Modica: “Il benessere delle donne visto dalle donne”. Se ne parlerà al convegno ideato dalla dott.ssa Katia Caccamo
Appuntamento domenica 5 marzo alle 17,30 all’Auditorium Pietro Floridia. Tanti gli interventi di specialisti
“Il benessere delle donne visto dalle donne”, è questo il tema del convegno che si terrà domenica 5 marzo a Modica, all’Auditorium Pietro Floridia, a pochi giorni da quella che è istituzionalmente la giornata dedicata alla donna (8 marzo).
Un momento di riflessione sul benessere femminile, in una delle fasi certamente più delicate della vita di una donna, ovvero la menopausa. L’argomento, verrà affrontato da professioniste che metteranno a disposizione la loro conoscenza e la loro esperienza, in vari settori e in vari aspetti, da quello estetico a quello metabolico, da quello ginecologico a quello psicologico, da quello nutrizionale a quello posturale.
L’idea è nata alla dottoressa Katia Caccamo, specializzata in Medicina Estetica e Coordinatrice Regionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME). Ed è proprio a lei che chiediamo come nasce l’esigenza di creare questo momento di riflessione.
“Nella mia pratica quotidiana la maggior parte delle donne che vengono nel mio studio sono proprio quelle tra i 40 e 50 anni e quindi siccome i trattamenti di medicina estetica hanno una cadenza settimanale si entra in una confidenza molto profonda con queste donne e molto spesso vengono fuori i disagi e i problemi legati alla menopausa. E mi sono resa conto che in realtà c’è ancora molta ‘ignoranza’ su questa tematica legata al fatto che si ha ancora ‘vergogna’ ad affrontare certi problemi. Da qui, mi sono detta, perché non creare un momento di condivisione coinvolgendo altre donne, altra professioniste, quindi con un punto di vista tutto femminile, che possano mettere in luce i diversi aspetti che coinvolgono la menopausa ma anche la perimenopausa perché c’è tutta una fase di prevenzione che è importantissima. Ad esempio, non tutte sanno che con la menopausa aumenta il rischio cardio vascolare, quindi l’importanza della nutrizione, del contenimento del colesterolo, per questo è importante sottolineare tutti gli aspetti ai quali dobbiamo fare attenzione, perché non ci sono solo modifiche ormonali, ginecologiche ma queste comportano modifiche posturali, nutrizionali, metaboliche che bisogna tenere sotto controllo per far sì che la menopausa venga vissuta nella maniera più serena possibile senza subire i cambiamenti.”
Visto che lei si occupa di medicina estetica puntiamo per un attimo l’attenzione proprio sul cambiamento che avviene nel corpo della donna in questa fase
“Sostanzialmente quello che determina il cambiamento più importante è la caduta degli estrogeni, ed infatti la cosa che più frequentemente mi sento dire è che nel giro di un paio di anni ci si vede invecchiati. In realtà questa non è solo una sensazione ma è la realtà perché la caduta degli estrogeni si accompagna ad una modifica anche della struttura della pelle, si ha la completa scomparsa della produzione di acido ialuronico, del collagene, una importantissima riduzione del film idrolipidico di membrana ( sottile strato protettivo che riveste la superficie cutanea) che viene a determinare una perdita del tono sia di tutto il corpo che anche del viso. Quindi compare la micro rugosità, cambia il colorito, la pelle diventa opaca e disomogenea nel colore e c’è una maggiore predisposizione alla formazione della ipercromia. Quindi è un segno tangibile e reale”
Quanto è importante la prevenzione?
