Modica: la città con due stadi ‘inadeguati’ per giocare in “eccellenza”. I rossoblù rischiano di migrare a Rosolini
Il giorno dopo i festeggiamenti si torna alle riflessioni e non sfugge, passando accanto al Vincenzo Barone, uno striscione che già da un po’ è stato posizionato li dai tifosi: “AMMINISTRAZIONE DELLA CITTA’ SENZA LO STADIO LA FAVOLA FINISCE QUA” e quello che c’è scritto nello striscione è destinato a diventare reale perché, la società, stanca di false promesse, potrebbe riconsegnare le chiavi nelle mani dell’amministrazione che, fra l’altro, non ha ritenuto importante nemmeno ricevere e premiare i dirigenti e i giocatori del Modica Calcio per i successi ottenuti.
Non ultima la Coppa Italia, che farà sì, lo ricordiamo, che da oggi sulla maglia del Modica Calcio ci sia impresso lo scudetto tricolore come in quelle delle società maggiori.
Questo sta ad indicare come, l’amministrazione o quel che resta, non abbia a cuore nemmeno lo sport, non avendo rispetto per i sacrifici che sono stati fatti esclusivamente dai privati che hanno creduto ed investito in questo progetto, senza nulla a pretendere, ma anzi uscendo di tasca propria, in tre anni, i soldi necessari a sistemare il Vincenzo Barone per renderlo adeguato in modo permanente.
Da tutta la Sicilia stanno arrivando messaggi per complimentarsi per ciò che si è riusciti a raggiungere, il modello Modica calcio, è un modello vincente che dovrebbe essere preso da esempio.
In tutto questo da Palazzo San Domenico cosa hanno fatto? Sono stati a guardare e hanno approfittato della “generosità”, chiamiamola così, degli imprenditori privati, che adesso, giustamente, pongono un ultimatum.
Il Progetto Modica Calcio, è il progetto della città, e in quanto tale, deve essere supportato dall’amministrazione comunale che non può lavarsene le mani.
Circa 8 mesi fa, infatti, era stato effettuato un sopralluogo per realizzare alcuni interventi importanti e, nemmeno troppo costosi, quali, ad esempio, il rifacimento delle recinzioni e la realizzazione della famosa tribuna degli ospiti, che avrebbe consentito di eliminare una volta per tutte la barriera che divide la tribuna A e avrebbe consentito la realizzazione di un’altra uscita di sicurezza, nella parte opposta a quella attuale, evitando così, cosa che invece avviene adesso, che i tifosi ospiti entrino dalla stessa parte dei tifosi locali ,con le conseguenze che è facile immaginare.
Piccoli interventi, insomma, che ad oggi però non sono stati ancora effettuati e che sarebbero necessari, anche se non sufficienti, nell’ottica di adeguare lo Stadio Vincenzo Barone ad ospitare il campionato di eccellenza.
Perché, sappiamo che, il primo reale problema, sono le misure del campo, non idonee ad ospitare la serie maggiore in cui dall’anno prossimo militerà il Modica.
Per fortuna, però, c’è lo stadio ‘Pietro Scollo’ che potrà rispondere alle esigenze della squadra… o forse no?
Due stadi che messi insieme non ne fanno nemmeno uno buono! E’ davvero così?
Per comprendere bene la situazione bisogna andare indietro nel tempo. Prima di ogni cosa bisogna specificare che il Vincenzo Barone è uno stadio realizzato negli anni ’37-’38, mentre la società era stata fondata nel 1932 e come tale nasce in un contesto diverso da quello attuale, circondato da Palazzi, quasi come fosse un grande cortile condominiale.
Ma si sa in quegli anni gli scempi realizzati non si contano. Detto questo, quando nel 2012, l’allora assessore provinciale Mommo Carpentieri, oggi consigliere comunale di opposizione, decide di fare una convenzione con tutti i Comuni della Provincia Regionale, con l’obiettivo di costruire o ristrutturare un impianto sportivo per ogni comune ibleo, a Modica si decise di ristruttura il Vincenzo Barone, in quanto, nel frattempo, qualche anno prima, siamo alla fine degli anni 90, la città era stata dotata di un’altra importante struttura, il campo della Caitina, oggi Pietro Scollo, che aveva come funzione quella di essere lo stadio principale.
Le norme, infatti, erano cambiate e il Caitina era una sorta di evoluzione del Vincenzo Barone che ristrutturato con il campo in erba sintetica, i nuovi spogliatoi e l’impianto adeguato sarebbe stato lo stadio delle società sportive che ne avrebbero voluto usufruire. Quindi due stadi, due funzioni diverse.
“Non avere realizzato lo stadio con le misure oggi necessarie per giocare in eccellenza non è stato un errore, spiega l’ex assessore Mommo Carpentieri, ma una scelta dovuta al fatto che la città aveva già un campo con quelle caratteristiche. Un campo che fu addirittura inaugurato dalla Nazionale di Calcio Italiana con i protagonisti vincitori del mondiale del 1982. Chi oggi mi vuole attribuire la colpa dovrebbe prima conoscere la storia. E la storia parla chiaro, noi avevamo dato alla città due campi sportivi adeguati entrambi alle esigenze che dovevano svolgere, il problema sorge dal fatto che le amministrazioni che ci sono state negli ultimi 15 anni hanno trascurato il Campo Sportivo Ex Caitina e lo hanno trasformato in un campo di patate. Per questo motivo si è reso necessario l’utilizzo del Vincenzo Barone e per questo motivo oggi nasce il problema”.
Insomma, secondo Mommo Carpentieri, la soluzione sarebbe sistemare lo stadio Pietro Scollo, con alcuni interventi quali la posa del manto erboso, gli spogliatoi e l’agibilità di una delle tribune.
L’amministrazione dovrebbe, a suo dire, fare una gara d’appalto e chiedere al Coni e alla Lega Nazionale Dilettanti la proroga di due anni per continuare a giocare al Vincenzo Barone dimostrando, che nel frattempo, ci si sta attrezzando per l’adeguamento del campo sportivo.
Secondo Carpentieri questa è l’unica strada possibile perché adeguare il Vincenzo Barone con le misure necessarie si può fare ma comporta una spesa onerosa ed è comunque un intervento complesso.
Ma voci di corridoio dicono, che in realtà, nemmeno la sistemazione dello stadio Pietro Scollo sarebbe cosa così semplice pare infatti che ci siano anche li problemi di sicurezza.
Allora che cosa bisogna fare per dare alla squadra un campo degno di questo nome? Pare che tra la società e il Comune ci sia stato un nuovo momento di confronto, forse dopo la vittoria del campionato e la grande festa dei tifosi, qualcuno si è reso conto che sarebbe stato un peccato sprecare l’occasione di non sostenere questo progetto, in vista delle elezioni perdere infatti un simile pacchetto di voti sarebbe da sciocchi.
A breve quindi si potrebbe arrivare ad un compromesso o soluzione, come preferite.
Intanto a Modica è tutto pronto per la festa dello sport, già è proprio il caso di festeggiare una città che ha due strutture sportive e rischia di fare giocare la sua squadra principale nello stadio del Comune di Rosolini mentre gira voce che allo Stadio Pietro Scollo non vuole più allenarsi nemmeno la squadra del Frigintini.
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Osservatore
Di cose fatte e trascurate purtroppo, Modica ne è piena.