Giornale in classe. Aiuti ai superstiti di guerra: Ragusa fa sentire la sua voce
Centoventi giorni di guerra e sofferenza. Centoventi, sono i giorni da quel 24 febbraio in cui ha avuto inizio l’invasione russa in Ucraina.
La guerra tra le due potenze dell’Europa Orientale, infatti, ha segnato inequivocabilmente questo 2022 e segnerà con quasi certezza l’intera storia ucraina ed europea.
Purtroppo il combattimento va ancora avanti e non ci sono segnali di una resa da
parte dell’armata russa, difatti lo stesso Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha
così parlato del conflitto al termine di un colloquio con il presidente americano Joe Biden:
”Dobbiamo essere preparati per il lungo periodo”, aggiungendo che ”quello che vediamo è
che questa guerra ora è diventata una guerra di logoramento, gli ucraini stanno pagando un
prezzo elevato per aver difeso il proprio paese sul campo di battaglia”.
Sono proprio gli ucraini coloro che stanno subendo maggiormente i terribili orrori della
guerra, a partire dalla perdita di vite umane fino ad arrivare alla completa distruzione
culturale e artistica di un popolo ricco di tradizioni e storia.
Fin dai primi mesi di guerra infatti da tutto il mondo e soprattutto dall’Italia, sono arrivati aiuti umanitari verso i superstiti di guerra e provviste per tutti coloro che sono rimasti bloccati nelle città assaltate dai russi, come Mariupol, Kiev e Charkiv.
Dalle grandi e piccole organizzazioni fino ai semplici cittadini: anche a Ragusa, capoluogo di
provincia siculo, come nel resto dell’isola, non è mancata la solidarietà con aiuti concreti ai
profughi ucraini, costretti a fuggire dalla loro terra.
Sono appunto partite diverse iniziative in aiuto del popolo ucraino come ad esempio quella dell’Associazione Nazionale Carabinieri – Nucleo Volontariato, sede di Ragusa che sta tuttora dando il suo contributo con la raccolta di beni di prima necessità da mandare ai confini ucraini e da fornire a tutti coloro che arriveranno prossimamente a Ragusa.
Inoltre, il Comitato Provinciale per l’Unicef di Ragusa ha attivato, all’indomani dello scoppio
della guerra, un’intensa campagna di raccolta fondi, che in provincia ha trovato una
significativa risposta. In Ucraina e nei paesi di confine Unicef fornisce a bambini e famiglie
assistenza medica, acqua potabile, kit di primo soccorso, coperte calde e supporto
psicologico.Si sta operando senza sosta per il potenziamento dei programmi d’emergenza,
grazie all’aiuto di più di 140 operatori sul campo e ai Blue Dots, 20 Centri per il sostegno
dei bambini e delle famiglie che garantiscono in un unico luogo spazi sicuri, servizi
essenziali, spazi per giocare, protezione e supporto.
La Presidente Provinciale Elisa Mandarà è fiera del lavoro svolto : “La risposta della nostra
provincia è davvero solida, sinceramente commovente” e ha anche aggiunto “abbiamo
condiviso il lavoro dell’Unicef sul campo e fornito puntuali aggiornamenti sul quadro
dell’emergenza, lanciando quindi un appello alla solidarietà verso le bambine e i bambini
ucraini, verso un popolo straziato da un’aggressione terribile. Abbiamo coinvolto scuole, enti,
privati, illustrando i programmi Unicef di intervento d’emergenza per Sanità e Nutrizione,
Acqua e Igiene, Protezione dell’Infanzia, Istruzione, Protezione Sociale. ”
Nella provincia si sono anche attivate molteplici scuole a sostegno della campagna Unicef,
tra cui gli Istituti Comprensivi “Gesualdo Bufalino” di Pedalino, “Antonio Amore” e “Giuseppe
Rogasi” di Pozzallo, “Luigi Capuana” di Giarratana, “Francesco Crispi” di Ragusa, “Carlo
Amore” di Modica ed anche il Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Ragusa.
Queste scuole si sono rivelate molto sensibili alla grave situazione ucraina e hanno
abbracciato il progetto con entusiasmo, questo ha permesso un lavoro operativo e profondo
che mira al protagonismo dei ragazzi e alla salvaguardia dei diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza.
Articolo scritto dagli alunni della 5^ classe del Liceo Fermi di Ragusa: Trovato, Agnello, Occhipinti, Criscione S., Fargione e Pioggia.