Amministrative a Vittoria: sarà una estate calda. I favoriti lottano per restituirci una città divisa
Evidentemente la lunghissima campagna elettorale, ed il conseguente vuoto democratico, ha fatto saltare i nervi a parecchi dei candidati, ma oggettivamente esistono pochi precedenti di una campagna elettorale con i toni che si stanno registrando in questi ultimi mesi a Vittoria.
La scelta strategica è stata soprattutto del candidato del centrosinistra, il plurideputato e sindaco Ciccio Aiello, che non perde occasione sui social per attaccare gli avversari passati e presenti con veemenza, e senza concedere nulla al galateo istituzionale.
Una strategia che scopriremo solo in autunno se vincente o meno, ma che al momento, sembra utile solo a fare risaltare la pacatezza degli avversari, a partire da quel Salvo Sallemi che sembra essere lo sfidante più accreditato, in una partita complessa e difficile da pronosticare nella quale peseranno non solo i tanti mesi di commissariamento, ma anche la scelta dei 5 stelle di correre in autonomia, a meno di ripensamenti delle ultime ore.
Certo c’è da dire che pochi precedenti esistono in Sicilia, e forse nell’intero Paese, di una sospensione così lunga della democrazia in una sola città, dove prima è calata la scure del commissariamento, e poi quella della pandemia che ha costretto ad un ulteriore rinvio delle elezioni quando già candidati sindaci e liste erano in fase di presentazione.
Una decantazione che potrebbe costare cara a chi è partito in vantaggio ed oggi sente sul colo il fiato degli inseguitori, tanto più che difficilmente la contesa si risolverà a primo turno, atteso il numero dei candidati, e i malumori che comunque persistono all’interno delle coalizioni, soprattutto in quella di centro sinistra, laddove l’ex sindaco Nicosia ed i suoi amici preferiranno farsi torturare piuttosto che votare Aiello, storico avversario, e dal momento dello scioglimento il più accanito nemico.
Dall’altra parte Salemi rischia di pagare dazio alla fine ingloriosa dell’esperienza Moscato, accolta con grande speranza dopo anni di governo delle sinistre, e naufragata tragicamente tra i marosi della relazione della commissione prefettizia che ha portato allo scioglimento degli organi amministrativi, ed al conseguente insediamento della triade commissariale che tanto ha fatto rimpiangere qualsiasi delle amministrazioni che si erano succedute negli anni nel capoluogo ipparino.
Sarà un’estate calda, anzi caldissima a Vittoria, dove si succedono incontri e comizi, secondo una tradizione consolidata ed in controtendenzacon le moderne tecniche di captazione del consenso, e laddove i social sono riservati solo a insulti, minacce e sfide dai toni belligeranti.
L’impressione è che, comunque vada, la consultazione elettorale ci restituirà una città divisa, frantumata e difficile da governare, l’esatto contrario di ciò di cui Vittoria, dopo i profondi traumi degli anni passati, avrebbe bisogno: pace e non guerra civile.