Modica, un incontro-testimonianza sulla Pace alla scuola Carlo Amore di Frigintini

Un incontro-testimonianza sul tema della Pace è quello che si è tenuto nei giorni scorsi all’Istituto Carlo Amore di Frigintini  organizzato dalla professoressa di religione Donatella Colombo in collaborazione con i colleghi Rosa Garofalo e Francesco Parisi in occasione delle festività pasquali, abbracciando le iniziative di sensibilizzazione e di riflessione sul triste conflitto che sta colpendo il cuore dell’Europa. 

L’incontro ha avuto come ospiti tre relatori-testimoni: Don Sergio Boccadifuoco, parroco della parrocchia Sacra Famiglia di Frigintini; Suor Rachele Soria, impegnata nell’accoglienza dei migranti, nella mediazione culturale e nella missione presso le carceri del nostro territorio e Padre Pierluigi Maccalli, missionario in Niger. La testimonianza di quest’ultimo che è stato prigioniero di un gruppo di jihadisti nel deserto del Mali dal 2018 al 2020 ha molto colpito i ragazzi.

Padre Maccalli ha portato con se un pezzo di quella catena con cui lo tenevano legato “Dobbiamo liberare il mondo da ogni tipo di catena” ha detto ai ragazzi Don Pierluigi che è anche autore del libro autobiografico “Catene di libertà”.

 E quando una studentessa gli ha chiesto perché è stato fatto prigioniero ha risposto:”Non lo so, me lo chiedo ogni giorno anche io.” Ha poi aggiunto: “Durante la prigionia mi hanno fatto più male gli insulti che le violenze fisiche; le parole possono lasciare ferite molto più dolorose, gli sguardi possono essere missili. È per questo che ognuno di voi nel vostro piccolo potete e dovete impegnarvi per portare la pace. Non è sufficiente realizzare cartelloni o manifestazioni, la pace si costruisce nella nostra vita, giorno per giorno con i nostri atteggiamenti e deve partire dal nostro cuore. Una frase, un gesto, degli sguardi possono essere come missili.” Parole che hanno toccato i cuori degli studenti che erano visibilmente emozionati, consapevoli dell’importanza e del peso di quelle parole, parole di sofferenza ma anche di speranza e responsabilità. “Riscoprite la tenerezza, la gentilezza, sono queste le armi più forti per sconfiggere la guerra”. ha poi aggiunto Suor Rachele portando la sua esperienza di volontaria in carcere.

Questi alcuni dei messaggi che gli alunni della scuola secondaria hanno ascoltato durante l’incontro che si è aperto con canti e poesie che gli alunni hanno preparato per accogliere gli ospiti.

Un momento di riflessione importante per i ragazzi che hanno potuto toccare con mano quello che succede fuori dal loro mondo e rendersi conto di quanto in realtà tutto questo è molto vicino di quanto possano immaginare e riguarda anche le loro vite. 

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