Modica, l’ex sindaco Antonello Buscema: “Il ritorno al passato è minestra riscaldata, guardare al futuro…anche in rosa”
“Non c’è un Superman che possa salvare la città ma servono risorse nuove che ne abbiano le competenze e guardino al futuro”.
Nel nostro viaggio nel passato tra chi ha amministrato la città di Modica, non potevamo non incontrare uno degli ex sindaci che è stato più volte citato dagli altri intervistati, soprattutto per aver affrontato nella sua sindacatura, uno dei problemi atavici del Comune di Modica: la questione finanziaria.
Antonello Buscema, ha guidato la città dal 2008 al 2013, con una coalizione di centrosinistra. Lui ha avuto modo di leggere le parole di coloro che lo hanno preceduto e sul “ritorno al passato” ha le idee molto chiare.
“In linea generale, a prescindere dal fatto che personalmente non ritornerei a fare il sindaco, ritengo che non sia opportuno. Perché io penso che diventare sindaco della propria città comporta una concomitanza di fattori personali, politici, elettorali ed istituzionali che si creano in determinate circostanze e che non è detto che si ricreino anzi è molto probabile che non si ricreino più. Per me chi decide di tornare dopo tanti anni è come se facesse la così detta ‘minestra riscaldata’. E lo dice uno che considera l’esperienza di sindaco come una delle più belle della propria vita. Per l’opportunità che ho avuto di conoscere la città e di fare conoscere la città, di conoscere tante persone. Ancora oggi quando esco a Modica, io dico che mi immergo nella città. Ma detto questo non ci sono più le condizioni e non solo personali. Adesso non solo non vinceremmo ma se ciò accadesse non riusciremmo a riprodurre la stessa esperienza fatta anni fa, la politica non è qualcosa che si riproduce. Basta pensare che l’anno prima avevo perso con Piero Torchi 70 a 30, l’anno dopo il risultato si è ribaltato. Perché nel frattempo cambiano gli scenari.”
-Questo vuol dire che non se la sentirebbe nemmeno di dare un contributo alla città in un altro modo?
“Questo non significa ovviamente che le persone che abbiano un’esperienza amministrativa debbano tirarsi indietro, anzi io ritengo che queste persone debbano essere prese in considerazione ma non come rappresentanti degli organi sotto governo ma come persone a cui, chi amministra la città, può fare riferimento perché quando si amministra la città lo si fa non solo con gli strumenti amministrativi, con i partiti ma con tutte quelle forze che ti appoggiano, ti sono vicine. E tu devi sapere cogliere la disponibilità di queste persone. Se il futuro sindaco mi chiedesse di fare l’assessore risponderei di no ma se mi chiedesse possiamo ogni tanto confrontarci sulle scelte principali, io sarei disponibile a dargli tutti i miei consigli. Una sorta di figura di saggio a cui potersi affidare per avere quei consigli utili per amministrare. Quindi la partecipazione deve essere di altro tipo e non quella di riprodurre un’esperienza amministrativa che non può essere più riprodotta come dimostra anche l’esperienza degli altri comuni in cui si è pescato nel passato.”
-Lei sarebbe d’accordo su questa proposta del ‘Governo dei Migliori’? Al di là della provenienza politica? La ritiene attuabile?
“Non sono d’accordo, perché se tu hai un progetto per la città, questo progetto deve avere una leadership chiara, che è il sindaco, deve avere persone che fra di loro si devono capire, che devono avere la stessa sensibilità umana, culturale, politica che non vuol dire avere la stessa tessera di partito. Però non credo che l’idea di mettere insieme i migliori possa funzionare. Perché la squadra non è una sommatoria di singoli. Per me il ‘Governo dei Migliori’ è un’utopia che non potrebbe mai nascere perché nei fatti queste persone non riuscirebbero a lavorare insieme.”
-Come vede Modica oggi?
