Modica, alla SpM i dipendenti senza stipendio da oltre 5 mesi. La Cgil: “Se ne faccia carico il Comune”
La Cgil di Modica interviene sulla questione dei lavoratori della Spm, divenuta un vero e proprio dramma che, dichiara il segretario Salvatore Terranova “ha avuto un inizio e forse non avrà mai una fine.”
Terranova però denuncia una situazione ancora più grave “accanto al dramma serpeggia anche un qualcosa che ha a che vedere con la competenza e forse con la scarsa sensibilità nei confronti di chi soffre per non poter assolvere regolarmente le esigenze di tutti i giorni, perché non riceve lo stipendio da diversi mesi.” I lavoratori della Spm, infatti, devono ricevere il pagamento di 5 mesi di stipendi (Novembre, dicembre 2022 e Gennaio, Febbraio e Marzo 2023).
“Circa 15 giorni addietro, dichiara Terranova, si era aperto lo spiraglio per il pagamento di un mese, ma la fattura (relativa al mese di marzo 2023) che l’ente Comune avrebbe dovuto pagare alla partecipata è stata oggetto di pignoramento presso il Comune, perché la SpM non ha pagato da diversi anni il suo consulente del lavoro. Un pignoramento di 89 mila euro a fronte di una fattura da pagare alla partecipata di 86 mila euro. Per cui nessuna mensilità pagata. Nel frattempo, continua Terranova, riusciamo ad avere, dopo diverse richieste, un incontro con la Commissaria, precisamente il 30 marzo scorso, questa volta con la presenza di tutte le sigle sindacali. In quella sede la Commissaria ci dice che stava lavorando per mettere il Comune in condizione di pagare i lavoratori. Ma lunedì 17 aprile apprendiamo che il Comune ha trasferito il mandato alla SpM per il pagamento solo del 70% dello stipendio relativo al mese di Novembre 2022, cioè una miseria”
Alla fine la Cgil conclude con l’ennesimo disperato appello: “Di fronte ad una condizione di riduzione alla povertà di 79 famiglie che ormai si prolunga da diversi anni e rispetto al fatto che la SpM non ha le risorse economiche per pagare ancora le altre 4 mensilità arretrate ai propri dipendenti, il Comune deve farsi carico di questa emergenza, perché se la partecipata è ridotta in questo disastroso stato la gran parte delle responsabilità risiedono nell’ente-comune”.
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