Mafia: processo per voto di scambio a Vittoria, pentito fa nome dell’ex sindaco
Vittoria – Rosario Avila, collaboratore di giustizia, è stato sentito stamani in collegamento da località protetta, nell’ambito del processo che ha preso le mosse dall’inchiesta Exit Poll coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania e che ha portato al rinvio a giudizio di 10 persone.
Imputati con l’ipotesi accusatoria del 416 ter (voto di scambio politico mafioso) sono l’ex sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia, il fratello ed ex consigliere provinciale Fabio Nicosia, Giombattista Puccio, Venerando Lauretta e Raffaele Di Pietro. Per corruzione elettorale sono invece imputati Giuseppe Nicosia, Fabio Nicosia, Raffaele Giunta, Raffaele Di Pietro e Vincenzo Gallo, mentre l’ex assessore della giunta Nicosia, Nadia Fiorellini è indagata per falso in atto pubblico (assieme a Fabio Nicosia, Raffaele Giunta e Raffaele Di Pietro).
In due hanno scelto il rito abbreviato: l’ex sindaco Giovanni Moscato, condannato a 1 anno e 4 mesi per corruzione elettorale e Francesco Cannizzo ex assessore della giunta Nicosia, assolto.
La posizione di Francesco Aiello e di Lisa Pisani, entrambi candidati sindaco, venne archiviata assieme a quella di altri indagati.
Punto focale dell’udienza odierna, riguarderebbe proprio Francesco Aiello. Dal primo investigatore del Gico, sentito ad avvio processo, ai collaboranti Gravina ed Avila, i richiami su domande precise di pm e avvocati su chi il clan stiddaro dei Ventura appoggiasse alle Amministrative del 2016, la risposta è stata costante: “Il candidato sindaco Francesco Aiello”, a cui nella udienza odierna si aggiunge il nome di Cesare Campailla, quest’ultimo impegnato, secondo Avila, a cercare voti per Aiello. Appoggio rilevato anche in una precedente udienza in cui l’investigatore del Gico ricordava un post in cui Gian Battista Ventura, considerato uno degli elementi di spicco della stidda vittoriese, dichiarava appoggio ad Aiello. La portata delle dichiarazioni di Avila viene considerata “pesante”, dal momento che era il compagno della figlia di Titta Ventura e che iniziò la sua collaborazione con la giustizia nel 2015.
Avila ha parlato anche dei rapporti che, secondo quanto gli veniva riferito, due degli indagati in particolare avevano con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia affinchè gli stessi fossero considerati delle guardie del corpo vicine ad ambienti mafiosi. Nicosia ha reso spontanee dichiarazioni producendo documenti attestanti la distanza con quegli ambienti: assegnò un bene sequestrato e confiscato ai Ventura a una associazione onlus; chiese alle istituzioni di indagare proprio sul fatto che si indicavano due persone quali sue guardie e del corpo; chiese all’Amiu, municipalizzata dei rifiuti, di non assumere o impiegare Francesco Giliberto, di cui sapeva contiguità con ambienti mafiosi. La seduta che è pubblica, e’ stata aggiornata al 24 settembre prossimo. ( fonte Agi – Agenzia Giornalistica Italia)