In chiesa tornano le acquasantiere e il segno della pace: il Vescovo di Ragusa raccomanda prudenza

Nei giorni scorsi la Cei, Conferenza episcopale italiana è tornata ad esprimersi sulle misure di prevenzione della pandemia da Covid-19 che da oltre due anni hanno apportato delle modifiche anche durante lo svolgimento delle Sante Messe.

Tra le novità introdotte dalla Cei vi è il ripristino dell’uso delle acquasantiere e della consueta forma di scambio del segno della pace.

Al di là della decisione, che in questo momento potrebbe anche essere discutibile visto che i contagi negli ultimi tempi sono tornati a salire, il vescovo della Diocesi di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, ha indirizzato una comunicazione ai sacerdoti per rendere operative le nuove misure ma anche per fare appello alla prudenza e alla responsabilità.

Monsignor La Placa, individua sette punti che pone all’attenzione dei sacerdoti:

1. è importante ricordare che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARS-CoV-2;

2. i ministri igienizzino le mani prima di distribuire la Comunione e durante la distribuzione, qualora lo ritengano opportuno, continuino ad usare la mascherina;

3. è consigliata l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;

4. è possibile tornare nuovamente a ripristinare l’uso delle acquasantiere;

5. è possibile svolgere le processioni offertoriali;

6. non è più obbligatorio assicurare il distanziamento tra i fedeli che partecipino alle celebrazioni;

7. si può ripristinare la consueta forma di scambio del segno della pace.

«Grato al Signore per la luce che diventa sempre più chiara e lascia intravvedere in modo più definito la conclusione della pandemia, non posso esimermi, tuttavia, dal continuare ad esortare tutta la comunità cristiana alla prudenza, in vista soprattutto – scrive monsignor La Placa – della prevenzione e del contrasto di una nuova crescita dei contagi, dovuta alla diffusione di varianti del virus molto contagiose e resistenti, sebbene meno letali grazie alla alta percentuale di persone vaccinate.

A questo proposito, dobbiamo sentire tutti quanti la grave responsabilità di ridurre al minimo i rischi di contrarre il contagio o di trasmetterlo agli altri, soprattutto alle persone più fragili. Confidando, quindi, in un atteggiamento prudente e responsabile da parte di tutti – a partire da voi, confratelli carissimi, che di essa siete miei fondamentali collaboratori nella concreta guida pastorale – colgo l’occasione per augurare a voi e alle vostre comunità un Natale santo e sereno, mentre vi saluto con affetto e vi benedico nel Signore».

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