Ragusa: “La sanità siciliana è ridotta a pezzi” la denuncia dell’on Dipasquale dopo che una donna è stata abbandonata 60 ore al Pronto Soccorso
Vi raccontiamo una storia accaduta in una città della Turchia dove un gatto randagio è entrato dritto al pronto soccorso, zoppicando, sicuro di essere nel posto giusto per farsi aiutare.
Come raccontano i media locali, l’infermiere Abuzer Ozdemir, quando lo ha visto ha capito cosa era successo all’animale, si è messo subito al lavoro, medicando la zampa dello sfortunato felino.
Così come è entrato, il gatto, chiamato Davso dal personale medico, dopo qualche ora è anche uscito dall’ospedale. Dimesso, sano e salvo.
A questo punto la domanda nasce spontanea: cosa sarebbe successo al gatto se fosse entrato in uno dei pronto soccorso della nostra provincia? Forse non ci sarebbe entrato per niente!
Ma questa storia, che è assolutamente vera, è emblematica del fatto che, mentre un gatto viene curato in poche ore, un essere umano viene lasciato giorni interni al pronto soccorso.
In questi giorni, infatti, dopo aver raccontato la storia dell’anziana ragusana, rimasta al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica per tre giorni interi, senza cure e assistenza, prima di essere trasportata in reparto, sono emersi tanti, anzi troppi, casi analoghi, storie da terzo mondo, anche se spesso ci viene il dubbio che il Terzo Mondo siamo noi.
L’unico politico che ha dimostrato interesse verso questa situazione è stato il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale che è intervenuto dichiarando di avere segnalato l’episodio di Modica, l’ennesimo in Sicilia, all’assessore alla Sanità Giovanna Volo chiedendole di sapere su quali linee il governo Schifani intenda muoversi e, ad essere sinceri, non è la prima volta che interviene su questo argomento, come lui stesso conferma a “Il Domani Ibleo”.
“Questa è una situazione che denuncio da qualche anno, che dico che stanno distruggendo la nostra sanità, mai la sanità della Regione Siciliana è arrivata a questo punto. Perché non è affatto vero che è un problema che riguarda tutta l’Italia, questa ormai è una scusa che non regge. Anzi la gente va fuori per ricevere le cure, perché il problema non è legato solo ai Pronto Soccorso, ma chi ha bisogno di un intervento urgente non può aspettare 60 ore. Ma noi abbiamo tutta una serie di criticità che non esistono in un altro posto, è mai possibile che chi deve fare una risonanza magnetica o una tac deve aspettare mesi anche se si tratta di malati oncologici che spesso muoiono prima di fare l’accertamento. Ma ci sono tantissimi problemi, insomma la struttura ospedaliera pubblica è in frantumi. La nostra preoccupazione è che ci sia un disegno che abbia come scopo quello di indebolire la sanità pubblica a favore di quella privata, un disegno iniziato dal precedente governo regionale e che continua con l’attuale in quanto, lo ricordiamo, la coalizione che i siciliani hanno scelto è la stessa che c’era in precedenza. Noi siamo stanchi e continueremo la nostra battaglia.”
Assessorato alla sanità, Giovanna Volo, Nello Dipasquale, Ospedale Maggiore di Modica, regione sicilia, renato schifani, sanità sicilia
Meno Rosa
Ma!!!!Tutti innocenti!!!