Ci sono anche bambini di 10 anni tra le vittime di “sextortion”, il fenomeno social che purtroppo negli ultimi mesi ha fatto registrare una escalation anche in provincia di Ragusa.

Si tratta di un “adescamento” di adolescenti attraverso i social network, un fenomeno che interessa gli adulti, ma che purtroppo negli utimi mesi, secondo quanto denunciato dalla Polizia Postale di Catania che vigila su tutta la Sicilia Orientale, ha fatto registrare centinaia di denunce di casi che coinvolgono adolescenti, facili vittime.

Tutto inizia con qualche chattata con profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Si passa poi alle video chat e le richieste si fanno a mani a mano più spinte.
Nei giorni seguenti arrivano le estorsioni con la richiesta di somme di denaro anche piccole, con la minaccia che, in caso di mancato pagamento, il materiale verrà diffuso on line.

L’inizio di un inferno che spesso resta segreto perchè difficilmente le vittime trovano il coraggio di raccontare quanto accaduto ai genitori o agli amici.

A denunciare la preoccupante escalation del fenomeno è stato il dirigente del compartimento polizia postale Sicilia Orientale, il primo dirigente Marcello La Bella che raccomanda: “Occorre essere sempre più vigili sulla navigazione on line dei propri figli, soprattutto quelli più piccoli. Sul nostro territorio, che comprende Catania, Messina, Ragusa e Siracusa, abbiamo diversi casi di vittime minorenni di sextortion e di revenge porn, anche nella fascia 10-13 anni”.

La Polizia Postale ha annunciato che continuerà anche per il prossimo anno scolastico l’opera di divulgazione dei pericoli della rete e raccomanda sempre di non condividere immagini personali ed intime sui social.