Aeroporto di Comiso: classe politica assente ed incapace di ribaltare le scelte sbagliate
(di Michele Giardina) – Aeroporto di Comiso. Abbiamo raccontato la storia della SOACO, del suo progressivo e fatale depauperamento, fino al passaggio definitivo della gestione della vitale infrastruttura aeroportuale alla SAC di Catania.
Ed abbiamo anche detto della inopinata fuga della Ryanair a seguito di decisione unilaterale assunta dalla irlandese Compagnia aerea che continua con baldanzosa arroganza a fare il bello e il cattivo tempo in un Paese che non è suo.
Ora, a scanso di equivoci, diciamo subito che nessuno, proprio nessuno dei rappresentanti politici della maggioranza di ieri e di oggi e dell’opposizione di ieri e di oggi, ha titolo per lanciare sassi contro chiunque altro, per la semplice ragione che nessuno di loro, diciamolo, è senza peccato.
Responsabilità politica bipartisan? Si, senza dubbio. Anzi, per essere più corretti, meglio evocare il concetto di vacatio politica che, comunque, rientra nel circolo vizioso della responsabilità o se, preferite, della irresponsabilità
Cosa fatta capo ha? Ecco uno dei beceri modi di dire che non giustifica un bel nulla sia nella vita privata che in quella pubblica.
Le cose fatte o malfatte vanno corrette, cambiate, aggiustate. Le sconfitte incassate per incapacità, errori, disattenzione o magari per valutazioni e calcoli che nulla hanno a che fare con il pubblico interesse e il bene comune, possono e devono essere ribaltate. Basta volerlo.
La madre di tutte le domande è questa: considerate le grandi potenzialità di crescita e sviluppo turistico-commerciale dello scalo aereo di Comiso che, assieme al porto di Pozzallo può dare una importante svolta decisiva ad un virtuoso piano intermodale dei trasporti, occorre senza ulteriori indugi che i parlamentari iblei, di maggioranza e opposizione, anziché indisporre ancora di più la pubblica opinione con comunicati stampa del nulla che vedono gli uni contro gli altri armati, quando, ripetiamo, la magra figura rimediata riguarda tutti, trovino con la necessaria umiltà ed anche con l’orgoglio di chi appartiene a questa meravigliosa fetta di Sicilia, soluzioni possibili, mirate e costruttive nell’interesse delle laboriose comunità provinciali impegnate come sempre a portare avanti attività commerciali e imprenditoriali con coraggio e determinazione non comuni.
La battaglia da fare non è facile, né difficile. Dipende dalla volontà politica. Che non è roba astratta nella misura in cui sono ben noti i nomi e i cognomi di chi ci rappresenta a Palermo e a Roma.
Battaglia che comprende, ovviamente, il problema dei costi giganteschi da sostenere per volare dalla Sicilia verso il Nord del Paese Italia che ci raccontano essere unito.
Michele Giardina
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