E’ rimasta li da quel 13 agosto in cui è avvenuto l’ennesimo sbarco sulle coste iblee. Ma questo sbarco è stato diverso dagli altri, e uno dei motivi è proprio aver utilizzato una barca a vela che dopo essere rimasta incagliata tra il fondale e la scogliera non è stata sposata, come potete vedere dalle foto realizzate solo qualche giorno fa.

Si tratta di una barca di una quindicina di metri molto costosa che dovrebbe appartenere ad un turco benestante. La Capitaneria di Porto ed il Demanio dovrebbero occuparsi di tirarla in secco e sistemarla al Porto di Pozzallo dove ne insistono altre, in attesa dell’eventuale giudizio della magistratura, se ci sarà.

E sarebbe auspicabile farlo prima che le condizioni del tempo non rendano le operazioni difficili. Anche perché, come dicevamo, si tratta di uno sbarco sui generis, quello avvenuto con questa imbarcazione, che pare sia rimasta cinque giorni in mare prima di arrivare sulle coste italiane ed essere abbandonata dagli scafisti che potrebbero essere scappati a bordo di un gommone mentre gli immigrati sulla barca, circa 60 fra cui anche donne e minori, hanno tentato la fuga a piedi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Si tratta di un’immagina suggestiva che ripropone un tema, purtroppo, sempre di grande attualità, quello degli sbarchi clandestini di cui la nostra costa e suo malgrado protagonista.

Ma è anche l’immagine che racchiude in se delle storie di uomini e donne che disperate fuggono lasciando la loro vita, la loro famiglia e la loro terra nella speranza di ricominciare ma spesso questo nuovo inizio è peggio della fine. Insomma questa barca lasciata li è un pugno nello stomaco e ci costringe a guardare in faccia la realtà, il nostro mare è meraviglioso ma è anche scenario di tragedie come quella avvenuta solo poche settimane fa e di cui è testimone questa barca.