“Io penso che quando noi oggi diamo un giudizio su Modica dobbiamo fare una precisazione, una cosa è il giudizio sulla città e una cosa è il giudizio sull’ente comune, che sono due cose che in parte si sovrappongono ed in parte no. Per cui dire che oggi Modica è una città distrutta e abbandonata non è a mio avviso vero. Modica non è affatto ne distrutta ne abbandonata è una città che invece va governata. Qual è il reale problema, che mentre la città, comunque, con le sue difficoltà si muove basti pensare ai settori trainanti dell’economia modicana: l’agricoltura, i servizi, le piccole e medie imprese e il commercio, questi quattro pilastri fondamentali si stanno ristrutturando difronte anche della situazione generale, per cui ad esempio non c’è più lo stesso numero di occupati in agricoltura, ma abbiamo comunque un’agricoltura di qualità che comunque in questo periodo di crisi, parlo delle aziende agro-alimentari hanno avuto meno difficoltà. Mentre, ad esempio, nel settore dei servizi la città sta giocando in difesa e sta anche perdendo perché mancano tanti servizi essenziali. Al contrario c’è il settore del turismo, legato alla cultura, che è una peculiarità di Modica, che potrebbe se non da solo ma quanto meno integrare là dove i primi quattro non reggono più da soli. Questa è oggi la città. Il problema però è che l’ente comune, che non deve fare queste cose perché non deve inventare niente ma muoversi nella città, dare il proprio contributo, creando servizi, trovando soluzioni, aiutando questi settori, investire nella direzione in cui il territorio va non lo può fare o comunque può farlo ma in maniere irrilevante perché è un Comune in dissesto. L’ultimo tentativo che si poteva fare lo abbiamo fatto con il piano di equilibrio, in cui lo Stato ti dava un aiuto ma tu amministrazione dovevi attuare una politica di risparmio ma da subito. Ma quando questo piano dopo sei anni non è stato ancora applicato è ovvio che la situazione è questa. Con i soldi che sono arrivati grazie alla nostra amministrazione il sindaco attuale ha pagato i debiti e quindi non ha vissuto il dramma di avere i creditori dietro la porta, poi si è ritagliato una fetta di risorse che riesce a reperire e si è dedicato al settore che a suo dire porta più consensi che è quello della manutenzione. Noi speravamo in una città che ritornasse ad avere quell’equilibrio finanziario che le permettesse di amministrare con relativa tranquillità. Ma per fare questo bisogna tagliare le spese vive ma questo non viene fatto perché ovviamente crea malumore tra l’elettorato. Un’altra cosa importante è che è mancato il ruolo dello Stato di controllo e programmazione. Perché nel caso del piano di equilibrio la legge era fatta benissimo ma non è stata rispettata. Molti comuni approvavano questi piani e poi passavano mesi e da Roma non arrivava alcuna riposta ma nel frattempo il contatore gira. Per quanto riguarda la Regione peggio ancora perché non c’è stato nemmeno il controllo della Corte dei Conti. Io ho letto la relazione sulla Giunta Abbate dove sembrava che a Modica ci fosse un criminale di guerra e poi però finiva dicendo che siccome però il sindaco vuole presentare una proposta vediamo cosa succede nei prossimi sei mesi. E quindi si vivacchia, con furbizia si recuperano risorse per curare il proprio orticello. Per fare grandi cose ci vogliono risorse ma non essendoci queste si va avanti cercando di fare quello che si può e poi il prossimo che verrà avrà gli stessi problemi se non peggiori.”
Uno dei punti trattati anche con gli altri ex amministratori è quello di Modica Alta, che abbiamo definito essere ‘croce e delizia di tutte le amministrazioni’.
“Il discorso di Modica Alta va inserito secondo me in un discorso più ampio di programma di sviluppo per la città.Il programma, non è come dicevo prima, qualcosa che bisogna inventarsi a tavolino, il programma è sapere leggere quello che accade in città e sapere cogliere quei punti in cui il Comune può intervenire dando l’organizzazione di finanziamento, di servizi e strutture. Fare un programma indicando dei punti tanto per scriverli, quello è semplice da fare, se invece si deve fare un programma attuabile e allora è necessario conoscere la città. Modica Alta è una parte di Modica e non è pensabile uno sviluppo di questa parte della città che non sia inserito in uno sviluppo complessivo di Modica. Possiamo quindi immaginare di portare servizi che mancano, era una buona idea quella dell’università anche se nei fatti poi sappiamo come sono andate le cose, perché non c’erano le risorse. Oggi rispetto al fatto che il settore in crescita nella città è il turismo è chiaro che Modica Alta potrebbe sfruttare questa opportunità, sia perché si trova nel centro storico, sia per la vivibilità ma anche in termini di accoglienza, le case potrebbero essere recuperate e trasformate in strutture ricettive. Inoltre, può essere pensata in una prospettiva di rientro delle giovani coppie, ad esempio, e così potrebbe diventare una zona residenziale. La vita di quartiere che c’è ancora a Modica Alta non si può trovare in nessun altro posto. Questa parte della città ha due punti di forza, il Viadotto che l’ha tolta dall’isolamento e la vivibilità che è negativa se tu pensi di farne un punto di sviluppo urbanistico ma che invece può diventare un punto di forza se intendi svilupparla nel senso di cui parlavamo prima.”
