Le contestazioni della Corte dei Conti al Comune di Modica: se non è baratro, poco ci manca
Dei 38 milioni di crediti da evasione, riscossi appena 2.212.000 euro dalla società “Nexus” che ha rescisso il contratto. Stavolta c’è sostanza nella richiesta della Corte.
Modica – L’impressione che si trae dalla lettura completa dell’ordinanza della Corte dei Conti, con la quale l’organo di controllo diffida il comune di Modica a fornire i riscontri sulle decine di punti contestati, è che l’Ente, nonostante la messe di milioni ricevuti dallo Stato e dalla Regione nell’ultimo quinquennio, sia realmente sull’orlo del baratro;
e non solo per il monte debitorio, a soprattutto per la gestione delle finanze negli ultimi due anni, ovvero dalla data di rimodulazione dell’ultimo piano di riequilibrio che, ricordiamolo, è stato integralmente finanziato dallo Stato.
Una premessa doverosa: i fondi statali hanno consentito al Comune di Modica di ripartire da zero, ovvero spalmare fino al 2027 i propri debiti, avendo come unico interlocutore e creditore lo Stato, e dunque potendo riprendere il funzionamento amministrativo e di gestione economica con ordine, e senza la scure incombente dei debitori e della cronica mancanza di liquidità.
Una condizione ideale toccata in sorte all’Amministrazione Abbate, non più ripetibile, e che andava utilizzata in maniera attenta ed oculata; cosa che, almeno a parere della Corte, sembra non sia avvenuta.
Ma andiamo con ordine: il comune entro il prossimo 10 giugno sarà chiamato a fornire alla Corte dei Conti una serie di chiarimenti, in maniera formale ed esaustiva, onde evitare la scure del dissesto, che oggi più che mai sembra incombente, ameno che di una visione benevola dell’organo di controllo.
Una conclusione che si ricava non solo dalla quantità(sono decine) di quesiti e chiarimenti richiesti, ma soprattutto dal contenuto degli stessi.
La Corte in dettaglio chiede infatti al Comune di conoscere:
- Come mai ha chiesto il ripianamento dei debiti formalmente in 15 anni, che si concludono nel 2027, ed invece la programmazione arriva al 2028, ovvero un anno oltre la scadenza, venendo a mancare al piano originale oltre 1 milione di euro di rimborsi; uno strafalcione incredibile che dà già in apertura il senso dell’approssimazione, e della scarsa qualità, con la quale il piano è stato redatto
- Le misure di ripianamento del debito, non comunicate poiché palesemente inesistenti, attesa la facilità di spesa con al quale l’amministrazione ha operato, in un fiorire di manutenzioni e spese voluttuarie, tutte apprezzabili, ma ahimè fatte senza che il Comune ne avesse la benchè minima possibilità
- L’assenza di documenti fondamentali, dal rendiconto del 2019 al preconsuntivo 2020, quasi come se i documenti richiesti fossero un optional e non la “bibbia” su cui basarsi, soprattutto per monitorare una situazione così complessa
- La partita delle somme vincolate, utilizzate per le spese correnti e mai ricostituite compiutamente; una sorta di cassa parallela cui si è attinto, nella consapevolezza che l’utilizzo doveva esser straordinario e che la costituzione delle stesse, anche perché di pertinenza dei beneficiari dei finanziamenti, non era nella sostanza del Comune che aveva solo il compito di fare da ufficio pagatore. Emblematico a questo proposito quanto accaduto nel settore dei servizi sociali, dove le somme finanziate dalla regione per il “Piano di Zona” che riguarda i servizi dei comuni di Pozzallo, Scicli, Ispica e Rosolini, oltre a Modica, sono stati utilizzati dal comune modicano come una sorta di fondo speciale cui attingere, dimenticando non solo che si trattava di fondi vincolati, ma che nella maggioranza non erano neanche di pertinenza dei servizi resi a Modica, ma agli altri 4 comuni.
- Il mancato rispetto degli obbiettivi di risparmio fissati per il 2018, 2019, 2020, palesemente violati, atteso che la facilità di spesa dell’amministrazione Abbate non ha, nonostante la difficile situazione, nessun termine di paragone in tutta la provincia
- La gestione del limite di indebitamento e del contenzioso, una voragine che aumenta di anno in anno, e che il Comune aggrava con una serie di incarichi legali, conferiti alla struttura interna, che hanno determinato parcelle stratosferiche delle quali hanno beneficiato gli stessi funzionari interni dell’ente; insomma, le parcelle sono diventate per l’ufficio legale dell’ente quello che gli straordinari sono da tempo per la cerchia ristretta dei fedelissimi del Sindaco Abbate, gente che riesce a guadagnare per prestazioni straordinarie molto più dell’emolumento salariale, nel silenzio di molti, sindacati compresi.
- La gestione dei crediti generati dal mancato pagamento dei tributi e mai riscossi. La Corte, ma dovrebbero essere anche altri organi a chiederlo, chiede di capire come mai, a fronte di 38 milioni di euro dichiarati quale “evasione da parte dei cittadini” la società cui è stata affidata la riscossione, ovvero la “Nexus” (quella per intenderci nella quale gli impiegati erano stati “accuratamente selezionati”) ha riscosso appena 2.212.000 euro all’ultima rendicontazione. Un dato che non solo interessa alla Corte approfondire, ma che, anche qui nel silenzio generale, ha determinato la rescissione del contratto per volontà della ditta di riscossione e l’avvio dell’ennesimo contenzioso, motivato dalla Nexus non solo con l’impossibilità di riscuotere ma anche con pesanti rilievi rispetto alla qualità dei crediti da riscuotere, derivanti da ruoli raffazzonati e spesso piegati all’interesse di bilancio piuttosto che alla reale esigibilità.
La chiara evidenza che stavolta non è come le altre; stavolta non si tratta di chiarimenti formali. Stavolta c’è sostanza nella richiesta della Corte.
Magari formalmente si riuscirà a rispondere, ma il precipitare degli eventi è solo rimandato, acuito, fra l’altro, dalla scelta del Sindaco di restare senza dirigente della ragioneria per un tempo ingiustificato (scelta incredibile per un Comune in queste condizioni…) e di elevare ad assessore una professionista, peraltro non modicana, nota per essere stata, prima che assessore, revisore dello stesso Comune e poi consulente; insomma una figura buona per tutte le stagioni, capace di passare in maniera disinvolta dal ruolo di controllante quello di controllata, senza che nessuno tra quanti dovevano vigilare avesse mai sollevato una seria eccezione.
A concludere l’idilliaco quadretto il collegio dei revisori, che da attori si sono trasformati in timidi spettatori, ed ai quali sono rivolte molte delle domande e dei quesiti avanzati dalla Corte, a partire da una serie di mancate certificazioni e pareri che immaginiamo non frutto di distrazione, ma dell’imbarazzo a dover scrivere quello che andava scrittoe del quale, ad oggi non c’è alcuna traccia.
Nel link qui sotto, tutte le contestazioni della Corte dei Conti al Comune di Modica: