Grazie al Piano “Pitesai” ricominciano le trivellazioni nel mare nostrum. Apriti cielo!

Sapete cos’è il Pitesai? Sembra una parola strana ma in realtà è solo l’acronimo di Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee.

Il Piano, approvato dal Ministero della Transizione Ecologica guidato da Cingolani, individua le aree in cui è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. E indovinate quale territorio è stato individuato?

Ovviamente la Sicilia ed in particolare il tratto di mare compreso fra Capo Passero e Capo Lilibeo e poi il territorio ibleo e il Val di Noto. Si, perché sapete cosa ha fatto il Ministero?

Ha ridotto si le aree dove è possibile estrarre gas ma in realtà ha cancellato dalla mappa solo quelle dove non ce n’è.

Sarà quindi vietato trivellare la Val d’Aosta, il Trentino Alto Adige, la Liguria e, paradossalmente, sarà invece possibile farlo nel restante 42% del territorio nazionale e nell’11% del nostro mare, che arrivati a questo punto vengono considerati come una grande e unica area idonea per le trivelle.

Addirittura, ben 5 regioni, fra cui la Sicilia, vedranno incrementate le estrazioni e l’adozione del piano, fra le altre cose, sblocca dopo soli due anni di moratoria circa 50 permessi di ricerca già presentati.

La denuncia arriva dalla deputata regionale Stefania Campo.“Dal ministero, dichiara la Campo, ci aspettavamo maggiore attenzionealle richieste e agli appelli che arrivano dai territori, invece, la Sicilia è stata penalizzata. Sarà proprio la nostra regione, infatti, uno di quei territori più interessati dalle perforazioni, soprattutto nell’area del Sud-est e in varie zone del Canale di Sicilia, e questo perché si ritiene che ci siano ancora grossi giacimenti da sfruttare e svuotare. Non lamentiamoci poi dei cambiamenti climatici che stanno devastando le produzioni agricole o che creano enormi danni con inondazioni, trombe d’aria e periodi di estrema siccità. Delle due l’una: o si cambia modo di produrre energia o non ci saranno risorse sufficienti per riparare i danni all’ambiente e al clima in particolare.  Ci domandiamo, infine, se non sia arrivato il momento di un chiarimento concreto fra il Movimento 5 Stelle e il ministro Cingolani, oltre che con il resto del governo nazionale. Non è possibile rimanere in silenzio rispetto a scelte così gravi e fortemente in contraddizione con le motivazioni che ci hanno portato a riporre fiducia nel governo Draghi. La “transizione ecologica” non può e non deve diventare strumento istituzionale di subdolo greenwashing. Noi del Movimento 5 Stelle non dobbiamo lasciarci coinvolgere”.

A quanto pare sulla questione i 5 stelle prendono le distanze dal Governo e denunciano questa situazione. E non sono i soli.

Da Pozzallo fa sentire la propria voce anche Emanuela Russo, presidente del Comitato per la Salvaguardia e Tutela della Salute Pubblica e dell’Ambiente che definisce questo piano “un ulteriore colpo mortale all’ecosistema climatico globale. L’aumento delle estrazioni non avrà alcun effetto positivo sulle bollette, aumentate di recente in maniera esponenziale, poiché il gas è comunque poco e viene immesso sul mercato internazionale, tra l’altro con costi proibitivi delle tecniche di estrazione che porteranno il prodotto ad avere lo stesso prezzo di mercato di quello attuale.”

Nel frattempo, all’Ars, il deputato regionale Giorgio Assenza ha presentato un disegno di legge che prevede l’istituzione del Piano comunale delle energie rinnovabili, un piano per ciascuno dei Municipi siciliani, nessuno escluso. “Non è più tempo di ambientalismo di facciata, dichiara il presidente dei Questori in Ars. Viviamo su un pianeta che dobbiamo immancabilmente lasciare alle generazioni future e dobbiamo farglielo trovare sano e perfettamente abitabile e fruibile. Per questo il progetto di legge che presento e che caldeggerò fortemente in Aula vuole che tutti i Comuni isolani si dotino del Perc, innanzitutto individuando le aree ove installare impianti di produzione di energia alternativa di qualunque natura che copra in toto il fabbisogno locale, secondo la media di consumo dell’anno precedente. Insomma, conclude Assenza, l’agognato e indispensabile Green deal, che passa dalla progressiva decarbonizzazione e dall’abbandono dei gas naturali, affrancandosi per altro dai ricatti dei …signori dei gasdotti e che dovrà portare l’Europa al raddoppio della quota da fonti rinnovabili entro i prossimi otto anni, potrebbe e dovrà avere nella Sicilia razionale apripista. E l’ambiente ci ringrazierà”.

Staremo a vedere…

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