Santa Croce: cinque candidati per una poltrona. Il sindaco Barone ci riprova ma ha perso molti pezzi

A Santa Croce aspettano solo la data delle elezioni ma per il resto la campagna elettorale per le amministrative sembra essere entrata nel vivo già da un po’.

Cinque i candidati che concorrono alla poltrona di primo cittadino, anche se il sindaco uscente, Giovanni Barone, sembra non abbia alcuna intenzione di lasciare il suo posto a nessuno ma piuttosto di continuare la sua azione amministrativa.

Sarà sostenuto in prima linea da Fratelli d’Italia, da FI, con l’attuale vicesindaca Giulia Santodonato, e dal movimento Insieme per la Sicilia di Mario Coco.

Si tratta, comunque di un centro destra spaccato, che a differenza di cinque anni fa non potrà contare né sull’appoggio di Piero Mandarà né di Filippo Frasca, entrambi infatti, pur avendo ricoperto un ruolo importante nella Giunta Barone, hanno deciso di correre da soli.

Piero Mandarà, attuale presidente del Consiglio comunale di Santa Croce, è sostenuto dal gruppo che fa riferimento all’ ex consigliere comunale Gaetano Pernice e al dott. Alfonso Micciché, ma anche da un paio di consiglieri comunali uscenti: il già vicesindaco e assessore all’Urbanistica Giovanni Giavatto, attualmente iscritto all’Udc (solo qualche giorno fa, ricordiamo, il coordinatore provinciale dell’Udc Pinuccio Lavima ha espresso chiaramente il suo appoggio a Mandarà) e Salvatore Cappello.

Filippo Frasca, ex assessore e ex vicesindaco, invece, parteciperà con una sua lista “Rivoluzione Civica”.

Frasca ha tappezzato la città di manifesti elettorali e punta sulla formula del cambiamento, citando Einstein: “Se nulla cambia tutto si ripete”. Basterà questo?

Un altro candidato in corsa è l’ex assessore Giansalvo Allù, nell’ultima giunta Iurato, che aveva annunciato la propria discesa in campo alla fine dello scorso anno e che può contare sullo zoccolo duro della sinistra locale.

Anche se il suo avvicinamento all’appuntamento elettorale è stato segnato dalla rottura con gli ex amici di Articolo 1, con cui è andato in fumo il Progetto Civico S. Croce Camerina.

Fin qui niente di nuovo sotto il sole, volti già noti che sembrano essere scesi in campo più per ripicca contro Barone che per altro.

L’ultimo nome, invece, è quello che potrebbe far tremare la poltrona dell’attuale sindaco. Si tratta, infatti, di un volto nuovo, giovane, il più giovane fra i candidati citati: Peppe Dimartino, architetto, che si presenta con una Lista “CambiaVerso” che più che una lista è un progetto sostenuto da tanti giovani per programmare la Santa Croce del futuro.

Il simbolo ricorda quello di Diventerà Bellissima, che pare sostenga il giovane candidato.

A sostenerlo per certo, invece, sono i consiglieri uscenti Luca Agnello e Caterina Gambino, oltre a qualche esponente proveniente da esperienze civiche di sinistra e a Riccardo Cognata, ex vicepresidente del Consiglio e fino a qualche mese fa assessore allo Sport nella giunta Barone, che ha dato da poco la sua adesione al progetto.

Domenica, oltre al sindaco uscente anche Dimartino ha inaugurato la sua sede elettorale e pare ci fosse tanta gente.

Insomma, una partita tutta da giocare dove, ovviamente, ci sono squadre che lottano per il vertice e altre per la salvezza. Certo è che il sindaco uscente Barone qualche domanda dovrebbe farsela se molti dei suoi ex hanno deciso di non sostenerlo. Chi lo conosce bene dice che non è il tipo da sottostare a compromessi, e questo a molti non è piaciuto, chissà se questo sarà un punto a suo favore oppure no.

Alfonso Micciché, CambiaVerso, diventeràbellissima, Filippo Frasca, Forza Italia, Gaetano Pernice, Giansalvo Allù, Giovanni Giavatto, Giulia Santodonato, Luca Agnello, Peppe Dimartino, Piero Mandarà, Pinuccio Lavima, Riccardo Cognata, Rivoluzione Civica, Salvatore Cappello, UDC

Commenti (1)

  • Uno dei tanti forestieri

    Si perdono i pezzi, ma l’importante è non perdere i consensi di chi andrà alle urne ad esprimere il proprio voto.
    Gli altri avranno tanto da lavorare e soprattutto dovranno prima di tutto farsi largo fra di loro, per poi trovare la quadra per fare un calderone unico e appoggiare un solo candidato all’ultimo giorno utile.
    Ps. Il sindaco uscente non si chiama Giuseppe, ma Giovanni, d’altronde tutto l’articolo è una denigrazione pro cambia verso.

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