Hanno urlato con tutta la voce che hanno in gola gli amici e i conoscenti di Daouda che anche stamattina si sono incontrati in piazza ad Acate per avere notizie del lavoratore 37enne del quale si sono perse le tracce dal 2 luglio scorso.

“Dov’è Daouda? Vogliamo Daouda! Giustizia a Daouda!” hanno gridato in coro un centinaio di migranti che attraverso il sindacato USB Ragusa sono riusciti ad organizzarsi per chiedere indagini serie sulla scomparsa del mediatore culturale che per sbarcare il lunario lavorava anche in una ditta di edilizia in nero e senza un contratto.

Uno dei tanti esempi di sfruttamento dei lavorati migranti che ormai non fanno nemmeno notizia.

Ma è possibile che nemmeno la scomparsa di un uomo, che la moglie e la figlioletta aspettano disperati in Costa d’Avorio, faccia notizia? La rabbia è che nulla fino ad oggi si sappia su cosa si stia facendo per trovare Daouda.

E’ possibile che in un Paese che si definisce civile, un uomo possa scomparire così nel nulla? E’ possibile che gli inquirenti non ritengano opportuno far sapere all’opinione pubblica se esiste un’inchiesta, se sono già stati fatti dei controlli sul luogo di lavoro di Daouda, se sono state avviate delle ricerche di Daouda vivo o morto?

Sì, forse è possibile, anche perchè è triste constatare, da giornalisti, che fa più letture la notizia del salvataggio di una mucca per la quale, giustamente, interviene anche un elisoccorso, che quella della scomparsa di un lavoratore migrante con tanto di permesso di soggiorno. Questo è il nostro Paese, questi siamo noi.