“La prevenzione è come sempre fondamentale, sia nella fase perimenopausale che nella menopausa propria. E dopo lo studio della cute nelle sue caratteristiche, si va a fare un piano cosmetologico mirato, con tutti quelli che sono gli elementi che servono a ricostruire il film idrolipidico di membrana ed eventualmente trattare i vari inestetismi. E poi sicuramente i trattamenti per eccellenza sono quelli infiltrativi che permettono di mantenere la compattezza, il turgore e l’elasticità. Stessa cosa per quanto riguarda le modifiche corporee. Si può avere un aumento della cellulite, perché in genere la cellulite è una manifestazione di una patologia vascolare che viene accentuata durante la menopausa, quindi il sostegno con trattementi come la carbossiterapia che migliorano e mantengono il microcircolo ci permettono di fare terapia e prevenzione, non della cellulite in senso lato ma proprio del benessere delle gambe e di conseguenza di tutti quelli che sono i sintomi associati a questa disfunzionalità vascolare. E poi sempre l’attenzione per il corpo, perchè invecchia il viso ma anche il corpo, quindi in questo caso con una cosmesi mirata anche per il corpo si cerca di sostenere e accompagnare l’invecchiamento. Perchè l’obiettivo non deve essere quello di ritornare giovani ma quello di rallentare il processo fisiologico che naturalmente avviene e cercare di invecchiare nel miglior modo possibile.”
Mi vorrei soffermare su quest’ultimo concetto perché, soprattutto quando si parla di medicina estetica, si tende, anche a causa spesso delle immagini che vediamo, a dare un giudizio negativo perchè si pensa che il medico estetico trasformi le donne e le illuda con la speranza che con i trattamenti possano tornare giovani ma in realtà sappiamo che non è così. Chiariamo invece quanto la medicina estetica possa essere importante e che in realtà esiste un modo diverso di approcciarsi ad essa
“Per formazione ho frequentato la Scuola internazionale di Medicina Estetica del Fatebenefratelli, il cui fondatore è Carlo Alberto Bartoletti che fu quello che nel 1975 ha introdotto la medicina estetica in Italia. La medicina estetica è una branca medica. Fare il medico estetico non significa fare il filler, o la tossina botulinica, io non la intendo in questo modo. Fare la medicina estetica significa prendere in cura un paziente e accompagnarlo nelle varie fasi della vita. Il nostro obiettivo non è quello di inseguire la perfezione che non esiste ma il benessere. La bellezza non è legata ad un viso tirato, alle labbra gonfie ad un fisico perfetto, è legata ad una situazione di benessere che sono due cose completamente diverse. Una donna a 50 anni non deve tornare ad essere una pseudo trentenne perché non è possibile. Quello che faccio nel mio lavoro è portare le donne ad accettarsi, ed è anche questo lo spirito con cui abbiamo organizzato questo convegno, accettare il tempo che passa e a viverlo nel miglior modo possibile. Io sono una cinquantenne e voglio sembrare una cinquantenne nel miglior modo possibile non mi interessa altro. Perché non è inseguire la giovinezza ma il benessere che sono due cose differenti. Quindi bisogna imparare ad accettare le modifiche del nostro corpo, e non inseguire modelli di perfezione. Il Prof. Bartoletti diceva sempre: “La medicina estetica fatta bene è quella che non si vede” Quando vedi una persona non devi pensare questa si è rifatta dalla testa ai piedi ma devi pensare sta bene, sembra non invecchiare. È chiaro che poi ognuno la propria professione la sviluppa nel modo in cui si è formato ma il nostro intento, il nostro messaggio, da Coordinatrice Regionale della Società Italiana di Medicina Estetica, è questo: la medicina estetica è la medicina del benessere. Se io ritengo che un trattamento non è adeguato e non è opportuno non lo faccio, bisogna ricordare sempre che essendo dei trattamenti medici bisogna fare una valutazione clinica di chi abbiamo davanti, perchè ci possono essere delle controindicazioni per cui i trattamenti non possono essere eseguiti. Prima di tutto bisogna sempre salvaguardare la salute del paziente. Non bisogna avvicinarsi alla medicina estetica con leggerezza perchè può dare degli importanti effetti collaterali e per questo bisogna affidarsi sempre a professionisti. Un’adeguata preparazione è importante sia per il risultato estetico che per la sicurezza dei trattamenti”
Abbiamo parlato di prevenzione ma quando bisogna iniziare a prendersi cura del proprio corpo per prevenire gli effetti del tempo che passa?
