‘Ritratti in Corso’ a Modica, l’idea innovativa che guarda al passato, del giovane fotografo Luca Giannone

Un bel ritratto svela sempre qualcosa di importante di una persona come se il vissuto vi fosse inciso in modo indelebile.”

Questa citazione del noto fotoreporter Steve McCurry ci è sembrata perfetta per descrivere il lavoro di un giovane fotografo modicano, noto al pubblico per aver compiuto qualche tempo fa un’impresa che ha unito le sue passioni, viaggiare, fotografare e guidare.

Stiamo parlando di Luca Giannone, che alla soglia dei trent’anni, dopo aver percorso 14 mila km da Modica a Capo Nord con la Panda verde del nonno, ha deciso di tornare a Modica per dedicarsi all’altra sua grande passione, ereditata dal padre, la fotografia.

Sin da piccolo avevo la passione per la foto. Guardavo mio padre e desideravo fare quello che faceva lui. Ho avuto la mia prima macchina fotografica seria a 18 anni ma già prima mi dilettavo a scattare. Ma prima di fermarmi a realizzare il mio progetto, ho voluto fare quel viaggio. Mi trovavo in un periodo in cui avevo bisogno di trovare me stesso e l’ispirazione giusta per realizzare il mio sogno. Ed è quando ho capito cosa volevo fare e, soprattutto, quando ho avuto la possibilità di farlo, che sono tornato, per realizzare proprio qui il mio atelier ‘Ritratti in Corso’”

Ed è proprio questo progetto ad averci colpito ed incuriosito e così siamo andati a trovare Luca nel suo nuovo atelier fotografico che si trova proprio in Corso Umberto, da cui ha preso il nome e in anteprima abbiamo visitato questo luogo, circondato da ritratti di persone, più o meno note, della nostra città.

E guardare quei volti ci ha emozionato, perché in essi si coglie l’essenza delle persone, senza fronzoli, senza colori.

Il Ritratto è stato per me il primo focus fotografico da quando ho iniziato a fotografare. Mi è sempre piaciuto fotografare persone. Quando ho cominciato a maneggiare le reflex mi divertivo a fotografare amici, compagni di classe. Quando si fa un ritratto è un atto di donazione reciproca. Devi stabilire una connessione con la persona, devi ascoltarla, parlarci, e poi puoi realizzare il suo ritratto. E’ un percorso emozionale, fondato sulla ricerca di un contatto. Tutto avviene brevemente ma in quel lasso di tempo cerco di dare allo scatto quel valore aggiunto, di umanità e qualità. Nella prima fase avviene l’incontro informale, rilassato, piacevole. Devi ascoltare le sue parole, devi essere attento e bravo a capire cosa desidera comunicare attraverso quella foto. In questa fase, oltre ad ascoltare, osservo anche il volto per capire quale tipo di luce serve per risaltare quel viso. E poi, nella seconda fase, avviene lo scatto vero e proprio e in quel momento si condensa la magia dell’incontro. Quello scatto rappresenta allo stesso momento il presente ma un giorno sarà anche la memoria del passato. Infine, c’è la terza fase in cui procedo con lo sviluppo e la stampa del ritratto. Ma, solo quando consegno il ritratto, mi rendo conto se sono riuscito a soddisfare le richieste, se ho colto quello che il soggetto desiderava comunicare con il ritratto”

-Da dove nasce la scelta del bianco e nero per le tue stampe?

Togliendo il colore si tolgono informazioni e resta l’essenza della persona. Il bianco e nero gioca sulle sfumature, le linee, le espressioni, senza distrarre, senza aggiungere dettagli e stimoli che toglierebbero efficacia al ritratto di una persona che deve resistere nel tempo. Questo è punto fondamentale del mio lavoro”

Ma Luca per fare tutto questo, oltre a metterci la sua grande sensibilità e la sua esperienza maturata attraverso i viaggi, ha anche studiato.

 “Ho studiato presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze che è certamente una delle migliori fucine di talento fotografico in Europa. Ho frequentato la triennale dal 2012 al 2015 dove ho potuto crearmi un occhio fotografico e approfondire di più la storia e la tecnica della fotografia. Poi però ho anche fatto tante esperienze come freelance e viaggiato molto. Ho fatto un periodo di volontariato in Lituania partecipando ad un progetto di volontariato europeo per persone svantaggiate. Un’esperienza forte che però mi è servita molto soprattutto da un punto di vista personale. Però il mio sogno era proprio quello di realizzare qualcosa di mio, un posto dove poter realizzare tutto questo. Un anno di lavoro, di sacrifici che adesso però ha preso forma.”

-Pensi che Modica riuscirà a cogliere l’importanza di questo progetto innovativo che hai scelto di portare proprio qui invece che in qualsiasi altra parte del mondo?

In giro per il mondo ho visto tanti atelier che fanno quello che faccio io e stanno avendo un buon successo. Certo, magari in una grande città c’è molta più gente, più affluenza ma io sono modicano e il richiamo della Terra madre è stato forte. Adoro il nostro mare, la nostra campagna. Non mi immaginavo da nessun’altra parte se non qui. E poi c’è un grande flusso turistico che sta ripartendo anche qui e questo può essere anche un souvenir da portare via come ricordo di viaggio. Io credo fortemente nel territorio, credo che possa capire il mio progetto che è semplice. Io voglio ridare valore al ritratto stampato. Io non mi fermo solo a fare foto ma a stamparle e incorniciarle, in modo tale che la gente possa apprezzare di più la foto. Perché è inevitabile che un supporto fisico regali più emozioni, soprattutto in quest’era in cui non siamo più abituati a stampare le foto e rischiamo di perdere i nostri ricordi conservati solo in un sopporto digitale come il nostro cellulare. Io propongo un tipo di stampa fine art, una stampa realizzata a getto d’inchiostro ed effettuata con tecniche sofisticate; eseguita con inchiostri certificati, riproduce tutta la gamma tonale, conserva i dettagli nelle ombre e nelle luci e dà vita ad un nero profondo. Una stampa destinata a durare cent’anni, come le foto dei nostri antenati.”

Insomma, un’idea innovativa che viene da un giovane ragazzo pieno di passioni, curioso, timido ma allo stesso tempo socievole che è proiettato al futuro e che però guarda al passato, cercando di ritornare a riscoprire la bellezza di un ricordo che resta impresso nel tempo.

E credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di non dimenticare ciò che siamo stati, la nostra storia e certamente possiamo farlo anche con un ritratto che un giorno i nostri antenati guarderanno e studieranno per comprendere il nostro tempo, le nostre abitudini, i nostri costumi.   

Fondazione Studio Marangoni, fotografia

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