Ragusa: politica divisa per gli impianti eolici off shore. Favorevoli e contrari al grande giramento di “pale” (Vignetta)
Chiesto dall’on Dipasquale il rinvio di 60 giorni per le opposizioni. Il sindaco di Ragusa argomenta a favore
La questione relativa agli impianti eolici off shore, che potrebbero sorgere davanti al litorale ibleo, è stata al centro del dibattitto che si è tenuto ieri pomeriggio presso la sala Molè del Libero Consorzio Comunale di Ragusa.
Si tratta del secondo degli incontri promossi dal Commissario Straordinario Salvatore Piazza per approfondire la questione a cui hanno preso parte i rappresentanti dei Comuni interessati oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria e delle sigle sindacali, che dopo essersi confrontati, hanno condiviso un documento presentato dall’on. Nello Dipasquale per richiedere il rinvio di 60 giorni dei termini per le opposizioni all’impianto “Scicli”.
“Oggi scade il termine ultimo perentorio per presentare le osservazioni, dichiara Dipasquale, ma su questa vicenda è necessario approfondire il più possibile tutti gli aspetti tecnici, quindi il territorio ha bisogno di tempo per farlo”.
Poi Dipasquale mette in evidenza le sue perplessità sull’impianto: “Personalmente sono convinto che la realizzazione di impianti eolici a mare comportino conseguenze negative sulla navigazione, sulla pesca e sul paesaggio. C’è tutta una serie di prescrizioni che regolerebbero in modo nuovo la navigazione intorno alle aree interessate e parliamo di milioni di metri quadri di aree marittime che potrebbero essere interdette. Non abbiamo contezza di quali saranno (se ci saranno) i vantaggi per il nostro territorio, nessuno è venuto a spiegarceli. Né ci è stato spiegato cosa ne sarà dell’impianto dopo i trent’anni di concessione: chi smonterà i pali eolici? Chi ci garantisce che ciò verrà fatto? I costi di dismissione saranno enormi e nessuno può assicurare che fra tre decenni non ci ritroveremo con degli impianti rifiuto vaganti per il Mediterraneo. Nessuno pensi che si possa venire a sfruttare il territorio dando in cambio solo le briciole e, per giunta, lasciando il cimitero delle pale eoliche in eredità alle future generazioni. Per questo ho chiesto ai sindaci della provincia e al Commissario Piazza di firmare questa opposizione che ho preparato per rinviare i termini. Sono lieto che gli amministratori locali abbiano voluto cogliere il mio invito a firmare il documento, conclude Dipasquale, perché serve un confronto schietto tra gli organi di competenza e l’azienda affinché tutti gli aspetti della vicenda vengano chiariti”.
Il Commissario Salvatore Piazza concorda con Dipasquale sulla necessità di fare chiarezza e dichiara
“Al territorio serve maggiore tempo per approfondire in maniera esaustiva tutti gli aspetti tecnici legati alla richiesta. Per questo motivo abbiamo trasmesso un documento condiviso, attraverso il quale si chiede la proroga dei termini di scadenza assegnati (ulteriori 60 giorni) per consentire i dovuti approfondimenti tecnico-giuridici e le ricadute positive per il territorio in uno con le parti interessate”
Intanto in questi giorni sulla questione era intervenuto anche il candidato a sindaco Riccardo Schininà ed il Partito Democratico, sulla scia delle sue dichiarazioni, aveva interpellato l’amministrazione Cassì, spronando il sindaco a dichiarare alla città qual è la sua posizione in merito al progetto “Nonostante il sindaco Cassì sia abituato a dire la propria su tutto, ha dichiarato il segretario del circolo del Pd di Ragusa Peppe Calabrese, purché sia funzionale alla narrazione di Ragusa paese delle meraviglie, non una parola è uscita da palazzo dell’Aquila sull’argomento. Né si è pensato a promuovere in città un dibattito, quantomai necessario, su questo tema”.
In particolare, il Pd rimprovera l’amministrazione non solo di tacere ma, leggiamo nella nota, “di credere erroneamente che la presenza dell’impianto non sarà visibile dalle nostre spiagge; forse crede che una struttura del genere non impatti in qualche modo con il settore della pesca o con la navigazione. Senza considerare le ricadute negative sul turismo.
Non sappiamo, aggiunge Calabrese, se l’impianto avrà delle ricadute almeno in termini occupazionali e sulle nostre bollette. Nel progetto, inoltre, non si fa menzione di alcun sistema compensativo per il nostro territorio a fronte della realizzazione dell’impianto che deturperebbe il nostro panorama”.
Pronta la replica del sindaco di Ragusa Peppe Cassì che ieri era presente all’incontro a Palazzo della Provincia. Cassì, innanzitutto, condivide la relazione della Consultant Tecnoconsult Engeneering Constraction srl, che spiega nel dettaglio l’intervento e i possibili effetti sotto diversi punti di vista, da quello naturalistico a quello archeologico, per il comparto della pesca e per quello del turismo: https://www.guardiacostiera.gov.it/…/Rel.01-Relazione…
Poi proprio sulla questione delle ricadute del turismo dichiara: “Ho letto di recente interventi con i quali, anziché esprimere un parere sulla vicenda, si preferisce attaccare l’Amministrazione comunale ma come si legge nella relazione l’impatto visivo sarebbe invero pressoché nullo e non è plausibile che il nostro comparto turistico venga danneggiato da qualcosa che, ad occhio nudo, sarebbe praticamente impercettibile. Legambiente, che si è espressa a favore dell’impianto, così infatti scrive: <<Relativamente all’impatto visivo e sul paesaggio, occorre osservare che, dalla costa, gli impianti eolici offshore hanno un impatto ridotto e decrescente con la distanza. Un impianto da 15 MW installato a 12 km avrebbe all’orizzonte dimensione di un centimetro o poco più>> In questo caso i chilometri di distanza sarebbero quasi il triplo. Leggere la relazione, sottolinea Cassì, prima di scagliarsi all’attacco politico, sarebbe stato utile. Questioni complesse vanno affrontate in profondità e con le competenze di personale esperto, non puntando alla pancia della gente in modo strumentale. Con tutti i presenti all’incontro si è quindi convenuto di chiedere una proroga del termine stabilito, anche in considerazione di probabili irregolarità della procedura amministrativa (mancata notifica al Comune di Ragusa). Secondo il progetto è inoltre previsto che i cavidotti di collegamento con l’impianto a terra passino lungo il territorio di Ragusa. Ovvio che in questo caso dovranno essere previste delle adeguate misure compensative a beneficio del territorio. Supportati da pareri competenti, seguiremo passo dopo passo l’evolversi della vicenda guardando esclusivamente all’interesse della comunità. Ritengo che la vicenda, conclude il primo cittadino di Ragusa, non vada affrontata guardando alla data delle elezioni ma agli effetti sul lungo periodo, e che alla base vi sia una scelta di principio: siamo a favore delle energie rinnovabili, dell’indipendenza energetica da altre Nazioni, ma solo a condizione che gli impianti ricadano nel territorio di qualcun altro?”
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