedari – dichiara Lucifora – perché credo che se la questione non è stata ancora del tutto chiarita presto lo sarà; piuttosto sono convinto debba essere prioritario per la comunità modicana interrogarsi su quale futuro si voglia costruire per l’arte e per la “cultura” nella nostra città e, in modo particolare, quale funzione Palazzo dei Mercedari dovrebbe svolgere rispetto alla via individuata.
Il mio parere è che questo bene storico e architettonico debba essere sede di un “polo museale” che sia unico nel suo genere nel comprensorio ibleo e in tutta la Sicilia e solo dopo averne definito i tratti ci si dovrebbe soffermare su ruoli o incarichi da assegnare.
Quella del “polo museale”, lo ricorderanno in molti compresi i membri dell’attuale amministrazione cittadina, non è un’idea inedita, anzi ha già qualche anno e risale a quando, nel 2014, un gruppo di lavoro appositamente costituito (del quale facevo parte) si occupò di svolgere una progettazione specifica per la partecipazione a un bando di adeguamento a fini museali che individuava Palazzo dei Mercedari come sede, appunto, di un polo museale sull’identità iblea.
La progettazione si concentrava sulla creazione di un contenitore di patrimoni culturali diversi accomunati dallo stesso filo conduttore: la rappresentazione dell’attività umana quale testimonianza delle diverse fasi culturali di una comunità attraverso la Storia. Quel bando, purtroppo, subì delle interruzioni di natura burocratica e la relativa progettazione rimase agli atti tra i desiderata riguardanti l’edificio”.
Dunque, nello stesso momento in cui c’è chi definisce polemica l’insieme delle indignazioni sollevatesi da singoli cittadini e delle richieste di chiarimenti da gruppi di opposizione a seguito dell’articolo apparso su giornale on line Il Domani Ibleo, a firma del Direttore Gianni Contino uscito il 19 maggio 2021, c’è anche chi fa una domanda cruciale sulla questione cultura. Una domanda di chi come esperto del settore non lascia vie di fuga.
Si ricorda al lettore che l’articolo – denuncia ha messo in rilievo come tutta la giunta, su proposta dell’attuale sindaco Ignazio Abbate ha proceduto alla nomina della Professoressa Grazia Dormiente a Direttore a vita del Museo delle arti Serafino Amabile Guastella, negando così agli eredi dei prestigiosi fondatori del museo di subentrare e altresì, lasciando la porta aperta a possibili scelte poco trasparenti sui possibili operatori all’interno del museo stesso.
Nel terremoto del mondo culturale e politico, si inserisce la preziosa riflessione del Lucifora che aggiunge: – “In questo particolare momento storico, nel Sud-Est di Sicilia si soffre della carenza di un luogo deputato all’arte e alla produzione culturale come potrebbe essere Palazzo dei Mercedari – spiega ancora il presidente del LAP – e l’idea di unificare la collezione etnografica allestita nel piano superiore dell’edificio con la collezione delle sculture del maestro Enzo Assenza (così come previsto nel progetto e da collocare al piano terra) o anche del Fondo Roberto Turlà e la collezione proveniente dal progetto MAS, rappresenta un primo passo verso la realizzazione di un disegno complessivo capace di rendere davvero quel luogo un “polo museale” degno di questa definizione. Punto fondamentale sarebbe quello di unire le due anime del Palazzo con una programmazione dedicata all’arte moderna e contemporanea in modo da richiamare artisti emergenti e affermati da tutta Europa. A questo si dovrebbe aggiungere la programmazione di mostre snelle e veloci, “pop-up”, prevalentemente collegate allo spirito delle botteghe presenti al primo piano attraverso le figure artistiche locali o che nel nostro territorio hanno avuto modo di dar vita alle proprie produzioni. L’obiettivo sarebbe quello di far trionfare l’inclinazione umana alla creatività, dall’artigianato funzionale rappresentato dalle botteghe alla mutazione in pensiero artistico moderno e contemporaneo”.
“Tutto ciò, tuttavia – aggiunge Lucifora – ha necessità di progettazione e di figure adeguate e professionalmente preparate (un curatore, un conservatore, un restauratore a disposizione o a chiamata, un “registrar” per gestire i prestiti in entrata e uscita, un ufficio stampa per le relazioni pubbliche, un ricercatore di fondi solo per fare alcuni esempi), ma prima bisogna decidere concretamente sul futuro di questo immobile, come dicevo all’inizio, cogliendo l’opportunità reale di costituire lì un “polo museale” che fornisca strumenti e progetti ai cittadini del comprensorio e diventi visione omogenea per i viaggiatori e turisti da ogni parte del mondo”.
L’intervento del Dott. Lucifora si inserisce in una catena di confronti – riflessioni su questa vicenda, che ci si chiede da più parti se sarà il motore di azioni concrete e trasparenti riguardo il “sistema cultura” nella nostra città.
Arianna Salemi