“La produzione di acido ialuronico comincia a decrescere a partire dai trent’anni. Quindi in maniera trasversale, se noi parliamo di prevenzione possiamo dire che questa può cominciare dall’adolescenza. Sicuramente innanzitutto con una corretta skin care per cui insegnare alle ragazze che al termine della giornata devono struccarsi in maniera corretta, devono utilizzare la crema solare, utilizzare una crema idratante. Questi sono già dei momenti di prevenzione perché li abitui a quelli che sono piccoli, ma fondamentali, gesti quotidiani. Poi intorno ai 25-30 anni iniziare con dei veri e propri trattamenti che non devono essere necessariamente di tipo infiltrativo, per esempio molto importanti sono i peeling che rinnovano lo strato superficiale, l’abitudine all’utilizzo della protezione solare, perchè ricordiamo che il sole è la prima causa di invecchiamento della pelle, quindi è fondamentale utilizzarla tutti i giorni anche d’inverno. Per poi passare all’utilizzo delle biostimolazioni, ovvero la terapia infiltrativa con acido ialuronico e complessi vitaminici che ci permettono di reintegrare quello che progressivamente andiamo a perdere. È chiaro che su un viso ormai invecchiato i margini di miglioramento sono più relativi e si è costretti a fare degli interventi più importanti affinché si possa vedere il risultato. Se invece ti avvicini a questa branca medica in maniera graduale a partire da una giovane età ti permette di mantenere la funzionalità della tua pelle, sia per il viso che per il corpo.”
Ritornando all’appuntamento del 5 marzo, una cosa che mi ha particolarmente colpito, oltre alla presenza, voluta certamente di sole donne, ma che ci sia la presenza di più professioniste. Perché dico questo, perché oggi alcuni medici o peggio ancora altri che medici non lo sono, hanno la tendenza ad essere tuttologi. Invece con la presenza di più figure si vuole sottolineare come sia importante rivolgersi per ogni specifico problema ad un professionista che sa darci le risposte che cerchiamo, è giusto che ognuno per le proprie competenze possa dare il proprio contributo e accompagnare la donna in questo percorso così delicato della propria vita.
“Sono molto contenta di questa domanda perché rispecchia il senso del mio modo di lavorare. Sono convinta che da sola arrivo fino ad un certo punto, mentre se si fa lavoro di squadra il risultato che possiamo ottenere è sicuramente più ampio. È vero che c’è questa tendenza della classe medica a screditare il lavoro degli altri e fare tutto da soli, invece mi piace lavorare in equipe. Se ho dei limiti, e tutti ne abbiamo, preferisco mandare dal professionista fidato ma per farlo devi trovare dei professionisti che la pensano come te. Ed io sono stata fortunata perché ho trovato delle colleghe che hanno sposato in pieno questa idea di collaborazione. E ovviamente è voluto che io abbia scelto solo donne perché desideravo affrontare questa tematica da un punto di vista femminile, coinvolgendo colleghe che come me hanno una capacità fondamentale: quella di ascoltare ciò che la paziente vuole da te. Se si sottovaluta questo aspetto allora non si riuscirai mai ad ottenere il risultato sperato. Se io ho una paziente che ha un problema per esempio posturale so che la posso affidare tranquillamente ad una collega che la pensa nello stesso modo. Mettere insieme le competenze e fare squadra questo è il segnale che voglio lanciare in questa giornata. In cui invito le donne a partecipare perché l’informazione è alla base di tutto, molto spesso ci si affida a persone che non hanno competenze per fare certe cose, ad esempio l’estetista, non possono farlo, è un reato, la medicina infiltrativa può essere fatta solo da un medico, purtroppo molto spesso le donne si affidano perché non ne hanno le conoscenze, per cui noi abbiamo il dovere di fare informazione corretta ed è quello che cercheremo di fare durante questo momento noi donne professioniste che abbiamo pensato per altre donne”
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