Consacrato Vescovo di Noto mons. Salvatore Rumeo. Le sue prime parole: “Pregate per me”

Anche un ricordo commosso del servo di Dio, il modicano Nino Baglieri

Noto – Erano 12,07 quando hanno iniziato a suonare a distesa le campane dell’Angelus. In quel momento Monsignor Rumeo veniva consacrato XII vescovo della diocesi di Noto.

Un momento di grande emozione, salutato da un sentito applauso e da tanta visibile commozione sul volto di tutti, fedeli della diocesi di Noto, ma anche della diocesi di Caltanissetta, in modo particolare della parrocchia del S. Cuore, dove fino a prima della nomina episcopale, monsignor Rumeo esercitava il ministero di parroco.

Una Basilica Cattedrale di Noto gremita, ma anche tanta gente rimasta fuori: una folla di gente che ha seguito con attenzione e raccoglimento la lunga e intensa celebrazione, iniziata alle 9.30, presso la “Porta Ferdinandea” della città, ingresso del centro storico di Noto, cuore pulsante della città.

Ad accogliere monsignor Rumeo, le Autorità Civili e Militari, fra le quali il Sindaco della Città, Corrado Figura. Ad attenderlo anche il suo predecessore, monsignor Antonio Staglianò, ora Presidente della Pontificia Accademia di Teologia.

Dopo questo primo momento, monsignor Rumeo ha raggiunto il Palazzo Municipale, di fronte al quale ha ricevuto il saluto del Sindaco di Noto, alla presenza degli altri Sindaci dei nove comuni della diocesi.

A seguire, il vescovo eletto ha preso la parola per il suo saluto alla città, durante il quale ha rimarcato la volontà di “un rapporto di collaborazione solidale” con le Istituzioni, “per la crescita e il bene del nostro amato popolo”, volendo perseguire uno stile di apertura, di pieno dialogo e disponibilità “nello spirito dell’amicizia, del reciproco riconoscimento, nel rispetto delle nostre autonomie e identità”.

Ha parlato di tempi difficili, ma anche di speranza, di concretezza, di sinergia tra Chiesa e Istituzioni; ma perché tutto questo sia realizzabile, diventa necessario “mettere insieme le nostre forze per dare segni concreti di vicinanza e di sostegno a tutta la collettività – ha proseguito monsignor Rumeo – perché la speranza non sia qualcosa di utopico ma prospettiva concreta che si traduce quotidianamente in progetti dove al centro non ci siano gli interessi di pochi ma il bene di tutti”.

La sua attenzione si è poi spostata su quelle condizioni sociali “attraversate dalla crisi e da varie fragilità”, auspicando per il nostro territorio, dove non mancano crisi e povertà, “un processo economico che metta al centro la vita e i sogni delle famiglie”.

Cuore del suo discorso è stato “mettere al centro il valore della persona”, in un atteggiamento di “custodia” dell’altro, che “vuol dire stare accanto all’altro con attenzione d’amore, rispettando e accompagnando il suo cammino, facendosene carico, coltivando la sua vita come bene assoluto”. “Custodire, dunque – ha evidenziato ancora – è un atteggiamento che chiede una necessaria limitazione di sé, della propria forza, la limitazione del desiderio che spinge l’uomo a impossessarsi di un’altra vita per poter vivere”.

Al termine di questo primo momento celebrativo, monsignor Rumeo si è preparato per la celebrazione del rito di Ordinazione, presieduto da monsignor Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, sua diocesi di origine e concelebrato dai vescovi di Sicilia.

Con la processione di ingresso, partita dalla Basilica del SS. Salvatore, ha avuto inizio la S. Messa, ricca di tanti passaggi suggestivi e carichi di simbolismo: il canto del “Veni Creator”, antico inno allo Spirito Santo, cantato quando si celebra l’Ordine Sacro e anche prima di un Conclave, la presentazione del candidato all’Ordine Episcopale, la lettura della Lettera Apostolica del Papa che ne attesta la nomina a vescovo.

Cuore della celebrazione, l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione, da parte di monsignor Russotto, consacrante principale, seguito dai vescovi conconsacrati: monsignor Antonio Staglianò, vescovo emerito di Noto e Presidente della Pontificia Accademia di Teologia, monsignor Francesco Lo Manto, arcivescovo di Siracusa e monsignor Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa.

Dopo di loro, anche tutti i vescovi presenti, hanno imposto le mani, in un clima di silenzio e di forte emozione.

Momento culminante della liturgia di Consacrazione, quando il Vescovo Salvatore si è seduto sulla Cattedra Episcopale, il “trono” sul quale sta un vescovo o anche il Papa, simbolo della potestà e della responsabilità del nuovo pastore, ma più ancora di servizio; da quel seggio infatti il Vescovo presiede l’assemblea liturgica e spiega le Sacre Scritture, rappresentando Cristo stesso.

Dopo la Liturgia Eucaristica, il vescovo, attraversando la navata centrale della Cattedrale, per la prima volta, ha benedetto i presenti. Successivamente ha preso la parola e si è rivolto ai presenti con queste parole: “Chiedo di pregare per me, perché il Signore mi conceda di essere un Pastore mite e buono, sempre docile all’azione dello Spirito Santo per vegliare sul popolo oggi affidatomi, prendendomi cura di tutti con cuore misericordioso, attento e premuroso”.

Nelle sue parole il sogno di una Chiesa “capace di parlare il linguaggio della fiducia, della libertà, e soprattutto dell’amore”.

Infine un ricordo commosso del servo di Dio Nino Baglieri, figlio di questa diocesi e di cui è in corso la causa di Beatificazione. Monsignor Rumeo ricevette una sua lettera il 21 giugno del 1990, quando era prete da pochi giorni, nella quale Nino gli assicurava la sua preghiera, per poter essere un prete santo.

Siamo certi che ancora di più, ora, dal cielo, Nino pregherà per monsignor Rumeo, all’inizio di questo nuovo cammino che si apre davanti a noi, pastore e fedeli sulle vie che il Signore traccerà.

Antonio Staglianò, Diocesi di Noto, Francesco Lo Manto, Giuseppe La Placa, Mario Russotto

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