Matrimoni e Covid, il salasso tamponi pesa su famiglie, sposi e aziende del wedding
In questi tempi di Covid ci siamo abituati a convivere con restrizioni, obblighi e delibere non sempre condivisibili, ragionevoli e congruenti. Tra questi, alla luce della ripartenza lo scorso 15 giugno delle cerimonie e dei banchetti, ne vogliamo evidenziare una che sta mettendo in crisi sposi e invitati.
Parliamo dell’obbligo di esibire il green pass durante i banchetti: gli invitati per partecipare a cerimonie – che siano battesimi, comunioni, cresime o matrimoni – se ancora non hanno fatto il vaccino, dovranno pagare per sottoporre se stessi e i figli ad un test antigenico rapido o tampone molecolare. E visto che proprio con l’avvio dei banchetti sono stati sospesi anche gli screening di massa gratuiti, ogni famiglia dovrà sottoporsi ad un vero e proprio salasso.
Se invece vai a cenare in un ristorante, non ci sono limitazioni quando si cena all’aperto. Nessun green pass viene richiesto e non ci sono limiti di numero di commensali. Ma torniamo al problema tamponi. Il costo medio di un test rapido è 20 euro, se moltiplicate per quattro, nel caso di una famiglia composta da marito, moglie e due figli, il conto è presto fatto. Per famiglie più numerose il prezzo per i tamponi potrebbe superare quello del regalo.
Per avere il green pass per eventi e cerimonie, bisogna avere già ricevuto la prima dose del vaccino, il certificato sarà disponibile a partire dal quindicesimo giorno successivo all’inoculazione. Gli invitati che hanno avuto il Covid e sono guariti possono richiedere il green pass in ospedale o al medico curante. La terza possibilità è, come detto, quella di fare un tampone nelle 48 ore precedenti all’evento.
Esclusi dall’obbligo soltanto i bambini sotto i due anni. E qui si evidenzia un’altra inspiegabile incongruenza perché mentre per viaggiare il green pass è richiesto ai bimbi al di sopra dei sei anni, per partecipare ai matrimoni la soglia scende a due anni. anni. Perché? Se lo chiedono famiglie e sposi, ma fino ad oggi non esiste una risposta. Allarga le braccia anche la Confcommercio che si limita a dire: “Lo stabilisce la legge, tante sono le incongruenze, ma ad oggi è così.”
Una bella giungla per chi deve organizzare il proprio evento con conseguenze inevitabili: scende inesorabilmente il numero di partecipanti ai banchetti che non possono permettersi anche il salasso dei tamponi o che non vogliono sottoporre bimbi così piccoli al tampone.
Eppure molti banchetti si svolgono all’aperto, le distanze vengono rigorosamente rispettate, esistono protocolli di logistica dei tavoli e delle tavolate, molto severe, ci sono ristrettezze nello svolgimento dei buffet . E allora i perché restano tanti, ma come spesso accade non esistono risposte. Comunque auguri agli sposi e a questo punto anche agli invitati e alle aziende del wedding.