Giù le mani da Peppe Drago (Udc). I veri amici non erano presenti alla convention di Abbate

Ospitiamo la riflessione di Christian Piccitto, autore di una tesi di laurea dedicata all’ex Presidente della Regione

di Christian Piccitto

La mia ammirazione per la figura di Peppe Drago e la riconoscenza che, da giovane modicano, nutro nei suoi confronti non sono mistero per nessuno. A lui ho dedicato la mia tesi di laurea, tracciandone il profilo politico e il percorso che negli anni lo ha visto protagonista assoluto nello scenario politico regionale. 


Il tempo, purtroppo, non mi ha concesso l’opportunità di conoscerlo a fondo; attraverso i racconti dei suoi amici, dei suoi collaboratori e della gente comune, che lo porta tuttora nel cuore, leggendo i contenuti delle sue proposte, assistendo ai suoi interventi in aula, è come se lo avessi conosciuto da sempre. 

Peppe (e lo chiamerò con nome come facevano tutti in città senza distinzione di età o classe sociale) è stato figlio della nostra Città e ne è divenuto padre. Se tentassi qui, fra queste righe, di raccontare il suo amore e la sua devozione per Modica farei un torto alla sua figura e al suo pensiero. 

Un pensiero, il suo, che ha animato un intero territorio e che lo ha reso vivo. Furono quegli gli anni del “Modello SudEst” e della valorizzazione di quel patrimonio materiale ed immateriale che rendono autentico questo nostro lembo di Sicilia. Fu nel corso del suo discorso d’insediamento come Presidente della Regione che questo suo pensiero raggiunse il culmine. Tutto ciò che avvenne dopo l’elaborazione di questo suo pensiero è storia ed è realtà tangibile e visibile tutt’oggi a nostri occhi.

Sabato scorso, nel corso di una iniziativa politica elettorale, è andato in scena un tentativo maldestro di ricollegarsi alla sua figura ed alla sua storia. Qualcuno, fra quelli che lo hanno osteggiato, sconosciuto e abbandonato, si è definito – senza alcun pudore o briciolo di coscienza – suo amico; ma dei suoi veri amici li non c’era neanche l’ombra. 

Ho visto le immagini più volte di quell’evento. Nessuno dei presenti in quella sala era amico di Peppe

Nessuno, fra quelli seduti a quel tavolo, e quelli accomodatisi fra le prime fila, hanno mai avuto nulla a che vedere con il suo percorso politico; qualcuno, allora, sedeva in fondo alle stanze animate dalla presenza di Peppe, senza alcun diritto di parola, ed oggi, dopo aver fatto giri immensi, tutti caratterizzati da flop personali elettorali, ed interminabili attese nelle segreterie del potente di turno, si ritrova li dove si spera risieda il futuro potere.



Il rapporto di Peppe con il suo partito fu legato a Pierferdinando Casini e, certamente, non all’attuale segretario. Il percorso politico del protagonista dell’evento, poi, non ha mai avuto nemmeno un punto di congiuntura con quello di Peppe: anzi, si è sempre trovato dall’altra parte della barricata. 

Ma soprattutto di diversa c’è la visione del mondo: inclusiva ed empirica  per Peppe, divisiva e frutto del terrore prima che dell’ammirazione per i nuovi potenti.

E che dire, poi, a proposito di qualche smemorato in mala fede che pare aver dimenticato il tenore dell’intervento con il quale accolse in una seduta del Consiglio Comunale Peppe da Presidente della Regione a nome dell’opposizione, ma anche del partito nel quale allora militava l’ex sindaco?

Tentare una simile forzatura e far passare un messaggio fuorviante non è solo una grave mancanza di rispetto nei confronti di Peppe – per cui spero, che almeno in privato, abbiate provato un briciolo di vergogna per il tenore delle vostre affermazioni – ma è anche qualcosa di non aderente alla realtà. 

La realtà è ben diversa e lontana rispetto a quella che qualcuno ha tentato di raccontare.

Questo mio breve scritto per amore della verità e per il bene incondizionato nei confronti di Peppe.

