Scicli: il ‘mistero’ della chiusura anticipata della Sagra della Seppia. Chi ha ragione tra il Comune e l’organizzazione?

Se si dovesse scrivere un libro sui misteri della sagra della seppia sarebbe certamente un noir.

In realtà forse si sta montando un caso inutile che nasconde solo una antica acridine tra l’organizzatore della sagra Gianni Voi ed il sindaco di Scicli Enzo Giannone.

Una guerra fredda che dura ormai da troppo tempo e che sembra aver perso di vista la cosa più importante: il bene del territorio.

Tutto ha inizio dalla decisione di spostare la sagra rispetto al periodo in cui di solito si è svolta ovvero a Marzo. Un periodo scelto non a caso visto che è quello migliore in cui la materia prima, la seppia, se ne trova più in abbondanza. Perché diciamo questo?

Perché pare che uno dei motivi per cui sia stata interrotta così bruscamente, sabato sera, la sagra sia proprio dovuto alla mancanza della materia prima, che ha costretto gli organizzatori a reperirla ad un prezzo eccessivo rispetto a quello con cui poi veniva venduta nella sagra.

Quindi, oltre alla materia prima, alla fine sono mancati pure i soldi. Questo è quello che è emerso dalle parole di Gianni Voi. Che ha anche lamentato all’amministrazione di avergli messo i bastoni fra le ruote stravolgendo alcune situazioni, come quella dei parcheggi dei camperisti, a cui ormai i numerosi turisti che venivano appositamente per la Sagra erano abituati.

Pare che il controllo della polizia municipale sia stato, diciamo eccessivamente rigido, e i camperisti non potendo sostare vicino alla zona interessata sono andati via.

Gianni Voi ha anche sottolineato che non hai mai ricevuto un sostegno economico dal Comune che anzi avrebbe preteso il pagamento del suolo pubblico per la manifestazione. Per l’amministrazione queste sono tutte scuse.

Innanzitutto, il Comune sostiene che la sagra è stata posticipata perché mancavano le dovute autorizzazioni ed è stato possibile farlo solo quando sono arrivate tutte quelle necessarie e questo ha contribuito al ritardo.

Inoltre, il Comune ha dato il patrocino all’evento occupandosi di tutto l’aspetto logistico, parcheggi, forze dell’ordine, facendo tutto quanto era nelle loro competenze per la buona riuscita della manifestazione.

Manifestazione che, fra l’altro, ha riscosso una significativa presenza di pubblico giunto anche domenica e rimasto a bocca asciutta visto che la sagra era stata interrotta senza preavviso e senza dare quindi nemmeno al Comune il tempo di poter organizzarsi di conseguenza anche per poter dare una spiegazione alle numerose persone intervenute per partecipare all’evento.

Da qui la decisione di riservarsi di adire alle vie legali per danno di immagine alla città, come ci ha spiegato l’Assessore Simona Pitino.

Ma c’è di più, a quanto pare l’organizzazione della sagra non dovrà dare spiegazioni solo al Comune di Scicli ma anche all’Assessorato regionale al Turismo che ha dato un contributo importante per l’evento.

Dove sta la verità? Chi ha sbagliato? Ma soprattutto quale sarà il destino della sagra della seppia?

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Commenti (4)

  • Forse perché un’arancina farcita di seppie, alla sagra, viene venduta ad un prezzo superiore alla stessa arancina venduta al Palazzo Rosso di Scicli?
    Com’è capitato a me prima della chiusura dovuta alla Pandemia e per la quale mi sono ripromesso di non parteciparvi più?
    Lo sanno gli organizzatori che le sagre servono per promuovere il territorio e non per scorticare gli sprovveduti?
    Non mi venissero a parlare di costi, poiché se non sanno far quadrare i conti, l’organizzazione non è roba per loro.

  • io sono gianni voi allasagra il tuo arancino costava solo euro tanto al palazzo rosso costa allo stesso prezzo se viene stasera possiamo mangiarlo insieme

  • ….troppe manifestazioni del territorio Ibleo sono in mano di personaggi che dovrebbero riconoscere i propri limiti ed affidarsi a professionisti.
    Negli ultimi anni la provincia di Ragusa sta conoscendo una eco turistica importante a qualsiasi livello, ma si continua a gestire il territorio come 30 fa, dalla logistica all’accoglienza, dalla ristorazione alla mobilità.
    Abbiamo l’opportunità di dare al nostro territorio un vero futuro a vocazione turistica, ricettiva ed enogastronomica ma invece continuiamo con le beghe da paesello tipo Don Camillo contro Peppone e ad organizzare sagre e festival prive di carattere che risultano carrozzoni con dentro di tutto ( vedi Chocomodica) che servono a soddisfare l’ego di personaggi piú o meno noti e non a dare lustro alle nostre maestranze, creare lavoro ed investire su professionalità che vengono ignorate.

  • Chiunque può organizzare un evento senza per questo essere “guidato e/o sostenuto” da organizzazioni particolari (ognuno può darvi il significato che ritiene opportuno) e tutti, comune compreso, abbiamo il dovere di collaborare, o quanto meno di non mettere i bastoni fra le ruote. Laddove succede il contrario vuol dire che subentrano interessi economici e/o politici che recano solo danni al territorio. Aspettavo con grande apprensione la sagra della seppia, sono rimasto deluso ed addolorato per il triste epilogo.

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