Dopo essere stato lontano dalla sua Sicilia per quasi cinque anni, durante i quali è stato in servizio a Roma al Comando Generale della Guardia Costiera torna e prende il comando di una delle Capitanerie più importanti dell’isola, quella di Augusta, dove insiste il porto strategico dell’Unione Europea.

Stiamo parlando di Michele Maltese, modicano, (laurea in giurisprudenza), che da oggi è ufficialmente il nuovo comandante della Capitaneria di Augusta. “Sono davvero contento di ritornare nella mia terra, ha dichiarato Maltese contattato da noi telefonicamente, e soprattutto di rientrare operativo in un comando territoriale, come quello di Augusta, che è uno dei poli più importanti per la ricezione di idrocarburi ma anche per l’immigrazione clandestina”.

Ricordiamo infatti che nel porto di Augusta, definito “porto sicuro”, si trovano le due famose ‘navi quarantena’ che gestiscono l’arrivo dei migranti e garantiscono tutte le operazioni necessarie per la loro sicurezza e per quella del territorio che li ospita.

“Da quando sono lontano dalla Sicilia molte cose sono cambiate soprattutto a causa dell’emergenza pandemica. Le nostre Capitanerie già impegnate in prima linea nella gestione dell’immigrazione clandestina adesso sono state chiamate a gestire una doppia emergenza. E Augusta sotto questo punto di vista è sicuramente un esempio da seguire. Le navi quarantena sono certamente più funzionali di un hot spot. Innanzitutto, consentono di gestire numeri importanti perché sono più grandi, gli immigrati ricevono le cure e l’assistenza necessaria per poter poi sbarcare in sicurezza, fino a quando infatti non ci si accerta delle loro condizioni di salute non hanno alcun contatto con la popolazione”.

Insomma, una nuova sfida per il Comandante Maltese, alla sua decima destinazione.

Durante la sua permanenza a Roma è stato insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, della medaglia mauriziana di dieci lustri di carriera militare e della medaglia di lungo comando.

Tutti riconoscimenti meritati dopo 30 anni di carriera e tanti sacrifici. Perché certamente questo non è un lavoro come gli altri, ci sono tante soddisfazioni ma anche tante rinunce, come stare lontano dalla famiglia che adesso è certamente felice di riaverlo a casa.