Christian Piccitto

Modello Sud Est, Pierferdinando Casini

Commenti (3)

  • Come fai a stabilire… “Ho visto le immagini più volte di quell’evento. Nessuno dei presenti in quella sala era amico di Peppe”, intanto non era obbligatorio esporre il cartellino. Si vuole polemizzare a tutti i costi solo per partito preso, certo l’UDC era presieduto da Casini, ora ha scelto di fare il voltagabbana, Cesa è il nuovo Segretario, erano presenti i gruppi dirigenti regionali, c’era solo il mal di pancia di qualche dirigente locale per trascorsi conflitti personali, dovuti a che cosa, questo non si saprà mai. Dopo la scomparsa di Peppe Drago l’Udc si è disintegrato, alcuni sono confluiti alla Lega, altri sono in attesa di una collocazione, altri ancora con Fratelli d’Italia. In tanti hanno iniziato il cammino politico con Peppe, Socialisti, Udeur, UDC, ci si riuniva spesso, si parlava di politica, di amministrazione, di rilancio della Città, una per tutte la nascita della Lega per lo Sviluppo di Modica Alta, fatta propria di Peppe, tant’è si realizzo, il Palazzetto dello Sport, Palazzetto della scherma, non si poteva costruire, il Pallone Geotedico, sistemazione della Via Loreto, il Viadotto fermo da decenni e tanto altro ancora. Dopo la scomparsa di Peppe, l’Udc ha cambiato corso, si sono riuniti quattro amici al bar, si sono presentati alle elezioni con risultati assai modesti. In Politica per il bene comune spesse volte bisogna fare qualche passo indietro, chiarirsi con lealtà e trovare la sintesi per andare avanti, non bisogna mai dimenticare del perchè le persone di qualsiasi colore non va a votare, schifata dalla politica, questo fatto non interessa nessuno perchè a prevalere è l’io e non il noi nell’interesse della gente. Non dobbiamo mai dimenticare il tradimento a Piero Torchi. Le dimissioni di Lavima con la lettera pubblicata di commiato ovviamente gli altri approfittano per dire la propria a casa altrui dimenticando la propria, poteva essere evitata, evidentemente il niet a prescindere ha complicato le cose. In Democrazia la dialettica è fondamentale, ognuno decida quello che vuole fare e la scelta va rispettata, dimettendosi dagli incarichi dal partito, dispiace perdere anche la Presidenza del Consorzio Universitario di Ragusa. Quando si vuole riscrivere la storia degli ultimi quarant’anni sullo scudo crociato, io, ultima ruota del carro, sono pronto a farlo, non ho mai dimenticato i Congressi della DC come si svolgevano, un ricordo particolare, si trovava votata gente rimasta a casa o era defunta, quando presi la lista dei votanti di un Congresso, ho scoperto tante porcate e un lunedì di sera nebbioso sono stato ricercato in ogniluogo a casa, in ospedale dove c’era ricoverato mio suocero, da un gruppo dirigente inviperito della DC, Avoliana e Terranoviani, peggio di Totò Riina, quando consegnai l’elenco avvertì il Commissariato che era di fronte alla sede della DC. Questo è solo un esempio ovviamente, facile predicare la storia di ognuno di noi a convenienza quando i fatti poi cozzano con la realtà.

  • Francesco Roccaro

    Colpisce nel cuore questo appassionato articolo del giovane Christian che non ho ( ma spero di avere al più presto) il piacere di conoscere personalmente. Arriva a segno nel profondo dell’anima, il ricordo fedele ( ovviamente in un breve riassunto era difficile fare meglio….) ma soprattutto la minuziosa descrizione e differenziazione fra ” amici e conoscenti” del grande Peppe. Chi scrive è uno dei tanti ” fortunati” (come anche l’ecclettico direttore di questa magnifica testata) che può vantare una personale e lunga amicizia con il “Presidente” ( oltre all’ onore di averlo ” servito” durante i vari ed importanti incarichi politici ed istituzionali. Sto scrivendo un libro su quella meravigliosa stagione , su tutti i principali attori e sugl’avvenimenti ( anche quelli più grigi) che quegli anni, videro ” l’unico uomo che era riuscito degnamente a rappresentare la Sicilia nel mondo” ( come diceva sempre commossa la dott.ssa Gabriella Palocci) a farsi spazio e trovare la propria leggendaria dimensione fra le acque stagnanti e torbide di quel lago immenso ( pieno di famelici Piranha) chiamato politica .

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