Il governo Musumeci boccia il contributo, quale futuro per il CUI di Ragusa?
Ragusa – La parlamentare del M5S Stefania Campo comunica che il Governo Musumeci ha bocciato il contributo per il consorzio universitario di Ragusa potrebbe essere a rischio.
“Insieme al mio gruppo, nel corso della discussione della legge finanziaria, – spiega Stefania Campo – avevamo proposto un emendamento all’art. 36, che impegnasse altri due milioni di euro, ma il centrodestra di governo ha deciso di dirottare queste somme verso altre finalità. Il fondo – continua la parlamentare ragusana – sarebbe stato utile a scongiurare la chiusura di corsi di laurea fondamentali per il territorio, specialmente in un momento storico in cui vi è una dispersione scolastica altissima.
“Purtroppo il governo Musumeci ha annunciato di non avere queste coperture. Eppure – diciamocelo chiaramente – quando si tratta di fare favori e dare marchette, le coperture le trovano sempre. Evidentemente -conclude la parlamentare pentastellata – Musumeci ha altre priorità e sottovaluta come la presenza delle università nelle province più piccole sia un importante indotto anche economico oltre che culturale”
Deluso dai tagli subiti nella finanziaria, è il presidente del consorzio ibleo Pinuccio Lavima, che ritiene sarebbe stato utile un incremento dei fondi per il suo consorzio universitario. Lavima, tuttavia resta ottimista perchè crede fortemente che le iniziative e i nuovi programmi intrapresi dal Cda, troveranno la sensibilità e il sostegno del Governo Regionale.
Per il presidente del consorzio universitario ibleo, infatti, appare improbabile che dopo le nuove riforme degli statuti e il coordinamento dei consorzi con presidenti di nomina la regionale, Musumeci non voglia sostenere il funzionamento e il loro sviluppo.
Per il sindaco di Ragusa Peppe Cassì, invece, il consorzio universitario ibleo vive una situazione allarmante, perchè i contributi regionali sono erogati in base al numero degli iscritti, e Ragusa avendo un solo corso di laurea rimane fortemente penalizzato. Il Primo Cittadino del capoluogo lancia un grido d’allarme perchè, a quanto pare, il contributo sarà ridotto rispetto a quello avuto gli anni precedenti. Per Cassì la situazione diventa addirittura paradossale in quanto, il comune di Ragusa, pur essendo il socio di maggioranza per 85% non ne può controllare la gestione. L’alternativa per Cassì potrebbe essere la creazione di un nuovo consorzio,ma la strada è impraticabile del tutto in questo periodo perchè significherebbe rinunciare del tutto ai fondi regionali.
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