-Alla luce di quanto detto il futuro sindaco avrà veramente tanto da fare e lo potrà fare con poche risorse.
“Noi abbiamo un problema, siccome per trent’anni abbiamo parlato male della politica, a ragione o torto, oggi la gente si è allontanata dalla politica anche nel senso che non c’è più chi si vuole impegnare attivamente. Questo ha portato all’assenza di una classe dirigente capace di subentrare come avviene da sempre. Però c’è un rischio, ed è quello di cui dicevamo prima, di guardare al passato mentre Modica deve guardare al futuro. Per cui il prossimo sindaco potrebbe essere ad esempio una donna, l’elemento femminile non è mai stato giocato in questa città. Io vedrei bene una squadra fatta da un sindaco donna e da una squadra fatta da giovani trentenni, quarantenni che magari non hanno esperienza politica ma che hanno avuto magari successo nei loro settori imprenditoriali e che hanno gli strumenti per comprendere la macchina amministrativa. Non c’è un Superman che possa salvare la città ma servono risorse nuove che ne abbiano le competenze e guardino al futuro. Se, proprio devo fare dei nomi, farei quello di Maria Monisteri e soprattutto quello di Ivana Castello, che poi è ovvio chi fra le due voterei questo è un’altra cosa ma ciò che voglio dire è che ci sono tante donne valide quanto e più degli uomini per ricoprire questo ruolo”
-Un’altra cosa che è venuta a mancare in questi anni è l’opposizione. Lei ha avuto sia l’esperienza di amministrare avendo una forte opposizione, sia di fare opposizione. Quanto è importante questo ruolo?
“Io ho fatto opposizione credo in una delle condizioni più difficili. Perché a proposito di partiti e coalizioni, quelli erano gli anni in cui il centrodestra guidava la città di Modica, la provincia, in cui aveva i deputati regionali. Ovviamente in un contesto in cui manca la classe politica in grado di governare manca anche quella in grado di fare opposizione che è più difficile che governare perché giochi ad armi impari. La qualità del consiglio comunale oggi è veramente bassissima. Ci sono stati anni d’oro in cui il consiglio aveva un peso importante. Ma questa è una conseguenza di quel discorso che facevo prima sulla politica.”
E quindi se lei dovesse scegliere un candidato quali caratteristiche dovrebbe avere?
“Uno che ha i voti ma che nascano da un rapporto con la gente, due che sia visibile che la gente abbia facoltà di intercettarlo, che un po’ si collega alla prima caratteristica, poi che sia competente e in fine che capace di lavorare attorno ad un progetto, ad un programma. Che sia capace di coordinare gli altri e che lo abbia fatto o meno in un contesto istituzionale poco conta, perché sei sono bravo ad amministrare lo so fare ovunque, se ho capacità di leadership ce l’avrò in qualsiasi contesto e poi che debba essere onesto, anche se in realtà l’onestà è un prerequisito o almeno dovrebbe esserlo, il problema sorge quando diventa requisito. Questo è indice di qualcosa che non va”.
-Quindi cosa dovrà fare il prossimo sindaco? Come vede il futuro di questa città in termini amministrativi?
“Il prossimo sindaco deve riuscire ad abbinare queste due cose: uno riuscire a dire alla città come stanno realmente le cose ma dare anche una speranza. Perché dire cose che non si possono mantenere è facile ma non è giusto, questo equilibrio è la scommessa della prossima campagna elettorale, cioè di uno che sa cogliere in questo disastro dell’ente e non della città, perché Modica mantiene la sua bellezza, le sue potenzialità, le sue caratteristiche che sono uniche, che i turisti scelgono per vivere, dove si trova un clima accogliente, dove il contesto extra urbano ancora si mantiene. Quindi la città non è morta o distrutta ma lo è chi avrebbe dovuto coordinare, neanche programmare, ma fare da punto di riferimento agli operatori privati che poi sono quelli che investono sulla città.”
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