I centri storici abbandonati diventano facile bersaglio di atti vandalici: è necessario intervenire.

Cosa sta succedendo nei centri storici delle nostre città? Sono davvero tante, troppe, le segnalazioni che raccontano di episodio spiacevoli che accadono, soprattutto la sera, in quelli che erano una volta definiti i ‘salotti buoni’ delle città e che oggi, invece sono salotti malandati, abbandonati e lasciati in balia dei ragazzi che bivaccano per le strade, completamente abbandonati a se stessi e che non hanno rispetto né della propria città né di chi vorrebbe, magari, fare solo una passeggiata.

Un problema che, ne nasconde altri, molto più seri, che non possiamo certo affrontare qui, ma che possiamo mettere in evidenza, affinché chi di competenza faccia qualcosa di serio e di concreto per intervenire. Succede, dicevamo a Ragusa, dove nei giorni scorsi il presidente dell’associazione Ragusa in Movimento Mario Chiavola, raccogliendo l’appello dei residenti di una via del centro storico, chiede alle forze dell’ordine di intervenire perché alcuni ragazzi hanno rotto più volte le porte e le finestre di alcune abitazioni lanciando delle pietre.

Certo, l’intervento delle forze dell’ordine è fondamentale ma, crediamo che davanti a certi comportamenti, bisognerebbe intervenire a monte del problema.

Perché un problema certamente c’è, come mette in evidenza un cittadino modicano che, sui social, nella pagina di un noto gruppo, racconta come sia impossibile fare una semplice passeggiata il sabato sera con la famiglia senza assistere ad uno spettacolo che, non sarebbe accettabile nemmeno in periferia, immaginiamoci nel centro di una città. Il sig. Gianluca, racconta di ragazzini che, in zona San Pietro, lottavano a colpirsi con delle tavole incuranti di poter colpire anche i passanti. E poi motorini posteggiati ovunque dopo aver eseguito delle vere e proprie acrobazie a tutta velocità con il pericolo che tutti possiamo immaginare.

Ma, la cosa peggiore è che protagonisti di questi atti vandalici, sono proprio ragazzini dagli undici ai quattordici anni, età che dovrebbe ancora ricadere sotto la tutela dei genitori. Capiamo che, i tempi sono cambiati e tutto avviene più velocemente ma, dodici anni sono sempre dodici anni e i fatti lo dimostrano.

Tempo fa, l’amministrazione comunale, era intervenuta con alcuni provvedimenti, quali l’incremento dei corpi illuminanti nelle zone dove la penombra favorisce atti vandalici e delinquenziali e l’impiego di forze di polizia privata che, in collaborazione con gli agenti della municipale, avrebbero dovuto pattugliare le strade e i vicoli del centro storico nelle serate del venerdì e del sabato fino a tarda notte. Interventi che, certamente, sono stati fatti ma che, a quanto pare, non sono stati sufficienti a reprimere il fenomeno.

Dicevamo che, il discorso è molto più complesso e, certamente, questa situazione dovuta alla pandemia, non ha facilitato le cose. I giovani sono sempre più violenti e gli episodi che, accadono anche a livello nazionale, dimostrano che questo è un vero e proprio fenomeno sociale che andrebbe affrontato seriamente.

I ragazzi hanno bisogno di assistenza e le famiglie non sono in grado, da sole, di affrontare questi nuovi disagi. C’è un problema, dicevamo, questo è certo e non potranno risolverlo le forze dell’ordine, né i singoli amministratori che pure hanno un ruolo importante nel recupero del centro storico delle loro città.

Un recupero necessario che permetta di restituirle ai legittimi proprietari: i cittadini, le famiglie, i bambini. Bisogna, insomma che i centri storici tornino ad essere vivibili, che le case tornino ad essere abitate, che i locali tornino ad essere affittati dai commercianti.

Non possiamo e non dobbiamo smettere di credere che ciò sia possibile.

ignazio abbate, mario chiavola

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