Modica, nel Giorno della Memoria, una nota del prof. Uccio Barone
La strage degli Ebrei a Modica nel 1474 pesa come un macigno sulla storia della città e della proverbiale accoglienza dei suoi abitanti. Un grande storico come David Abulafia (in Annali Einaudi 1996) l’ha definita uno dei più drammatici pogrom del Medioevo. Eppure, nonostante il pionieristico libro di Giovanni Modica Scala (1978), sappiamo ancora molto poco sulla vita sociale della comunità giudaica, sulle dinamiche dell’ eccidio, sulle vere ragioni religiose e politiche, sui mandanti e sull’ identità delle vittime.
Non sono neppure certi il numero dei morti e la data del pogrom : Placido Carrafa, ad esempio, nell’ Insitium Historicum (1655) riporta il numero di 470 vittime ( e non 360, secondo il “Codice” dei Lagumina ) e sposta la data dal mese di agosto al 18 settembre.
Stiamo inoltre cominciando a capire che Cartellone non era il quartiere ebraico di residenza ma solo il sito del cimitero ; che non esisteva un ghetto perché gli ebrei della Contea circolavano liberamente nello spazio urbano dove insistevano almeno tre sinagoghe ; e che l’ originario insediamento era semmai nei quartieri della Vignazza e della Catena sottostanti al Castello (vedi foto) e non distanti dalla via Commerciale della Malfitania (oggi via Grimaldi).
Brancoliamo ancora nel buio della Storia.