A Palermo colonscopie più sicure e indolori grazie alla robotica
ROMA – Innovazione, tecnologia e sicurezza. Potrebbe essere descritto con questi tre termini il nuovo strumento per effettuare le colonscopie, il “Sistema Endotics”, un macchinario ideato osservando i bruchi geometridi, in quanto la robotica spesso trae ispirazione dalla dinamica e dalla cinematica delle piante e degli animali.
La sonda Endotics procede autonomamente all’interno del colon mimando il movimento dei bruchi e soddisfacendo, al contempo, sia le esigenze del paziente (eliminando il dolore ed i rischi di infezione e perforazione) che quelle del medico (prevenendo le malattie professionali).
“Questo strumento sfrutta un sistema di progressione e non viene spinto all’interno del corpo umano ma viene soltanto accompagnato attraverso un movimento autonomo che sfrutta una sorta di movimento a bruco all’interno del colon e ci permette di esplorarlo con movimenti a 360 gradi – spiega all’Italpress Enrico Alessio Currò, Responsabile Reparto di Chirurgia presso la Casa di Cura Candela di Palermo, la prima del Sud Italia a essere dotata del colonoscopio robotico -. Il vantaggio rispetto alla colonscopia classica è che si tratta di un esame assolutamente indolore per il fatto che non vi è una spinta all’interno del corpo umano e che non c’è bisogno di una sedazione o di antispastici per l’effettuazione dell’esame”.
Il sistema di orientamento insieme alla telecamera CMOS integrata ad alta risoluzione e al sistema a luce fredda permette un’ottima visione endoscopica frontale e posteriore.
“La qualità delle immagini è paragonabile a quella degli strumenti ottici di altissima qualità che abbiamo oggi – ha sottolineato Currò -. Si sta lavorando anche per utilizzare la CO2, esattamente come si utilizza nel metodo classico, anche se qui in realtà col fatto che è un esame completamente indolore il vantaggio della CO2 non è molto marcato, ma stanno lavorando anche in questo senso. E’ un progetto italiano che nasce dagli ingegneri dell’università di Pisa che è in continua evoluzione e con i nostri feedback, dato che utilizziamo questi strumenti, cercano di apportare migliorie importanti sia dal punto di vista ottico che di svolgimento dell’esame. All’inizio infatti si usavano dei joystick col filo, simili a quelli dei videogame, oggi invece è tutto wireless, con l’operatore che può stare seduto e quindi non c’è il problema di mettersi a fare delle manovre, come avviene soprattutto in colon complicati con l’operatore che deve anche porsi in posizioni talvolta scomode. In questa maniera il medico pilota tutto dallo schermo e l’operatore si limita a seguire la progressione della sonda attraverso la coda dello strumento”.
Un sistema che si sposa appieno anche con tutta la normativa vigente in materia di contrasto al coronavirus, permette di rimuovere eventuali polipi e riduce il rischio di complicanze: “E’ uno strumento monouso e monopaziente. Il kit è composto da tutte le componenti che poi effettivamente vanno a contatto col paziente e col medico stesso. Viene inizializzato per il paziente e viene buttato una volta terminato l’esame – dice Currò -. Il confort è molto importante perchè sostanzialmente il paziente non si avvicina allo screening per la colonscopia perchè ha paura di effettuare l’esame endoscopico. Con questo sistema devo dire che con quelle che abbiamo fatto finora siamo gli unici in Sicilia e sud Italia ad avere questa strumentazione, ne abbiamo fatte una quindicina, e il vantaggio principale percepito dal paziente è stato proprio quello dell’assenza di dolore, soprattutto nei colon più complicati dove questo strumento ci permette di raggiungere tutti i punti”, conclude Currò.
(ITALPRESS).