Ragusa: al Liceo Fermi l’incontro “Ripartiamo dall’ambiente”. Gli studenti protagonisti della transizione ecologica
Si è svolto l’incontro “Ripartiamo dall’ambiente” promosso dal Liceo Statale “Enrico Fermi” di Ragusa.
Un momento di importante riflessione sul corretto approccio alle problematiche ambientali, un confronto formativo per formare i cittadini di domani e renderli protagonisti di una transizione
realmente ecologica. L’attività didattica, rivolta alle terze classi dell’istituto ragusano si inserisce nel percorso di formazione e di sensibilizzazione sui temi ambientali avviato già lo scorso anno.
“È fondamentale per le nuove generazioni avere coscienza di una transizione che sia veramente ecologica, ha spiegato il dirigente scolastico, professor Sergio Carrubba, da tutti i punti di vista. Ritengo che la scuola debba essere un ente formativo anche in questo senso, non soltanto quindi fornire le conoscenze e le competenze ma provvedere alla formazione dei cittadini del domani, e quindi fornire tutti gli strumenti critici oltre che le nozioni per affrontare i problemi della società. Siamo onorati di avere ospitato importanti
relatori che hanno reso possibile il confronto con i nostri studenti, un momento di grande crescita”.
Dopo i saluti istituzionali e l’intervento della dottoressa Lorenza Sipione, dirigente dell’area Protezione Civile all’interno della Prefettura di Ragusa, ha preso la parola il Tenente Colonnello Nino Tarantino, sub commissario dell’ufficio nazionale del Commissario unico per la bonifica delle discariche: “Dalla piccola gestione dell’organizzazione quotidiana familiare alla grande gestione degli impianti e dei grandi sistemi, ognuno di noi è parte fondamentale del sistema. Il nostro ufficio è stato creato per regolarizzare i siti
messi in infrazione dalla Commissione europea, per cui l’Italia paga ingenti sanzioni ogni semestre. Per ogni discarica o sito irregolare non messo in sicurezza il nostro Paese paga dai 200 ai 400 mila euro ogni sei mesi. Significa che pezzi di territorio abbandonati hanno generato una serie di contaminazioni che possono avere creato condizioni di insicurezza e problemi di tipo sanitario su cui si interviene in maniera tardiva per evitare di avere ulteriori problemi. Questo non succede se il sistema a livello regionale è ben organizzato
per chiudere il cerchio dell’economia circolare”.
Argomento ulteriormente approfondito da Marianna Morabito, esperta Pnrr in economia circolare e valutazioni ambientali: “Occorre modificare la cultura di quello che in Italia chiamiamo “rifiuto” ma
che in altre lingue viene indicato con termini che in maniera più appropriata rimandano al concetto di qualcosa che resta dopo l’utilizzo, qualcosa quindi che non va eliminato ma che rimane per un
secondo utilizzo o che comunque va gestito in maniera opportuna. Per questo è importante approfondire la differenza tra “sottoprodotto” e “end of waste” e conoscere il reale impatto di tutte le fasi del ciclo
di gestione dei rifiuti. Importante anche sciogliere i dubbi legati a molti luoghi comuni, ovvero l’importanza degli impianti di smaltimento che la comunità demonizza ma che dovrebbero essere considerati parte
fondamentale del buon funzionamento di un territorio, come gli impianti idrici o di distribuzione dell’energia”
A moderare il dibattito sono stati il professore Rosario Distefano ed il coordinatore del progetto, ingegnere Marco Daparo.
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