La Sicilia priva di un Assessore alla Sanità, Musumeci attende di reintegrare Razza
L’evoluzione pandemica in Sicilia sembra tornare fuori controllo. A preoccupare non solo le aree metropolitane, con Palermo in testa, ma soprattutto la moltitudine di comuni già dichiarati in zona rossa e le altre decine che lo diventeranno nelle prossime ore.
Una situazione che potrebbe fare ripiombare la Sicilia in uno scenario da incubo, la zona rossa regionale, che ci accompagnerebbe praticamente fino alla fine di Maggio con un colpo mortale, semmai ce ne fosse bisogno, all’economia isolana, a partire dal sistema turisticoe recettivo che stava lentamente tornando a mettersi in moto, dopo oltre un anno di sofferenze.
A determinare una situazione di caos totale essenzialmente due questioni: la prima l’assenza di una guida politica all’assessorato regionale della sanità, la seconda il mancato e corretto equilibrio tra norme e sanzioni.
La strategia di Musumeci è chiara: attendere che i giudici prosciolgano Razza per reintegrarlo, gestendo nel frattempo l’assessorato ad interim con l’aiuto dei tecnici; una strategia che affettivamente può anche avere un senso, attesi i rapporti personali tra i due, ma che politicamente e nella triste realtà quotidiana si sta rivelando fallimentare. Nessuna regione italiana si è sognata in questa fase di rimuovere, sostituire o, peggio ancora, lasciare vacante la più alta poltrona di indirizzo politico in materia sanitaria; d’altronde anche la permanenza del ministro Speranza al governo è solo legata all’esigenza di mantenere continuità nell’azione.
La Sicilia ha bisogno immediatamente di un assessore alla sanità capace, presente e competente, che guidi la macchina e la conduca fuori dal pantano nel quale rischia di affondare.
A preoccupare è anche il secondo fattore di debolezza: in qualsiasi democrazia il rispetto delle norme è affidato all’esistenza ed all’erogazione di sanzioni qualora le stesse vengano violate; in Sicilia no.
Assistiamo a violazioni continue e ripetute, anche eclatanti, delle regole da rispettare, dei comportamenti da evitare, degli assembramenti da non favorire, ma non assistiamo di pari passo né ai controlli che sarebbero necessari, né tantomeno all’erogazione delle sanzioni che tali infrazioni dovrebbero immediatamente generare. Senza controlli e sanzioni, regole e norme sono solo vuote enunciazioni.
Si abbia il coraggio, dunque, di intervenire con durezza, sanzionando ove necessario, controllando sempre, e mettendosi bene in testa che siamo in guerra; ed in guerra raramente si pareggia: o si vince o si perde.