I piccoli azionisti “traditi” della BapR chiedono a gran voce l’assemblea dei soci in presenza
Il Comitato dei piccoli azionisti della Banca agricola popolare di Ragusa che da tempo si batte per riottenere i propri risparmi, chiede a gran voce che la prossima assemblea ordinaria dei soci si celebri in presenza.
Con una nota rivolta direttamente al Presidente Arturo Schininà, il Comitato dei piccoli azionisti chiede che l’assemblea si celebri in presenza, dato che le nuove disposizioni in materia di emergenza sanitaria lo consentirebbero.
L’importanza dell’assemblea in presenza, ha un duplice significato: da un lato ristabilire il contatto diretto con la governance della banca che è alla base dell’istituto mutualistico di una banca popolare eliminando quel distacco che, oramai da anni, i piccoli azionisti percepiscono.
Dall’altro lato servirebbe a dare spazio alle richieste avanzate dai soci, in osservanza al corretto principio democratico di partecipazione e rappresentanza assembleare. Le ultime due assemblee non hanno consentito una vera partecipazione. Ma l’obiettivo primario del Comitato rimane uno ed uno soltanto: consentire ai piccoli azionisti di riottenere i propri risparmi.
C’è dunque enorme interesse a capire come la banca stia procedendo e che iniziative stia intraprendendo al fine di rendere liquide le azioni oramai praticamente bloccate nel mercato Hi-mtf dal 2018.
Secondo i piccoli azionisti l’argomento sarebbe invece stato “spostato sullo sfondo”. Sulle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono la Banca Agricola Popolare di Ragusa, il comitato evidenzia le storie di azioni vendute senza le corrette informative con la promessa che “le azioni sarebbero state liquidabili in tre giorni”. La verità, secondo il comitato, trova le sue conferme nelle numerose pronunce dell’Autorità per le controversie finanziarie (Acf) e, il fatto che la Banca non voglia ottemperare alle pronunce dell’Acf, dimostra l’ingiustizia che da almeno sei anni stanno subendo i piccoli azionisti.