Lutto nel mondo del calcio: la leucemia si porta via Sinisa Mihajlovic, il “sergente di ferro” ha lottato come un leone
Si è spento a Roma a soli 53 anni l’ex calciatore e allenatore Sinisa Mihajlovic (nella foto).
Da tre anni lottava contro una forma molto aggressiva di leucemia. Era stato lui stesso ad annunciare la malattia in una conferenza stampa, il 13 luglio del 2019, quando da allenatore del Bologna non è andato in ritiro con i rossoblù emiliani per curarsi all’ospedale “S. Orsola”.
“Ho la Leucemia e la batterò giocando all’attacco”.
Poi il 29 ottobre del 2019 il trapianto del midollo e la lunga battaglia che dopo aver lottato da vero guerriero, tra ricoveri e cicli di chemioterapia, purtroppo oggi ha perso.
Ad annunciare la sua scomparsa prematura con un comunicato è stata la sua famiglia. Sinisa lascia la moglie Arianna che gli è stata sempre accanto insieme ai figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas.
Con la morte di Mihajlovic, il calcio senza distinzione di fede e colori perde una persona per bene che diceva in faccia quello che pensava senza peli sulla lingua. In campo era estroso e uno specialista dei calci piazzati, da allenatore era un “sergente di ferro” che i calciatori che ha allenato amavano e rispettavano. Amava molto lavorare con i giovani e uno dei suoi grandi successi è stato quello di lanciare nel calcio che conta l’appena sedicenne Gigio Donnarumma.
Una sua frase molto celebre è stata “I giocatori sono liberi di fare tutto quello che dico io”, ma alla fine era un uomo di grande umanità e umiltà che tutti rispettavano per il suo modo di essere, perchè Sinisa era un uomo unico, grande professionista disponibile e buono con tutti.
Sinisa da oggi guarderà il calcio da lassù, ma per tutti gli amanti dello sport e del calcio in particolare è stato e sarà sempre un vincente.
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