Libertà di parola, mettila come vuoi, ma non si insultano le persone. La “spittizza” di Fedez a Sanremo
(di Michele Giardina) – Libertà di parola? Ma dai. Un conto prendere le distanze dal punto di vista socio-culturale da narrazioni di carattere ideologico e politico che si ritiene di non potere condividere, altra incivile storia insultare impunemente le persone, citandone nomi e cognomi.
Non essere d’accordo fa parte del confronto libero e democratico fra uomini e donne civili.
Legittimo e doveroso spiegare ragioni e motivazioni del proprio dissenso nei confronti di una persona, magari dopo aver letto uno scritto, un libro, un articolo giornalistico, il testo di una canzone o di una poesia a sua firma, o ascoltato un suo pubblico intervento o ammirato il messaggio di bellezza trasmesso da un’opera artistica (quadro, foto, scultura) di cui è autrice.
Altra brutta storia, invece, quella di insultare le persone, della cui storia si conosce poco o nulla, utilizzando, da ospite, il palcoscenico di una trasmissione televisiva seguita, a torto o a ragione poco importa, da milioni e milioni di telespettatori.
Cosa ancor più grave, a colpo di mano consumato, vantarsi di non avere chiesto il permesso a nessuno degli organizzatori della manifestazione per questa “spittizza” sparata in mondovisione, dichiarando, nel contempo, dall’alto di una immensa presunzione, di non avere alcun problema ad assumersi tutte le responsabilità del caso.
E no, amico mio, in una società normale non funziona così. E tu lo sai benissimo.
Hai insultato un vice ministro ed un ministro, un movimento nazionale che si batte a difesa dei consumatori, fatto il nome di un capomafia e di un calciatore scomparso recentemente che non sei degno di nominare. Hai preso per i fondelli il Consiglio di amministrazione di un Ente pubblico ed anche il conduttore e direttore artistico paraculo di una trasmissione televisiva diffusa in mondovisione, che aveva già dato dimostrazione della sua incapacità quando è rimasto come un baccalà nei confronti di un ragazzino che, incazzato per un incidente tecnico che gli impediva di esternare tutto il suo universale talento, ha ritenuto fosse giusto sfogare la sua rabbia distruggendo i fiori che addobbavano il palcoscenico.
Coraggioso rumore da avanspettacolo il tuo, amico Fritz, sapendo che non ti succederà niente.
Leggo fra i versi della tua splendida canzone:”Sono Napoleone con la sindrome del nano”. No comment.
Michele Giardina
Foto di copertina tratta dal web
Amadeus, Costacrociere, Festival di Sanremo, Rai, Sanremo 2023, testi
Uno qualunque
Guarda che stiamo parlando di uno che si era vestito da gerarca nazista…
Come diceva Finocchiaro nel film “Compagni di scuola”:
“Ao! ma che ce voi convincè che pure a me++a è bona?