Ragusa: “Al Consorzio di Bonifica cambiano i vertici ma restano i problemi”: 50 licenziati e 20 mensilità arretrate

Lo sfogo di Salvatore Terranova (Flai Cgil): Il Consorzio non è trampolino di lancio per carriere politiche

“Non c’è salvezza per il Consorzio di bonifica di Ragusa”.

Inizia con queste parole piene di amarezza il lungo comunicato del Segretario Generale della Flai Cgil Ragusa Salvatore Terranova. Nei fatti ad oggi la situazione del Consorzio resta invariata.

Degli ottanta dipendenti, circa 50 sono stati licenziati perché hanno perso il ricorso alla Cassazione sulla questione della trasformazione dei contratti a tempo indeterminato avvenuta senza una procedura concorsuale, essendo il Consorzio di Bonifica un ente pubblico. Una decisione che lascia l’amaro in bocca per queste persone che non solo hanno perso il lavoro ma ad oggi attendono ancora il pagamento di 20 mensilità. Ma anche i cosidetti dipendenti di ruolo attendono il pagamento di due mensilità. Da questa situazione che si trascina ormai da tempo nasce lo sfogo del Segretario Flai Cgil Ragusa Salvatore Terranova.

Cambiano i direttori, ma le problematiche restano sempre lì, irrisolte, con l’aggiunta che si aggravano sempre di più. Da quando, quale direttore, il dott Barbagallo si è insediato l’impressione che si ha è quella che nulla sia cambiato. E, purtroppo, altro non si verificano che criticità su criticità, difficoltà su difficoltà e totale assenza di chi tutte queste problematiche dovrebbe governare”. Prosegue Terranova. “L’ente vive sulla delega del governo consortile affidata ai vari responsabili di settore e di sede, senza la presenza del direttore, che è la figura istituzionale che dovrebbe intercettare le difficoltà e indirizzarle verso la soluzione. La Direzione dovrebbe avviare l’indirizzo e la programmazione dei servizi consortili che hanno una importanza fondamentale per l’agricoltura. Invece assistiamo ad una vita parallela, dentro il consorzio, portata avanti da chi non ha nulla a che vedere con le predette attività necessarie. Dove da tempo hanno assunto un ruolo, spesso sostitutivo, quadri intermedi, i cui risultati sono sotto gli oggi di tutti”. Parole che hanno certamente un peso quelle di Terranova e che però alla luce dei fatti sono difficili da smentire. “In questi anni, prosegue il Segretario della Flai Cgil, abbiamo posto come obiettivo indifferibile la necessità di una seria organizzazione intanto amministrativa dell’ente, una rimodulazione dei servizi e una migliore collocazione dei lavoratori dentro le diverse realtà periferiche, sempre allo scopo di fare assumere a detto ente il ruolo che gli spetta. Ma invano, dalla Regione siciliana, a partire dall’Assessorato all’Agricoltura al Commissario straordinario del Consorzio sud-orientale al Direttore generale, abbiamo ricevuto il totale silenzio, come se affetta da grave acusia che non la mette nelle condizioni di sentire né il dramma che oggi rappresenta il consorzio né le gravi difficoltà del mondo dell’agricoltura né le tragedie umane e familiari dei dipendenti”.

Una denuncia nei confronti quindi delle Istituzioni che purtroppo non ci sorprende visto che assistiamo ogni giorno a episodi che dimostrano come la politica sia interessata ad altro piuttosto che a fare gli interessi dei territori e a risolvere i problemi. E le conseguenze? Disservizi come spiega Terranova “I servizi lasciano molto a desiderare per la incapacità di saperli bene organizzare, facendo spesso ricadere la responsabilità dei disservizi o della loro mancata erogazione ai dipendenti, quest’ultimi spesso incolpevoli, per non dire vittime di una gestione inadeguata. Dipendenti che peraltro non percepiscono gli stipendi, con diverse mensilità in arretrato, e dove sembra prevalere una enclave di privilegiati e di altri invece discriminati.” Ma la cosa più difficile da accettare, leggendo le parole di Terranova, è che “Nessuno, pare, abbia interesse a rimettere in sesto questo consorzio! Eppure, esso sarebbe un grande volano di sviluppo, sarebbe uno strumento di salvaguardia idrogeologica del territorio e occasione di recupero di intere zone rurali da decenni abbandonate, sarebbe un potenziale impulso di valorizzazione turistica del nostro mondo rurale e paesaggistico”

Come dicevamo uno sfogo pieno di amarezza ma allo stesso tempo che rappresenta lucidamente la situazione attuale del Consorzio di Bonifica.

Queste sono le finalità cui vuole e intende tendere la nostra azione, conclude Terranova, per la quale condizione preliminare non può che essere la costruttiva attenzione delle istituzioni pubbliche, dalla Regione ai Comuni, e la predisposizione di un assetto politico-gestionale all’altezza di un piano strategico dei consorzi, che purtroppo la Regione Siciliana stenta ad elaborare. In particolare, la Regione ogni anno destina sempre meno risorse ai consorzi, motivo questo che crea tante difficoltà di programmazione e di progettazione degli interventi indispensabili. Il consorzio è e resta, purtroppo, in mano a qualche individualità sindacale che ricorre alla deformazione della reale situazione consortile, incurante che a farne le spese sono i dipendenti e gli utenti. Il tutto a beneficio di uno status quo, fondato su privilegi, difficile da rimuovere, e che ha raggiunto livelli intollerabili e devastanti per l’economia dell’Ente, afflitto da contenziosi messi in atto dagli stessi soggetti che oggi hanno l’ardire di criticare comportamenti e cambiamenti. Da parte nostra auspichiamo che le diverse centinaia di lavoratori siano promotrici di interventi tali da spazzare via tutte le incrostazioni di oltre vent’anni di mala gestione”. 

Eppure, Terranova, a margine di queste dichiarazioni affidate ad un comunicato, ci confida che sarebbe possibile risanare il Consorzio e sarebbe anche fattibile senza né ulteriori interventi economici né intaccando gli interessi dei lavoratori ma cercando di riorganizzare la struttura con il personale di cui si ha a disposizione dando servizi efficienti ed efficaci al territorio e spendendo i soldi in maniera oculata e non pagando, come avviene adesso, circa un milione e mezzo l’anno per gli straordinari dei lavoratori.

Il Consorzio, dichiara Terranova, non può essere trattato dai politici, così come avviene per i Comuni, come un trampolino di lancio per le loro carriere politiche, ma fin quando questo avverrà non ci sarà nessuna possibilità di crescita per il territorio”.

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